Presentata dalla Commissione Europea la proposta di modifica della direttiva sulla sicurezza nucleare del 2009. Tramite la nuova direttiva, l'Ue mira a fissare gli obiettivi di sicurezza su tutto il continente per ridurre il più possibile i rischi connessi all'atomo, e mettere al riparo le persone e l’ambiente da un eventuale disastro nucleare
Presentata dalla Commissione Europea la proposta di modifica della direttiva sulla sicurezza nucleare del 2009. Tramite la nuova direttiva, l’Ue mira a fissare gli obiettivi di sicurezza su tutto il continente per ridurre il più possibile i rischi connessi all’atomo, e mettere al riparo le persone e l’ambiente da un eventuale disastro nucleare.
Ad oggi sono 132 i reattori nucleari attivi negli Stati membri. A detenere il record è la Francia con 58 reattori e 19 centrali, seguita da Germania e Spagna, rispettivamente con 9 e 8 reattori.
All’indomani dell’incidente di Fukushima del marzo 2011, i capi di Stato o di governo hanno chiesto alla Commissione, insieme al Gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare (ENSREG), di procedere a prove di stress e di rivedere la legislazione dell’UE in materia di sicurezza nucleare. Fino ad arrivare all’attuale risultato. Secondo la nuova direttiva, l’obiettivo Numero Uno è la sicurezza. Per questo, gli Stati membri dovranno assicurare che in caso di incidente sia praticamente eliminata l’emissione di radioattività nell’ambiente.
In secondo luogo, è obbligatoria la revisione degli impianti ogni sei anni in tutta l’UE: gli Stati membri decideranno insieme uno o più aspetti specifici e la metodologia comune delle valutazioni che saranno eseguite da squadre multinazionali. Inoltre, saranno tenuti ad attuare le raccomandazioni formulate. In caso di ritardi o di mancata attuazione delle raccomandazioni in uno Stato membro la Commissione europea può organizzare missioni di verifica. Anche a livello nazionale ci saranno delle revisioni. Per questo, ogni centrale nucleare dovrà essere sottoposta ad una revisione periodica di sicurezza almeno ogni dieci anni e a una valutazione specifica ove si preveda di prolungarne il funzionamento.
Capitolo a parte quello delle nuove centrali, che dovranno essere progettate in modo da garantire che, in caso di danno al nocciolo del reattore, non vi siano conseguenze all’esterno della centrale. Infine, altro punto chiave è la preparazione all’emergenza e di risposta in sito. Secondo la direttiva, in ogni centrale nucleare sarà obbligatorio creare centri di reazione alle emergenze, protetti contro la radioattività, i terremoti e le inondazioni, e rispettare orientamenti rigorosi per la gestione degli incidenti.
Günther Oettinger, Commissario per l’Energia, ha commentato così la proposta di modifica della direttiva: “La decisione di produrre o no energia nucleare spetta ai singoli Stati membri. Resta il fatto che oggi in Europa sono operativi 132 reattori nucleari. Il nostro compito alla Commissione è garantire che per ognuno di questi impianti la sicurezza sia la primissima priorità.”
Secondo l’Ue, la direttiva garantisce che le autorità nazionali di regolamentazione siano indipendenti nell’adozione delle decisioni e che gli interessi politici, economici o societali non prevalgano sugli obiettivi di sicurezza.