Vitamina D: la carenza è un fattore di rischio per il cuore. È bene prendere il sole

Uno studio italiano ha evidenziato come bassi livelli di vitamina D siano pericolosi per il cuore. La soluzione? Esporsi al sole...

La vitamina D è molto importante per il nostro organismo in quanto contribuisce a fissare il calcio nelle ossa. Questo significa che una carenza di questa vitamina, combinata spesso anche a bassi livelli del minerale, può essere pericolosa e portare a sviluppare osteoporosi. Un nuovo studio italiano, però, ha evidenziato come bassi livelli di vitamina D siano pericolosi anche per la salute del cuore. Ecco allora che il mezzo più semplice per scongiurare tutte queste eventualità è, semplicemente, stare al sole!

La vitamina D è presente in alcuni alimenti come latte e uova ma, la maggior parte di questa sostanza, il nostro organismo è in grado di sintetizzarla da solo a partire dai raggi solari grazie alla pelle. Secondo gli esperti sono sufficienti 20 minuti al giorno di esposizione alla luce del sole per garantire il giusto apporto di questa vitamina al nostro corpo.

In estate, scegliendo le ore giuste della giornata in cui esporci, possiamo accumularne un po’ dato che la vitamina D è liposolubile e il nostro organismo è in grado di metterla da parte per poi utilizzarla nei periodi in cui non è possibile sintetizzarla al meglio (ad esempio durante la stagione invernale, se viviamo in paesi nordici o stiamo sempre chiusi in ufficio).

L’importanza di questa vitamina per la salute è ormai accertata ma dalla 63esima sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology è arrivata una conferma in più. Secondo lo studio, compiuto su 1484 pazienti da un team di ricercatori dell’Ospedale Maggiore della Carità dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, chi è carente di vitamina D (livelli inferiori a 20ng/mL) ha un rischio più alto del 32% di sviluppare coronaropatia (patologia delle arterie coronariche).

I pazienti analizzati che avevano livelli inferiori a 10ng/mL mostravano tassi di aterosclerosi coronarica quasi due volte più alti di coloro che invece non erano in carenza di questa vitamina. “I risultati della ricerca suggeriscono che la carenza di vitamina D sia la causa piuttosto che la conseguenza dell’aterosclerosi“, ha dichiarato Monica Verdoia, cardiologa e coordinatrice dello studio. La dottoressa ha però sottolineato che “anche se le prove dei benefici dell’integrazione di vitamina D sulla salute cardiovascolare sono ancora carenti, strategie per aumentare la vitamina D endogena dovrebbero essere consigliate per la prevenzione delle malattie cardiovascolari“.

E quale strategia migliore per aumentare la vitamina D endogena (ovvero prodotta dal corpo) se non prendere un po’ di sole (nelle ore giuste e senza esagerare)?

Francesca Biagioli

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