Saranno le App, il Web e le banche dati online ad aiutarci a salvare le specie in via d'estinzione. A rivelarlo è uno studio condotto di recente dagli esperti della Duke University. Finalmente, la tecnologia potrà essere davvero al servizio della natura. O almeno, lo speriamo, poiché secondo gli esperti le specie in via di estinzione stanno scomparendo ad una velocità di dieci volte superiore alle previsioni.
Saranno le App, il Web e le banche dati online ad aiutarci a salvare le specie in via d’estinzione? A rivelarlo è uno studio condotto di recente dagli esperti della Duke University. Finalmente, la tecnologia potrà essere davvero al servizio della natura. O almeno, lo speriamo, poiché secondo gli scienziati le specie in via di estinzione stanno scomparendo ad una velocità di dieci volte superiore alle previsioni.
Database, nuove applicazioni tecnologiche e strumenti social potrebbero facilitare la vita chi si occupa della salvaguardia della biodiversità. Le preoccupazioni riguardano soprattutto i grandi animali in via d’estinzione, come i rinoceronti e gli elefanti, che in Africa sono sempre più minacciati da bracconaggio.
Lo studio, pubblicato su Science, ha dimostrato che le nuove tecnologie si stanno rivelando molto utili per facilitare la collaborazione tra coloro che si occupano della tutela degli animali a rischio di scomparsa e dei loro habitat. Grazie alla tecnologia l’uomo salverà gli ambienti naturali sempre più minacciati dal progresso e dal desiderio di ricchezza?
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Le tecnologie informatiche e social facilitano le possibilità di raccogliere e di analizzare dati relativi alle singole specie. Semplici appassionati potranno aiutare i naturalisti a creare enormi database sulla biodiversità. Incrociare le informazioni è stato e sarà importante per individuare esattamente i luoghi in cui le diverse specie animali vivono.
Permetterà di comprendere meglio il fenomeno per cui le specie ormai uniche che vivono in regioni molto piccole tendono ad estinguersi più rapidamente. Talvolta la loro scomparsa avviene ancora prima che siano state scoperte. Grazie ad esperti e comuni cittadini, nasceranno nuove banche dati e quelle già esistenti continueranno ad espandersi, con un impegno comune per difendere la biodiversità e comprendere le motivazioni dell’estinzione.
Marta Albè
Fonte foto: wondergressive.com
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