Truffa nelle mense scolastiche. Cibi avariati e scaduti, se non addirittura rosicchiati dai topi, sono entrati a dare parte della fornitura per le mense di scuole e ospedali di tutta Italia. Il motivo della truffa? Ottenere il massimo profitto al minimo costo, purtroppo a discapito della salute di pazienti e scolari.
Truffa nelle mense scolastiche. Cibi avariati e scaduti, se non addirittura rosicchiati dai topi, sono entrati a fare parte della fornitura per le mense di scuole e ospedali italiani, con particolare riferimento alla Campania, al Piemonte e all’Abruzzo. Il motivo della truffa? Ottenere il massimo profitto al minimo costo, purtroppo a discapito della salute di pazienti e scolari.
L’inchiesta sulla truffa nelle mense è stata aperta dalla Procura di Napoli. Sei persone sono state fermate e sottoposte a misure cautelari. Sono state eseguite numerose perquisizioni nei confronti dei 45 indagati. L’ipotesi è che ci si trovi di fronte ad una vera e propria associazione per delinquere, in azione dal 2009.
La società Puliedil S.r.l., che opera nel settore delle mense scolastiche e ospedaliere, sarebbe coinvolta nelle truffe. La distribuzione di alimenti avariati nelle mense è stata accompagnata da episodi di corruzione e da truffe relative alle gare di appalto proposte dagli enti locali. I prodotti distribuiti nelle mense delle scuole e degli ospedali sono risultati diversi rispetto a quanto stabilito dalle gare d’appalto sia per qualità che per quantità.
Alimenti rosicchiati dai topi ed in pessimo stato di conservazione hanno raggiunto i tavoli delle mense di numerose scuole e sono stati serviti agli alunni, con particolare riferimento ad alcuni istituti della provincia di Napoli e di Chieti. Carne proveniente dalla Polonia, anziché dal Piemonte, sarebbe stata servita agli anziani ospitati dall’istituti di Val della Torre, in provincia di Torino, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore.
Alla scuola De Amicis di Camposano, in provincia di Napoli, sarebbe stato servito ai bambini del cibo rosicchiato dai topi. I reati contestati riguardano corruzione, associazione per delinquere, truffa, frode nelle pubbliche forniture, falso e turbata libertà degli incanti. Il tutto sarebbe avvenuto, secondo le accuse, con il coinvolgimento di amministratori locali che avrebbero permesso il compimento dei reati.
La Coldiretti è intervenuta a commentare la grave vicenda: “Con 245 mila campani che durante l’anno pranzano in mensa, si tratta di una truffa particolarmente grave perché colpisce le categorie più deboli come i malati negli ospedali, gli anziani ed i giovani delle scuole, per i quali l’alimentazione è determinante per tornare, mantenersi o crescere in salute”.
“Il problema della qualità e della sicurezza – sottolinea la Coldiretti – riguarda in realtà l’intera penisola con 4,6 milioni di italiani che pranzano nelle mense scolastiche, ospedaliere, aziendali e militari ogni anno. Per migliorare la qualità delle mense e togliere spazio alle truffe occorre promuovere un rapporto più diretto con i produttori locali favorendo il consumo di alimenti del territorio a chilometri che garantiscono anche migliore freschezza e qualità”.
Secondo un recente sondaggio condotto da Coldiretti, la ristorazione scolastica non soddisfa tre italiani su quattro (77 per cento) perché si ritiene nel 64 per cento dei casi che debba essere migliorata con prodotti locali e biologici, mentre è troppo costosa per l’8 per cento e offre un menù poco variato per il 5 per cento degli intervistati.
Marta Albè