Il disboscamento illegale sta minacciando sempre più l'Amazzonia. Una pratica che mette in pericolo l'ambiente e le popolazioni locali. Ma gli indigeni non stanno a guardare. In Brasile la tribù dei Ka'apor ha iniziato una dura lotta contro i taglialegna illegali che minacciano la loro patria.
Il disboscamento illegale sta minacciando sempre più l’Amazzonia. Una pratica che mette in pericolo l’ambiente e le popolazioni locali. Ma gli indigeni non stanno a guardare. In Brasile la tribù dei Ka’apor ha iniziato una dura lotta contro i taglialegna illegali che minacciano la loro patria.
La disperazione li ha portati ad armarsi e ad intervenire contro coloro che più di una volta hanno agito con violenza per allontanarli dalle aree da disboscare. A mali estremi, estremi rimedi. Lunae Parracho, fotografo della Reuters, ha avuto l’occasione di documentare una di queste scene.
La tribù dei Ka’apor avrebbe inviato i propri guerrieri migliori per fermare l’opera di approvvigionamento illegale di legname. Dalle parole del fotografo scopriamo che: “I guerrieri hanno spogliato, legato e picchiato coloro che hanno opposto resistenza”. Ecco come gli indigeni hanno deciso di prendere in mano la situazione dopo aver constatato una totale mancanza di assistenza da parte dello Stato per fermare l’abbattimento illegale degli alberi.
In Amazzonia il disboscamento illegale è una piaga sempre più diffusa, soprattutto nella parte settentrionale del Paese, dove sono state scattate queste fotografie, ambientate nella foresta pluviale. L’ultimo rapporto di Greenpeace ha rivelato che più della metà del disboscamento dei due maggiori Stati produttori di legname in Brasile è avvenuto illegalmente da agosto 2011 a luglio 2012.
La violenza non dovrebbe mai essere la risposta definitiva ai soprusi. Ma gli indigeni dell’Amazzonia non ricevono nessun aiuto concreto e ogni giorno vedono scomparire una parte della loro patria a causa del desiderio di profitto e di azioni illegali che non vengono fermate dalle autorità. Le immagini sono state scattate il 7 agosto 2014 nel nord-est dello Stato di Maranhao, all’interno del bacino amazzonico.
I Ka’apor hanno raccontato al fotografo che i taglialegna hanno invaso il villaggio di Gurupi lo scorso novembre, hanno malmenato con violenza gli anziani, sparato agli animali e spaventato i bambini. A febbraio i taglialegna hanno attaccato tre guerrieri indigeni durante una delle loro operazione e hanno ferito un membro della tribù quasi a morte. Le autorità federali hanno preso nota della situazione di conflitto, ma non hanno agito.
Ecco dunque che gli indigeni hanno deciso di farsi giustizia da soli. E inviano questo messaggio ai bianchi: “Molti pensano che la foresta non abbia alcuna utilità. È perché non riescono a comprendere che si tratta di una giungla vivente indispensabile per tutto il mondo in quanto aiuta la Terra a respirare”.
Marta Albè
Fonte foto: reuters.com
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