Ha 25 anni, ama la bici ed è vegano. È Pierre Cesaratto, cicloturista desideroso di dimostrare a tutti l'importanza di una vita a impatto zero che l'estate scorsa ha compiuto un viaggio in bici di 6000 km attraverso quindici stati europei. Da sempre a contatto con la natura, ha maturato il desiderio di unire la passione per lo sport all'attenzione per l'ambiente e alla dieta vegan.
Ha 25 anni, ama la bici ed è vegano. È Pierre Cesaratto, cicloturista desideroso di dimostrare a tutti l’importanza di una vita a impatto zero che l’estate scorsa ha compiuto un viaggio in bici di 6000 km attraverso quindici stati europei. Da sempre a contatto con la natura, ha maturato il desiderio di unire la passione per lo sport all’attenzione per l’ambiente e alla dieta vegan.
È così che ha dimostrato che ciclisti e vegani in Europa e in Italia sono un numero in aumento constante ogni anno, e che una dieta senza derivati animali può andare di pari passo con un’intensa attività sportiva. Ma il giovane Pierre vuole spingersi oltre, superando i confini del vecchio continente. Si sta preparando, infatti, per una nuova ed imminente impresa…
Qual è? Lo ha spiegato a greenMe.it:
Mosso dagli stessi ideali, mi sto preparando per una nuova sfida: percorrere, durante i prossimi mesi estivi, un itinerario dalla lunghezza approssimativa di 8000 km attraverso la Cina. Al momento sono alla ricerca di sponsor. Mi rivolgo alla sensibilità di persone e aziende disposte ad aiutarmi a diffondere il messaggio che porto, a sostenere la mia ricerca scientifica, poiché il tutto ha dei costi di realizzazione, anche se ottimamente minimizzati.
Come è nato il viaggio in Europa?
Mese dopo mese, con l’aumentare delle distanze percorse, compresi le infinite possibilità che la bici riservava, e concepii per la prima volta l’idea di un viaggio in solitaria su due ruote: è nato così il progetto, poi realizzato nell’estate 2013, di percorrere il Vecchio Continente in bicicletta. Parallelamente, spinto dal desiderio di portare personale testimonianza del fatto che una dieta vegana (dai più mal valutata) non pregiudichi un’ottima performance sportiva, mi sono proposto di documentare la mia esperienza on the road sia dal punto di vista umano, che da quello scientifico in vista della mia futura tesi di laurea. Inoltre, data la mia formazione filmico-fotografica, si trattava di una ghiotta occasione per realizzare un film documentario e valorizzare anche artisticamente quell’esperienza.
Che tipo di esperienza è stata?
È stata un’esperienza per molti versi difficile, ma anche profondamente formativa. Dal punto di vista tecnico, nonostante inizialmente mi fossi munito di un’adeguata attrezzatura, la strada percorsa e le immancabili avversità m’insegnarono i veri significati del cicloturismo: passione, concentrazione, dedizione, prontezza, manualità, elasticità nell’affrontare i problemi più impensabili in presenza di risorse limitate. Ma forse, fra tutti, quello che più ha determinato il successo è stato l’avere un grande obiettivo. Dal punto di vista umano, invece, il fatto di non poter contare su presenze affettive stabili ha caratterizzato tutta l’esperienza di viaggio. È stata dura riuscire a godersi le piccole cose e gli affetti occasionalmente instaurati senza che essi minassero la determinazione che mi spingeva a proseguire e non fermarmi troppo a lungo – ma ciò non significa che tutte quelle belle persone che mi hanno aiutato e sostenuto non siano state importanti per me e determinanti per il raggiungimento del mio obiettivo.
E la Cina?
Portata a termine quest’esperienza, ho deciso di non fermarmi, ma di lanciare una nuova sfida per l’anno a seguire. 8000 km da percorrere in Cina, in 4 mesi. È per questo che già poco dopo il mio rientro mi sono attivato per organizzare al meglio il mio nuovo, ambizioso percorso. Il mio obiettivo è di acquisire sempre maggiore visibilità al fine di portare all’attenzione degli altri gli ideali e i pregi di una vita sana, sportiva ed ecosostenibile.
Chi vuole sostenere e/o seguire la sua avventura, lo può fare sulla pagina Facebook Pedalando mi perdo
Roberta Ragni