Destination Unknown. Proteggere i bambini in fuga dalla guerra e dalla povertà, che si dirigono verso una destinazione sconosciuta. Destination Unknown è la campagna di Terre des Hommes che mira a dare supporto e a difendere i minori migranti. A Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, si è tenuto nella giornata di ieri, 19 febbraio 2014, un evento pubblico dal titolo: "My Destination is Unknown: children on the move, will the EU deliver on its commitments?".
Proteggere i bambini migranti che si dirigono verso una destinazione sconosciuta, in fuga dalla guerra, dalla violenza e dalla povertà. Destination Unknown è la campagna di Terre des Hommes che mira a dare supporto e a difendere i minori migranti. A Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, si è tenuto nella giornata di ieri, 19 febbraio 2014, un evento pubblico dal titolo: “My Destination is Unknown: children on the move, will the EU deliver on its commitments?”.
L’incontro è stato organizzato da Terre des Hommes e dall’europarlamentare Nathalie Griesbeck. Terre des Hommes ha deciso di intervenire per allertare i leader politici europei verso la necessità di proteggere i minori migranti. Secondo Terre des Hommes, i piccoli migranti sono prima di tutto bambini e dovrebbero essere protetti senza discriminazioni, nel pieno rispetto dei loro diritti.
Bisognerebbe dunque assicurare loro accesso all’istruzione, servizi sanitari e sociali, supporto legale e orientamento al lavoro. Gli stessi diritti dovrebbero essere applicati a tutti i minori, sia europei che di nazionalità non europea. I bambini e i ragazzi dovrebbero avere l’opportunità di costruire il proprio progetto di vita, indipendentemente dal loro Paese d’origine e dal fatto che si ritrovino soli o possano essere seguiti e supportati dalla famiglia.
Durante l’incontro di ieri a Bruxelles, un giovane migrante ha avuto la possibilità di raccontare la propria storia di fronte ai leader politici europei. Farah, un ragazzo di 18 anni, ha dato voce alla propria vicenda e ha spiegato perché ha deciso di migrare in Europa. È fuggito dalla Somalia verso il Kenya con i propri genitori quando aveva solo 3 anni. Durante l’adolescenza è stato vittima di violazioni dei propri diritti fondamentali e ha deciso di partire alla ricerca di una nuova speranza in Europa.
Il suo viaggio è durato 9 mesi e ha attraversato l’Uganda, il Sudan, il deserto e la Libia, per poi arrivare a Malta, dove nel 2012 è riuscito ad ottenere asilo. Lungo il percorso ha dovuto affrontare abusi, violenze e detenzione. La sua vicenda ricorda quella di milioni di bambini e giovani migranti in fuga dalla guerra e dalla povertà.
Il commissario europeo Cecilia Malmstrom ha sottolineato che al momento non esiste una via legale per arrivare in Europa, in riferimento ai migranti, e che la situazione deve cambiare. I giovani migranti si spostano all’interno dei confini europei senza ricevere alcun aiuto. Malmstron ha ricordato che in Europa, secondo le leggi vigenti, la detenzione dei minori migranti è illegale e che deve essere dato loro accesso ad alcune forme di protezione e ai servizi sociali, come dovrebbe avvenire per tutti gli altri bambini in difficoltà. Un gruppo di europarlamentari ha aperto un dibattito sulla questione, sottolineando l’obbligo dell’UE di intervenire per proteggere i minori.
Terre des Hommes continua ad agire per fare in modo che la detenzione di bambini e minori sia vietata non soltanto in Eruopa, ma in tutto il mondo. Si stima siano 214 milioni i migranti che espatriano, mentre 740 milioni sono i profughi che si spostano all’interno del loro Paese. I minori costituiscono una grossa fetta dei migranti che arrivano dai Paesi in via di sviluppo, circa un terzo di loro ha un’età compresa tra i 12 e i 25 anni.
I loro bisogni ed interessi non vengono quasi mai tenuti in considerazione dalle istituzioni, e l’opinione pubblica, secondo quanto comunicato da Terre des Hommes, tende a percepirli come una minaccia. Proprio per questo motivo, spesso bambini e minori subiscono persecuzioni, detenzioni o respingimenti, senza alcuna protezione. Nessuno Stato rispetterebbe realmente la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia. I Governi avrebbero però l’obbligo di proteggere tutti i bambini, compresi quelli migranti. Spesso, purtroppo, ciò non accade. È giunto il momento di dare il via a un cambiamento.
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Per maggiori informazioni: www.destination-unknown.org.
Marta Albè
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