Seguire una dieta vegetariana potrebbe significare vivere più a lungo. Lo sostiene un nuovo pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine dai ricercatori della Loma Linda University, che hanno scoperto come i vegetariani abbiano un rischio del 12% più basso di morire rispetto ai non-vegetariani.
Seguire una dieta vegetariana potrebbe significare vivere più a lungo. Lo sostiene un nuovo pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine dai ricercatori della Loma Linda University, che hanno scoperto come i vegetariani abbiano un rischio del 12% più basso di morire rispetto ai non-vegetariani.
“Questi risultati dimostrano tutta una serie di associazioni tra gli schemi dietetici vegetariani con una mortalità più bassa rispetto al modello alimentare non vegetariano. Dimostrano anche alcune associazioni con la mortalità più bassa dei pescivori, dei vegani e delle diete latto-ovo-vegetariane rispetto alle diete non vegetariane” , spiegano i ricercatori. La ricerca ha coinvolto 73.308 uomini e donne appartenenti alla Chiesa degli Avventisti del Settimo Giorno, che sono stati analizzati a più riprese tra il 2002 e il 2007 e sono stati seguiti per un periodo medio di 5,79 anni. Nel corso di tale periodo di tempo, 2.570 persone sono morte.
I ricercatori hanno così scoperto che, rispetto ai non-vegetariani, tutti i veg avevano un rischio del 12% più basso di morire in questo periodo di tempo. In particolare, tra i vegani c’era il 15% in meno del tasso di morte, mentre chi seguiva una dieta latto-ovo-vegetariana aveva un rischio del 9% più basso e i piscivori del 19% più basso. I semi-vegetariani, infine, hanno fatto registrare l’8% in meno del rischio di morte.
Tuttavia, è importante notare che le persone veg tendevano ad avere maggiori probabilità di essere sposati, di poter vantare livelli di istruzione superiori e di essere più magri. Erano anche più propensi a fare esercizio fisico, a non fumare e a non bere. I ricercatori hanno notato che tutti questi fattori potrebbero avere un ruolo fondamentale nella loro media più bassa sul rischio di morte. Anche il periodo di follow-up, che è stato relativamente breve, non consente di trarre conclusioni definitive. Ma una cosa è certa: chi non mangia la carne ha maggiore coscienza dei danni che derivano dal suo consumo e tende a intraprendere uno stile di vita più sano in generale.
Roberta Ragni
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