I Monti Dauni: per una vacanza davvero …hot!

Una terra calda come l'argilla che sagoma le colline, appassionata come le genti daunie sanno essere, mozzafiato come i panorami a perdita d'occhio, gustosa come i piatti tipici e inebriante come i vitigni autoctoni del troja e del tuccanese. Così sono i Monti Dauni.

Una terra calda come l’argilla che sagoma le colline, appassionata come le genti daunie sanno essere, mozzafiato come i panorami a perdita d’occhio, gustosa come i piatti tipici e inebriante come i vitigni autoctoni del troja e del tuccanese. Così sono i Monti Dauni.

Qui ci sono tutti gli elementi per una vacanza ad alta temperatura erotica qui dove regna il tepore anche in piena estate, i bollori risalgono per le emozioni che provocano luoghi e persone. A partire dagli abitanti che abitano la Puglia del Nord, conosciuti per la loro ospitalità e per i caldi abbracci che dispensano in ogni dove.

E poi la cucina con i suoi chef stellati, anche qui il richiamo alla forza della terra e all’autenticità dei prodotti dal produttore al consumatore è d’obbligo. Come da Peppe Zullo, vero guru della cucina dei Monti Dauni, che parla, animato da sana passione, delle sue pietanze a chilometro “sotto-zero“.

È proprio lui con le sue mani nerborute dal colorito ambrato a strappare dall’orto erbe e fiori e farne il condimento ideale di succulenti frittatine in agro-dolce.

Frittata di fiori lw

Oppure – sempre il Maestro realizza – un primo di orecchiette al grano arso con pomodorini e ricotta tosta: un piatto più che hot… diremmo strong! Tra l’ingrediente del grano arso (il grano raccolto quando è già bruciato dal sole dell’ultima mietitura) e la ricotta essiccata e salata, dal sapore quanto mai deciso, l’ardore è tratto.

Ma la passione sui Monti Dauni regge anche il confronto tra arte e cultura che sono davvero un connubio d’eccellenza. Allora come non rimanere ammaliati vedendo gli exultet del Museo della Cattedrale di Troia, sui quali un calligrafo del XII secolo ha trascritto a versi e a figure il preconio pasquale, per cogliere una “vignetta” con i progenitori felici e sghignazzanti, e sì perché a ben guardare nel registro precedente è raffigurata la Resurrezione di Gesù ed il “pericolo” per loro è ormai scampato e sono liberi di tornare nell’Eden. Scorazzano dunque in abiti adamitici nel paradiso terrestre e, mentre tutto è divenuto più che divino, un simpatico serpentello ci prova ancora con Eva: più hot di così.

Foto troia cattedrale

E ancora. Nel complesso dell’ex Monastero di Santa Maria del Popolo (sec. XIV) ad Ascoli Satriano, si celebra con altrettanto fragore un altro fatto importante nella sala che ospita la mostra “Policromie del sublime“; in una vetrina che si staglia sulla parete di fondo, si consuma un banchetto appetitoso: due grifoni, con ali screziate, azzannano e tentano di divorare una compassata cerva che immobile si sottopone al sacrificio. Agli spettatori non rimane che osservare attoniti al lauto pasto e rimanere col fiato sospeso al cospetto di un’opera che, pur contando quasi duemila e cinquecento anni di vita, è di una sconvolgente modernità. Per una visita di pathos allo stato puro.

Ma le emozioni sono anche bacchiche da queste parti e in vitigni originali sono vere e proprie spremute di succosa uva nera. È così che beviamo dell’ottimo vino tuccanese nelle tenute di Zullo ad Orsara di Puglia e del troja doc, nell’antica Aece. Ed è nella piazzetta della Cattedrale di Troia che, con il vino omonimo, la pasticceria Ricasoli impasta degli ottimi taralli dolci e, per non farci mancare nulla, assaggiamo anche un’altra delle loro specialità, la torta Passionata; si, si chiama così, con questo nome evocativo, la deliziosa cassatina di ricotta che scuote il gusto del palato e non solo.

castello ducale Bovino

Dimenticavamo a proposito di emozioni forti… per dormire consigliamo il Castello ducale di Bovino, uno splendido maniero rimaneggiato nel ‘600 dalla famiglia Guevara nel quale, dal mese di agosto, si potrà alloggiare in splendide suite… e con tutta la “passione” accumulata in giro per questi luoghi, forse una dolce notte… è un po’ mesta da augurare!

Francesca Di Gioia

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