Avevate mai pensato di coltivare i funghi in casa? C'è chi ha provato a coltivarli in un cassetto o in cantina, magari servendosi di uni dei tanti kit ideati nel corso del tempo soprattutto all'estero, oppure in una scatola. Con un po' di fortuna, è ora possibile reperire un kit per la coltivazione dei funghi anche nei grandi negozi per il giardinaggio. E' però in arrivo una novità. Si tratta di una lampada biodegradabile pensata appositamente per coltivare i funghi.
Avevate mai pensato di coltivare i funghi in casa? C’è chi ha provato a coltivarli in un cassetto o in cantina, magari servendosi di uni dei tanti kit ideati nel corso del tempo soprattutto all’estero, oppure in una scatola. Con un po’ di fortuna, è ora possibile reperire un kit per la coltivazione dei funghi anche nei grandi negozi per il giardinaggio. È però in arrivo una novità. Si tratta di una lampada biodegradabile pensata appositamente per coltivare i funghi.
Dai kit che prevedono di coltivare i funghi a partire dai rifiuti organici, ad esempio fondi di caffè, passiamo dunque a un approccio differente. La lampada biodegradabile Myx è composta da fibre vegetali e da mycelium, la parte dei funghi che ne permette la riproduzione vegetativa. I funghi, nel corso di due settimane, crescono sulla superficie della lampada, nutrendosi delle fibre naturali da cui è composta.
Dopo aver raccolto i funghi, che sono commestibili, rimane del tessuto biodegradabile che può essere compostato o gettato tra i rifiuti organici. I funghi, crescendo, costituiscono un vero e proprio collante per le fibre della lampada. Durante il periodo produttivo, ogni lampada dà vita a 500-600 grammi di funghi del genere Pleurotus ostreatus, tra i più facili da coltivare.
Ciò che della lampada verrà scartato, risulterà particolarmente ricco di sostanze nutritive, per via dei meccanismi vitali attuati dai funghi durante la loro crescita. Il materiale potrà rientrare nella formazione del compost, per arricchirlo. L’ideatore della lampada biodegradabile per coltivare i funghi è Jonas Edvard, che ha dedicato ai propri progetti il sito web jonasedvard.dk.
Marta Albè
Fonte e foto: jonasedvard.dk
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