Manca poco più di un mese alla presentazione ufficiale della nuova i8. Ecco le caratteristiche tecniche
BMW svelerà al Salone di Francoforte, in programma dal 12 al 22 settembre, il secondo modello della serie ecologica “i”. La supersportiva ibrida i8 sarà una macchina rivoluzionaria, per pochi (prezzo previsto: almeno 100 mila euro), ma sarà effettivamente ecologica?
Il mondo dell’auto aspetta la prossima mossa del gigante di Monaco: la presentazione a Francoforte della nuova i8, l’ibrida che va a 250 km orari e consuma come una utilitaria. Il mondo dell’ecologia, invece, preferisce aspettare prima di dare un giudizio e affibbiare il bollino green a quest’auto. E per molti buoni motivi.
A leggere le caratteristiche tecniche della i8, infatti, si capisce che siamo di fronte ad un profondo mutamento nel settore auto: la cella in plastica rinforzata e carbonio, che sostituisce il classico telaio in acciaio e alluminio (pesando la metà di quest’ultimo), è il primo “dettaglio” che lascia intuire come BMW stia tentando di creare qualcosa di nuovo guardando al futuro.
Come sempre si parte dal lusso, dove il consumatore può spendere, per poi portare l’innovazione anche ai comuni mortali. E una riduzione del peso (la i8 dovrebbe pesare meno di 1.500 kg, l’ultima BMW M6 sfiora le due tonnellate) di questa entità non potrà che far bene alle automobili. Poi la motorizzazione ibrida o, almeno, “commercialmente” ibrida visto che è composta da un motore 1.5 tre cilindri TwinPower Turbo da ben 230 cavalli di potenza che spinge le ruote posteriori e da uno elettrico che ne aggiunge altri 130 sulle ruote anteriori.
Una scelta identica l’ha fatta anche Citroen con la DS5 ibrida. In entrambe le auto i due motori creano una trazione integrale variabile, gestita elettronicamente in base alle esigenze di potenza, e i due motori possono anche essere utilizzati singolarmente se l’elettronica lo ritiene necessario. Se si vuole andare solo in elettrico si fanno al massimo 32 km ma si possono toccare i 120 orari.
Lo scopo, diciamolo chiaramente, è quello di offrire al cliente un’auto di alta potenza (360 CV complessivi nella i8, con 570 nm di coppia) pur restando nei rigidi limiti di emissione di CO2 previsti dalla normativa europea. Il risultato, secondo i dati ufficiali rilasciati da BMW, è un consumo di 2,5 litri per 100 chilometri con 59 grammi di CO2 a km. Molto meno della stragrande maggioranza delle utilitarie attualmente in commercio.
Il tentativo, quindi, è quello di rendere “ecofriendly” un’auto che eco non lo sarebbe stata mai senza l’utilizzo di queste nuove tecnologie. E, immaginiamo, l’uso quotidiano che il proprietario farà di quest’auto non sarà lo stesso di quello che farebbe il proprietario di una Nissan Leaf. Non per niente la i8 è autolimitata a 250 orari.
Il buono e il verde, però, in questa macchina ci sono comunque. C’è di buono che BMW si stia sforzando a immaginare una catena di montaggio completamente diversa per creare auto completamente diverse, pronte per i prossimi 20 anni di mercato. E si parla di un investimento di svariate centinaia di milioni di euro per le fabbriche della i8 e della i3, mentre il resto della concorrenza si affanna ad abbattere i costi di produzione mettendo gli operai in cassa integrazione.
Come è anche buono che BMW stia puntando su materiali moderni per abbassare notevolmente il peso dell’auto. In un mondo invaso dai SUV, in cui persino le utilitarie ormai pesano almeno una tonnellata, alleggerire vuol dire risparmiare: materia, carburante, emissioni.
Infine, e nella società in cui viviamo non è poco, BMW è riuscita a coniugare tutto questo con la bellezza. C’è poco da fare: la i8 è bella. Anche se non è esattamente ecologica…
Peppe Croce
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