Oggi e’ la Giornata Internazionale delle Foreste 2014. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 21 marzo come Giornata Internazionale delle Foreste. A partire dal 2013, questa giornate viene osservata ogni anno per celebrare e accrescere la consapevolezza dell’importanza delle foreste e degli alberi per la vita sulla Terra, come ricorda la Fao.
Oggi è la Giornata Internazionale delle Foreste. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 21 marzo come momento ufficiale da dedicare al patrimonio forestale mondiale. A partire dal 2013, questa ricorrenza viene osservata ogni anno per celebrare e accrescere la consapevolezza dell’importanza delle foreste e degli alberi per la vita sulla Terra, come ricorda anche la Fao.
Le foreste coprono un terzo del nostro Pianeta e sono una fonte di vita. Gli alberi si adattano ai cambiamenti, ma non per sempre. Per questo dobbiamo contribuire a preservarli. La Fao invita tutti noi a piantare un albero per costruire il nostro futuro, sottolineando che per molte persone del mondo le foreste offrono cibo, riparo e un impiego.
In occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, Legambiente ricorda che in Italia è necessario valorizzare la funzione sociale ed economica delle foreste. Occorre dunque dare un nuovo ruolo al bosco e alle attività collegate. Le aree forestali protette possono infatti rappresentare un laboratorio per sperimentare una gestione sostenibile del bosco, puntando su percorsi di certificazione della attività forestali e della filiera bosco-legno.
Sai davvero che legno usi? Legambiente ci ricorda che c’è legno e legno. Troviamo sia legno certificato, sia legno che non lo è, ma forse non sempre sappiamo riconoscerli. Sui prodotti in legno e a base di legno – dai mobili alla carta – troviamo 2 tipi di certificazione forestale:
1) FSC, la certificazione del Forest Stewardship Council. FSC promuove una gestione responsabile delle foreste dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. La sua certificazione può essere di due tipi: la certificazione della buona gestione forestale (Fm) per i proprietari di foreste e quella della catena di custodia (Coc) per le imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
2) PEFC, il Programma per il riconoscimento degli schemi di certificazione forestale. Il PEFC promuove la gestione forestale sostenibile attraverso una certificazione indipendente. Con la certificazione di tracciabilità della catena di custodia è possibile conoscere tutta la catena di approvvigionamento forestale, al fine di sostenere le buone pratiche nella foresta e assicurare che il legname e i prodotti non legnosi di origine forestale vengano acquistati con il rispetto dei più alti standard ecologici, sociali ed etici.
Legambiente invita dunque tutti i cittadini a cercare sui prodotti finiti i marchi di certificazione che indicano una corretta gestione delle foreste. “La certificazione della filiera – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente – è uno strumento che può e deve garantire la qualità sociale e ambientale delle foreste, implicando, da parte di chi richiede la certificazione, anche l’assunzione di una precisa responsabilità nel gestire in modo sostenibile il patrimonio forestale. La prospettiva di un vantaggio economico che deriva dalla gestione sostenibile di una foresta dovrebbe essere un incentivo per gestori e proprietari a considerare le foreste come un valore aggiunto per la comunità locale e per l’economia”.
Pefc Italia coglie l’occasione per suggerire ai ministri dell’Economia e dell’Ambiente di usare gli appalti pubblici per rafforzare la filiera italiana del legno, incoraggiando gli acquisti “verdi” nelle pubbliche amministrazioni, per valorizzare le foreste italiane e le economie locali, e per ridurre l’importazione di legno dall’estero. Investire nelle filiere del legno di prossimità sarebbe utile per creare nuovi posti di lavoro.
fonte foto: fao.org
È bene ricordare che la politica forestale europea sottolinea l’importanza delle foreste sia per lo sviluppo rurale, ma anche per l’ambiente e la biodiversità, oltre che per la lotta ai cambiamenti climatici, con strumenti specifici per contrastare il commercio di legno illegale. In Italia, però, la normativa europea non è ancora stata recepita, e si continua a tagliare alberi centenari, come accaduto recentemente nel Parco Regionale delle Serre in Calabria e sul lago di Vico nel Lazio, a dimostrazione – come ha sottolineato Nicoletti – della poca cura che abbiamo del nostro patrimonio forestale.
Greenpeace ricorda che ogni 2 secondi un’area di foresta grande quanto un campo da calcio viene distrutta nel mondo. Le foreste ospitano circa due terzi della biodiversità terrestre e si stima che da esse dipenda la sopravvivenza di più di un miliardo e mezzo di persone. Immagazzinano quasi 300 miliardi di tonnellate di carbonio, una cifra 40 volte superiore alle emissioni di gas serra prodotte dai combustibili fossili; per questo la deforestazione inquina quanto tutti i mezzi di trasporto messi insieme al mondo.
In Italia le importazioni di materie prime come olio di palma, legno o polpa di cellulosa o dei prodotti derivati sono collegate alla distruzione delle foreste in Paesi come il Brasile, la Repubblica Democratica del Congo o l’Indonesia. L’Italia diventa perciò complice della perdita di biodiversità, dei conflitti sociali e del cambiamento climatico. Greenpeace chiede dunque a governi e aziende di impegnarsi con politiche a Deforestazione Zero.
Cosa possiamo fare noi per il bene delle foreste? Ad esempio, prendere parte ad una campagna di sensibilizzazione e incrementare il numero di alberi presenti nella città in cui abitiamo. Per partecipare alla Giornata Internazionale delle Foreste, piantate un albero nel luogo in cui vivete, scattate una foto e inviatela a IDF@fao.org.
Marta Albè
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