L'auto ad acqua, il sogno di tutti. Un veicolo in grado di percorrere km senza produrre un solo grammo di emissioni inquinanti. Città più pulite, aria limpida e malattie respiratorie di colpo cancellate. Siamo sul set di un film? No, a raccontare che tutto questo è quasi possibile è stata la iena Matteo Viviani, che ieri ha mostrato il motore ad acqua fai-da-te creato da Lorenzo
L’auto ad acqua, il sogno di tutti. Un veicolo in grado di percorrere km senza produrre un solo grammo di emissioni inquinanti. Città più pulite, aria limpida e malattie respiratorie di colpo cancellate. Siamo sul set di un film? No, a raccontare che tutto questo è quasi possibile è stata la iena Matteo Viviani, che ieri ha mostratoo il motore ad acqua fai-da-te creato da Lorenzo.
Cinque anni di lavoro sulla sua auto, hanno permesso all’uomo di mettere a punto un nuovo sistema di alimentazione per abbattere le emissioni e insieme risparmiare sui consumi. Nuovo il sistema, vecchia l’idea. Se ne parla da tempo e diversi scienziati tra cui due fisici teorici, Del Giudice e Preparata, riuscirono ad elaborare una serie di teorie sull’acqua, applicate poi da Lorenzo alla sua auto.
Il risultato? Il 30% di consumi in meno e emissioni ridotte dal 40 al 90% in meno rispetto ad una comune auto a benzina.
Ma come funziona il sistema di Lorenzo? Il segreto sta nel serbatoio d’acqua, che tramite una pompa porta il prezioso liquido direttamente nel cuore del dispositivo. Le celle elettrolitiche, appena ricevono l’elettricità, dividono l’acqua in idrogeno e ossigeno, un processo semplice e noto a tutti, l’elettrolisi. Dall’acqua, dunque, il sistema estrae l’idrogeno che viene iniettato nel motore insieme alla benzina. Ma l’idrogeno compresso è pericoloso ed è questo uno dei motivi per cui le macchine con questa tecnologia non hanno avuto tanto successo. Ma il trucco è un altro: nell’auto di Lorenzo l’idrogeno viene prodotto e immediatamente combusto, riducendo al minimo i rischi. Smog? Un ricordo. Quello che esce dal tubo di scarico è acqua.
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A confermare la validità e la bontà della soluzione messa a punto da Lorenzo è stato il test ufficiale di omologazione che ha rivelato che la macchina produce il 90% in meno di monossido di carbonio, il 30% in meno di C02. Esaminando i dati dell’auto prima della modifica e di quelli dopo il lavoro di Lorenzo, è emerso che la prima produce 361 gr/km di CO2, contro i 243,8 della seconda. Gli idrocarburi incombusti sono invece il 40% in meno mentre la macchina produce il 90% in meno di monossido di carbonio.
Una soluzione applicabile a tutti i mezzi di trasporto, secondo il suo ideatore, dagli autobus alle navi.
La vedremo presto sulle strade italiane insieme all’auto alimentata con l’acqua di mare?
Francesca Mancuso
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