No al nuovo rigassificatore off-shore di Livorno. Numerose le voci di proteste che si sono levate contro il cosiddetto 'bombolone', il mega impianto della Olt Offshore, la società a grande maggioranza di Iren (Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma) e della tedesca E.On
No al nuovo rigassificatore off-shore di Livorno. Numerose le voci di protesta che si sono levate contro il cosiddetto ‘bombolone’, il mega impianto della Olt Offshore, la società a grande maggioranza di Iren (Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma) e della tedesca E.On.
Già tra la fine del mese di agosto e i primi di settembre potrebbe attraccare la prima nave carica di gas liquefatto algerino o nigeriano. L’impianto off shore avrebbe dunque il compito di ricevere gas liquido dall’estero, trattarlo e immetterlo nella rete italiana.
In Toscana in molti sono scesi in piazza per scongiurare la possibilità – che ormai appare più come una certezza – che il rigassificatore venga installato al largo delle coste di Livorno. Ieri, il Comitato Offshore No Grazie ha organizzato una lunga marcia lungo le vie di Livorno, simulando un corteo funebre, in segno di protesta contro il rigassificatore, Tutti i partecipanti erano vestiti di nero con striscioni, corone e in testa al corteo una bara.
Secondo il Comitato, i partecipanti erano circa 3.000: “Molti giovanissimi (e siamo a scuole chiuse), tantissimi gli over-50, e poi tantissime donne”. Il corteo, partito da piazza Mazzini, ha deposto una corona di fronte alla sede della Olt, titolare dell’impianto di rigassificazione. Poi la bara è stata posizionata di fronte ai pescherecci e infine è stata spostata davanti alla sede del Comune. Ecco le immagini:
La protesta si è diffusa anche sulla rete dove Anonymous Italia lo scorso venerdì ha messo fuori uso per ore vari siti istituzionali, tra cui quello del Ministero dell’Ambiente, insieme a quello della Camera di Commercio di Livorno, di Fratelli Neri S.P.A., OLT Offshore, Iren Energia e Iren Ambiente.
Il loro modo di dire No ai rigassificatori: “Ribadendo la natura pacifica della nostra protesta che è da considerarsi affine a FLASHMOB o al SIT-IN, intendiamo tuttavia dar voce a tutti coloro i quali vogliono rivendicare il proprio diritto al dissenso. Inoltre è evidente che se questi e mille altri problemi si sono accatastati nel corso degli anni è perché effettivamente l’azione delle istituzioni in primis il Ministero dell’Ambiente è stata insufficiente o inesistente” si legge sul blog di Amonymous.
LEGGI anche: Sul rigassificatore della OLT per Greenpeace è complotto in alto mare