65.000 firme per difendere gli orsi come mamma Daniza. Sono quelle che la LAC ha raccolto contro la delibera di luglio che, introducendo l'inedita categoria di "orso dannoso", ne prevede l'uccisione. Verranno consegnate domani, mercoledì 3 settembre 2014, presso la sede provinciale di Trento.
65.000 firme per difendere gli orsi come mamma Daniza. Sono quelle che la LAC ha raccolto contro la delibera di luglio che, introducendo l’inedita categoria di “orso dannoso”, ne prevede l’uccisione. Verranno consegnate domani, mercoledì 3 settembre 2014, presso la sede provinciale di Trento.
La voce che si alza da ogni dove è unanime: l’orsa Daniza non deve essere né uccisa né catturata. È chiaro, infatti, a gran parte degli Italiani che Daniza non abbia mostrato alcun comportamento anomalo, ma quello che è il regolare comportamento di protezione della prole.
Da qui nasce l’invito della Lac alla Provincia a porsi in modo costruttivo nei confronti di un progetto apprezzato in tutto il mondo, quello di Life Ursus che ha salvato gli orsi dall’estinzione, se non per interessi naturalistici almeno per motivi economici, per non respingere turisti e consumatori di prodotti trentini, come il vino e le mele.
“L’azione di Life Ursus li ha salvati dall’estinzione provocata non da eventi naturali ma dallo sterminio sistematico dei bracconieri trentini. Fin dal primo anno per la “Giornata dell’orso”, abbiamo invitato l’amministrazione provinciale a rivendicare l’orgoglio del buon lavoro svolto e a intensificare l’opera di formazione/informazione rivolta a popolazione residente e turisti”, spiega Caterina Rosa Marino, delegata regionale per il Trentino della Lega abolizione della caccia (Lac), in una nota.
Non esistono, infatti, “orsi deviati”, “orsi serial killer”, “orsi collezionisti di ossa”. Non esistono orsi pericolosi: la pericolosità di un orso è determinata dai comportamenti scorretti di umani poco informati e malintenzionati. Esistono, invece, umani che pensano di rimediare a ogni difficoltà, vera o presunta, mettendo mano alla doppietta. Recita più o meno così il testo della petizione che ha raccolto migliaia e migliaia di sostenitori.
Illustrazione di Ale Giorgini: www.alegiorgini.com
“A nostro avviso, a distanza di alcuni giorni dalla reazione emotiva comprensibile seguita al racconto del signor Maturi, l’amministrazione provinciale potrebbe e dovrebbe mostrarsi in grado di ponderare le diverse posizioni e modificare opportunamente le decisioni precedentemente prese. Chiediamo la revoca della delibera ammazza orsi di luglio e la revoca dell’ordine di cattura di Daniza“, conclude Caterina Rosa Marino.
Noi stiamo con Daniza. E voi?
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