Il relitto della Costa Concordia è tornato in posizione eretta alle 4 di questa mattina, dopo 19 ore di operazioni. L'ormai famoso parbuckling è dunque andato a buon fine. La rotazione della nave era iniziata ieri mattina alle 9, con 3 ore di ritardo rispetto a quanto stabilito dalla tabella di marcia. Ma l'impresa, che non aveva un piano di riserva, sembra essere andata a buon fine
Il relitto della Costa Concordia è tornato in posizione eretta alle 4 di questa mattina, dopo 19 ore di operazioni. L’ormai famoso parbuckling è dunque andato a buon fine. La rotazione della nave era iniziata ieri mattina alle 9, con 3 ore di ritardo rispetto a quanto stabilito dalla tabella di marcia. Ma l’impresa, che non aveva un piano di riserva, sembra essere andata bene.
L’ultimo aggiornamento da parte del team Titan-Micoperi è delle 4: “L’operazione di parbuckling è stata completata con successo. Il relitto è ora in piedi e appoggiato in modo sicuro sul fondale marino artificiale appositamente costruito, ad una profondità di circa 30 metri”. Con un’interruzione attorno alle 19 di ieri per risolvere un problema tecnico che ha richiesto un’ora di lavori di manutenzione. È stato infatti necessario intervenire per evitare la sovrapposizione dei cavi lenti con quelli in tensione
Quasi 20 ore di lavoro per rimettere in piedi il relitto della Concordia, dopo una rotazione di 65 gradi. Questa mattina ciò che resta della nave poggia sulle 6 piattaforme subacquee di acciaio, appositamente posizionate per creare una base stabile.
Uno dei momenti più importanti è stato poco dopo la mezzanotte, quando con il superamento dei 24 gradi di rotazione della nave rispetto alla posizione iniziale, è partita la fase finale del parbuckling della Concordia. In quest’ultima fase, infatti, la rotazione non è stata più realizzata con i cavi in tensione, ma con l’immissione di acqua nei cassoni. Quest’ultima esercita una spinta verso il basso.
E tutto sotto l’occhio attento dell’Arpa Toscana, che ha costantemente monitorato lo stato delle acque e la possibile presenza di sostanze inquinanti, con tre tipi di rilevazioni effettuate nel corso della giornata di ieri. Spiega l’Arpat che l’ultimo campionamento è stato svolto in tarda serata ma i risultati non sono ancora stati resi noti nella pagina dedicata. Ed ecco il video che riassume in time lapse il raddrizzamento della Concordia.
Cosa accadrà adesso? Dopo la rimessa in asse saranno svolte alcune verifica per accertare le condizioni del relitto e per individuare eventuali interventi tecnici da fare, in particolare sulla fiancata rimasta sommersa. Spiega la Protezione Civile che la rotazione della nave rappresenta, comunque, come ha sottolineato il Commissario delegato per l’emergenza Franco Gabrielli “ un punto decisivo per l’allontanamento della nave dalle acque del Giglio”.
Soddisfazione da parte del presidente del Consiglio, che qualche ora ha scritto su Twitter:
Ho appena telefonato a Franco #Gabrielli al #Giglio. Gli ho detto che tutti coloro che stanno lavorando lì sono un grande orgoglio italiano
— Enrico Letta (@EnricoLetta) September 17, 2013
Soddisfazione da parte di Legambiente per la buona riuscita delle operazioni: “Complimenti allo staff e ai lavoratori di Titan/Micoperi, con la Protezione Civile e l’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia con la buona riuscita della difficile rotazione del relitto; grazie anche all’Arpat, all’Università e ai ricercatori che hanno tenuto sotto controllo fino a questo momento il rischio di inquinamento. Ora, massima attenzione va dedicata all’evidente deformazione dello scafo e al forte danno subito dalla fiancata della Costa Concordia che poggiava sugli scogli, soprattutto per la messa in opera dei nuovi cassoni proprio su quel lato della nave, in vista del complesso trasporto del relitto nel porto dove sarà effettuata la demolizione”, ha detto il presidenteì Vittorio Cogliati Dezza. “Ci auguriamo fortemente che la Concordia, con lo scafo così lesionato, sia condotta in un porto vicino in grado di garantire adeguatamente la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente e per questo respingiamo con forza l’ipotesi, tornata a circolare, di portarla fino in Turchia, dove, come dimostrano anche recenti incidenti, molti cantieri non sono adeguati alle nuove normative dell’Unione europea”.
Francesca Mancuso
Foto: Protezione Civile
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