Tumore al seno: le 17 sostanze chimiche da evitare e i 7 modi per proteggersi

Tumore al seno, gli scienziati statunitensi hanno individuato 17 gruppi di sostanze chimiche presenti nell'ambiente che le donne dovrebbero evitare per ridurre il rischio di contrarre la malattia. Lo studio in questione è stato pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives con il titolo di "New Exposure Biomarkers as Tools For Breast Cancer Epidemiology, Biomonitoring, and Prevention" e comprende alcuni consigli rivolti proprio alle donne.

Tumore al seno, gli scienziati statunitensi hanno individuato 17 gruppi di sostanze chimiche presenti nell’ambiente che le donne dovrebbero evitare per ridurre il rischio di contrarre la malattia. Lo studio in questione è stato pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives con il titolo di “New Exposure Biomarkers as Tools For Breast Cancer Epidemiology, Biomonitoring, and Prevention” e comprende alcuni consigli rivolti proprio alle donne.

A parere di Ruthann Rudel, che ha diretto la ricerca preso il Silent Spring Institute del Massachusetts, gli esperti hanno dato vita a delle linee guida per la prevenzione del cancro al seno che identificano i prodotti a cui le donne sono più esposte. Inoltre, viene indicato come misurare tale esposizione.

I dati emersi aiuteranno i ricercatori ad approfondire gli studi sul cancro al seno e a potenziare le iniziative volte a proteggere le donne dall’esposizione alle sostanze chimiche pericolose. Negli Stati Uniti nel solo 2014 sono stati registrati ben 40 mila casi di decesso provocati dal cancro al seno. Si tratta della seconda causa di morte per le donne negli Usa.

Tra le sostanze chimiche pericolose individuate dagli esperti troviamo benzina, gasolio, vernici, solventi, derivati di disinfettanti utilizzati per il trattamento dell’acqua potabile, benzene, acrilamide, emissioni delle automobili e fumo di tabacco, ritardanti di fiamma, componenti dei farmaci per la terapia ormonale sostitutiva, cibi bruciacchiati.

A parere degli esperti, fino a questo momento il legame tra sostanze chimiche pericolose e tumore al seno non è stato preso in considerazione come invece si dovrebbe. Secondo i ricercatori, potenziali sostanze cancerogene sarebbero presenti persino nell’acqua potabile.

Lo studio rappresenta il primo esempio di documento e ricerca che indaga nei dettagli le sostanze chimiche in grado di incrementare il rischio di cancro al seno e che fornisce ai medici i dettagli per misurarne la presenza nel sangue e nelle urine. Le sostanze più pericolose sono rappresentate da benzene e butadiene.

Lo studio raccomanda alle donne 7 modi per evitare le sostanze pericolose.

1) Limitare l’esposizione ai gas emessi dai veicoli, compresi le macchine per tagliare il prato. Sarebbe meglio scegliere le auto elettriche.

2) Utilizzare una ventola mentre si cucina ed evitare di mangiare cibi bruciacchiati.

3) Evitare tappeti, tessuti e mobili fabbricati con materiali antimacchia.

4) Evitare le lavanderie che utilizzano PERC (perchloroethylene) o altri solventi per il lavaggio a secco.

5) Non acquistare mobili con schiuma di poliuretano o trattati con ritardanti di fiamma.

6) Togliere le scarpe prima di entrare in casa e utilizzare un aspirapolvere con filtro Hepa (ad alta efficienza contro il particolato). Scegliere un panno inumidito per fare le pulizie.

Sostanze da evitare: butadiene, acrylamide, aromatic amines, benzene, halogenated organic solvents, ethylene e propylene oxide, ritardanti di fiamma e metaboliti, heterocyclic amines, ormoni farmaceutici e interferenti endocrini, MX, Nitro PAHs, Ochratoxin A, PFOA, PAHs, styrene e altri composti chimici.

Clicca qui per approfondire.

Secondo Dale Sandler, esperto dell’US National Institute of Environmental Health Sciences, lo studio costituisce una risorsa di fondamentale importanza per coloro che si occupano di approfondire le cause ambientali del cancro al seno. Le cause di una malattia tanto grave possono risultare complesse e multiformi. La speranza è che la ricerca possa aiutarci ad individuarle e a limitare la nostra esposizione alle sostanze pericolose.

Marta Albè

Fonte foto: vanderbilt.edu

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