Scozia, lo stupore e la meraviglia di un Terra ancora da accarezzare

E' cominciato così il nostro viaggio attraverso le Highland scozzesi. 1324 miglia di volti accarezzati, anime sentite e cuori gentili. 1324 miglia percorse in 10 giorni. Una natura che non pone domande e riempie di risposte.

Le esperienze migliori sono quelle che accadono quando la vita ti prende per mano e in quel preciso istante decidi che il mondo può essere davvero un posto meraviglioso. Le scelte migliori sono quelle che hanno per pancia l’istinto e per testa l’illuminazione.

Era da un po’ di tempo che assaporavamo il gusto della terra ormai dimenticato da troppo tempo.. Tra l’alpinismo e la vita di montagna, la voglia di scoprire le meraviglie della natura era forte. Cominci a sentire il bisogno dell’ andare lento, del percepire la perfezione della natura, di una vita sana e buona. La voglia di mettere da parte l’ addestramento e le regole troppo formali. Il bisogno di strappare la maschera e la libertà di accettarsi per quello che si è, in ogni circostanza.

È cominciato così il nostro viaggio attraverso le Highland scozzesi. 1324 miglia di volti accarezzati, anime sentite e cuori gentili. 1324 miglia percorse in 10 giorni. Una natura che non pone domande e riempie di risposte.

La consapevolezza che dietro ogni cosa è nascosto un disegno perfetto, impalpabile e più trasparente che mai.

Atterrati ad Edimburgo siamo partiti alla volta del nord per un viaggio del quale non conoscevamo meta e adattamento.

Tra Loch Lomond, e Fort William è cominciata la nostra trasformazione. Il gusto di assaporare un’ aria incontaminata e la bellezza di osservare distese naturalistiche delle più svariate colorazioni di verde. Laghi maestri che costeggiano le strade regalandoti l’ emozione della calma e del senso delle nostra natura. Il contrasto del bianco e del rosso delle loro rive, e il blu notte delle loro acque.

Proseguendo verso l’Isola di Skye ci è stata concessa un’ultima opportunità di allontanarci gradualmente da ciò che i nostri occhi erano abituati a vedere e ciò che il corpo era abituato a vivere. L’ Eilean Donan Castle pieno di persone, forse felici e forse inconsapevoli; turismo, famiglie, stranieri, gioia e un prezzo per la visita.

Donan Castle

Qualche foto di routine e poi di nuovo su verso nord. Il crepuscolo cominciava ad evolvere in notte e la fame e la stanchezza avanzavano.

Passammo per Glencoe, una delle meraviglie presenti nel mondo. Ma ancora non ci bastava, ancora dovevamo macinare miglia su miglia, magari più avanti ci sarebbe stato qualcosa di più, magari più avanti sarebbe stato ancora più bello..

E noi viviamo costantemente col desiderio che ci sia qualcosa di meglio oltre la nostra vista. La testa e lo sguardo rivolto al futuro, sempre e costantemente. E questo ci impedisce, e ci ha impedito, di assaporare il presente, di goderci quello che la natura in quel preciso e singolo istante ci stava offrendo.

Stanchi e scoraggiati dal “buio scozzese” decidemmo di fermarci in un piccolo lago che costeggiava la strada. Tenda, materassino e sacco a pelo, fornelletto da campeggio, pasta e.. Mangiati dai Midges. Nessuno ci aveva avvisati, ma in Scozia esistono i Midges, insetti microscopici e invisibili che pungono in massa, provocando pizzicore e bollicine sulla pelle. Respiri profondi, sopportazione e lezione imparata: cominciare a seguire la calma e l’istinto.

L’alba cominciava molto presto, e il buio solitamente tardava ad arrivare.. La sensazione era quella di non sentirsi mai abbandonati alla solitudine della notte scura, accompagnati costantemente da una sottile luce che rilassava gli occhi.

Svegliati dal sole scozzese che non godeva di grande fama, siamo arrivati al paradiso terrestre. Le Fairy Pools, piscine naturali scavate in mezzo alle montagne, le Cuillin; a rievocare l’ immagine che dietro ogni possente e autoritaria veduta, si nasconde sempre il cuore più nobile.

LEGGI anche: Fairy Pools: le magiche piscine delle fate dell’isola di Skye

Fiori, acqua trasparente, rocce, archi scavati sotto le acque, freschezza, sole, prati, montagne e pecore.

Ma soprattutto un posto dove finalmente potersi lavare.

Cuillin

Dopo un’ escursione sulle Cuillin di circa 1000 metri di dislivello, ovviamente accompagnati da pecore e mucche delle highland, siamo ripartiti alla scoperta di quest’ isola ancora (e per fortuna) incontaminata.

Un saluto veloce ai fantastici cittadini di Portree che con il loro entusiasmo ci hanno accompagnati alla scoperta di due isole quasi disabitate, rispettivamente 300 persone sulla prima, e ben 2 sulla seconda.

Il tutto accompagnati dalla bellezza dei delfini e delle aquile reali marine dalla coda bianca.

Aquila reale marina dalla coda bianca

Uno scenario tanto vergine e naturale quanto incredibile.

Il nuovo giorno era cominciato, e ormai l’adattamento avanzava. La vita senza schemi e senza limiti cominciava ad abbracciarci e la nostra percezione andava modificandosi..

Coral Beach sarebbe stato il letto su cui riposare, e nessuno avrebbe mai immaginato tanta bellezza in pochi minuti.

Coral Beach

Una spiaggia color indaco e dal tatto di farina, un’ acqua pura pronta ad accompagnarci nel viaggio della consapevolezza, lepri che dall’alto delle loro colline ci osservavano, mucche curiose che ci seguivano, e foche che ci aspettavano.

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Coral Beach 2

Cala la notte e assieme ai tempi della natura siamo andati a dormire.

Un‘alba mai vissuta prima; un’esplosione di amore verso il nuovo giorno, la gioia e la bellezza del risveglio, la tenerezza di un mondo che non avevamo mai visto, la felicità e la naturalezza di un’universo perfetto. Le mucche sono arrivate in massa facendo tremare il terreno, svariate specie di uccelli cantavano e urlavano il mattino e le foche emettevano e battevano amore con il loro verso e le loro pinne. Svegliati da una bellezza che ci ha penetrati nell’anima e ci ha commosso. Un’ immagine che rievocherà per sempre il senso delle cose e il bisogno di vita di ognuno di noi.

Accampamento

Affascinati e scombussolati da quello che ci stava accadendo, partimmo alla volta di un altro trekking per vedere quanti più paesaggi possibili ed è li che arrivò la conferma che il senso d’umanità non è andato perduto. Alla ricerca di un villaggio fantasma, ci siamo invece ritrovati alla scoperta di una casetta bianca, affacciata su scogliere che cadevano a picco per metri e metri sull’ oceano, ci chiedevamo cosa potesse essere.. Un faro forse, un punto d’osservazione per le balene.. L’unico modo per scoprirlo era fare la cosa più naturale al mondo… Entrarci.

Arrivando al Bothy

Eccolo, uno dei bellissimi e accoglienti “Bothy”; bivacchi costruiti da volontari in memoria di persone che hanno dedicato la vita alla natura selvaggia e al rispetto massimo del nostro eco-sistema.

bothy

Camino, stanze, diario di viaggio, cibo e bevande.

Il tutto mantenuto da persone che come noi, capitavano lì senza sceglierlo.

Nessuno in Scozia era a conoscenza di questi rifugi, così decidemmo di metterci in cammino e cercarli anche per le sere successive. E così facemmo.

La bellezza di tutto questo non stava tanto nell’avere un tetto e un posto riparato dove dormire, quanto nello scoprire (leggendo i vari diari) che al mondo ci sono altre persone che condividono gli stessi valori. Qualcuno ancora ha dentro di sé i principi primi dell’uomo; il rispetto, la naturalezza, il cammino, l’uso delle proprie forze, il senso di amore verso l’ altro, il senso di amore verso il mondo e l’aiuto reciproco.

Il rituale serale anti freddo nel frattempo proseguiva, e mentre due cominciavano a preparare da mangiare, gli altri tre andavano in giro per più di un’ora a cercare legna da ardere al fine di scaldarci dalle basse temperature e dal forte vento.

Se volevamo proteggerci dagli insetti dovevamo salire di quota, ma ai vertici delle colline e delle montagne, il vento e il freddo non facevano eccezione.

Ancora arrivò il momento mistico del buio che andava ad infittirsi mentre l’alba del nuovo giorno cominciava già a salutarci.

Colazione e via.

Ad incalzare l’avventura e a ricordarci che nella vita non si può avere il pieno controllo su tutto, è arrivata la nebbia durante la nostra discesa. Quasi a dirci che ogni cosa può arrivare e bisogna accettarla per affrontarla, non combatterla. La nebbia di Scozia è uno dei principali problemi per chi decide di viaggiare in solitudine con lo zaino in spalla. Prendere dei punti di riferimento per orientarsi risulta complicato per il tipo di vegetazione che c’è, e per rendere la cosa ancora più difficile, non avevamo portato con noi né bussole e né cellulari. Nel giro di otto secondi avevamo perso l’orientamento e la strada del ritorno.. Ed è li che è arrivata l’ennesima occasione per imparare. Ci si ferma, ci si siede, si aspetta, ci si mantiene calmi e non si perde la lucidità. E siccome sappiamo che per ogni problema esiste anche la sua soluzione, il vento questa volta ha soffiato a nostro favore portando le voci di alcune persone lontane chilometri affinché potessimo orientarci di nuovo e proseguire nella giusta direzione.

Le nebbia nel frattempo ha cominciato a risalire e il sole è tornato a splendere.

Ullapool

Per il resto dei giorni il viaggio è proseguito verso nord, incontrando molti cervi e daini sul nostro cammino. Abbiamo attraversato Ullapool fino a Dundee e Thurso, passando per Assynt che risulta essere una delle strade panoramiche più belle al mondo. In effetti avevano ragione. Una strada ad una sola corsia che attraversa i più diversi tipi di paesaggio.. Chilometri e chilometri di distese di prati, altrettanti chilometri di colline imponenti e per finire l’ultimo tratto lungo tutta la costa, panorami da togliere il fiato e punti d’osservazione per foche e balene. I tramonti più suggestivi hanno accompagnato le nostre serate, e abbiamo conosciuto persone fantastiche. Tutti disponibili ad offrirci un posto dove dormire e rendere il nostro viaggio più facile possibile. Sempre pronti a ringraziare, a raccontarsi e ad offrirci del thé caldo per le nostre serate. I personaggi più strani con le storie più incredibili. Le persone più semplici e ricche con cui abbiamo mai parlato.

Tra tende, bothy, canzoni e compagnia si stava concludendo la nostra salita.

Una delle ultime sere avevamo deciso di vivere la Scozia a pieno,sfruttando ciò che risultava essere la loro maggior fonte di guadagno; il Bed & Breakfast. Ne abbiamo cercato uno che fosse libero e tra tante ricerche lo abbiamo trovato.

Accogliente, bellissimo esteticamente e con un cucciolo di cane meraviglioso. Ci ha accolto la padrona di casa senza che suonassimo il campanello, ci aveva sentiti arrivare.

La dolcezza che risuonava in ogni sua parola e la gioia nel saperci ospiti.. Ma non ce l’abbiamo fatta. Dopo giorni e giorni di libertà, spazi aperti, niente orari e l’unico orologio era il nostro -quello biologico- non siamo stati capaci di chiuderci in una casa col comfort dei letti, un bagno e tutto ciò che ci serviva. Avevamo riscoperto la vita e il senso di essere chi eravamo. Avevamo imparato ad assecondare i nostri bisogni e ad ascoltare il nostro corpo, e lui sapeva perfettamente ciò che doveva fare.

Se ci sentivamo stanchi ci fermavamo immediatamente e dormivamo, senza più la foga e la frenesia nell’arrivare. Se avevamo fame, mangiavamo tutto quello di cui avevamo voglia.

Ci siamo scusati molte volte, e ce ne siamo andati.

La discesa era cominciata e Aviemore ci attendeva.

L’ ultimo saluto alla Scozia in un altro dei posti incantati. Il Parco Nazionale Cargnorms Aviemore, contornato da boschi, piante fittissime e centenarie, laghi e per finire, delle renne. Sei renne giganti che abbiamo incontrato per caso. La vita sa essere qualcosa di incredibile.

L’ultimo tramonto suggestivo, l’ultimo saluto a quei boschi incantati, l’ utimo bothy, l’ ultimo fuoco e l’ultimo lago su cui poterci rinfrescare.

Siamo scesi alla volta di St. Andrews e ci siamo sentiti spiazzati. Il viaggio si concludeva in un’altra realtà e non riuscivamo a rendercene conto. Le persone non ci guardavano in viso, ci evitavano e nessun campeggio ci ha dato un posto dove poter stendere la nostra tenda. A St. Andrews non era previsto il campeggio libero ovunque, purtroppo. Era ormai sera, pioveva e non sapevamo dove andare. Sembrava che l’umanità fosse sparita nel giro di un’ ora di strada e poche miglia. Tutto quello che avevamo vissuto ci pareva in quell’istante surreale e inverosimile.

Abbastanza affranti siamo partiti verso Glasgow per farci ospitare da un amico.

Il viaggio si è concluso ad Edimburgo dove, dopo aver girato un po’ per le sue strade e aver conosciuto un po’ della sua storia, siamo andati a dormire in aeroporto in attesa del nostro volo.

Una città carina. Il festival di Edimburgo ci ha regalato qualcosa di bello tra artisti di strada e arpe celtiche. Violini, balli tipici, e cornamuse.

Un po’ intolleranti al turismo di massa e al fanatismo, eravamo disorientati. Ma come disse un grande giornalista; “Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare.

Maila Miotto

Il racconto fa parte dell’iniziativa Turista per scelta (green). Per partecipare e diventare il nostro nuovo inviato, c’è tempo fino al 15 ottobre. Qui tutte le info: www.greenme.it/informarsi/eventi-e-iniziative

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