“Good things to do”: il documentario che mostra l’esempio danese da seguire

"Good things to do", il bel documentario indipendente presentato al concorso Cinemabiente 2012 di Torino per la regia di Barbara Ferrari e Thomas Peres, parla di progetti che agli occhi di alcuni potrebbero sembrare utopici eppure i cittadini di Samso non la pensano così.

Samso. Se non sapete dove si trova é perché non avete mai visto “Good things to do“.

“Good things to do”, il bel documentario indipendente presentato al concorso Cinemabiente 2012 di Torino per la regia di Barbara Ferrari e Thomas Peres, parla di progetti che agli occhi di alcuni potrebbero sembrare utopici eppure i cittadini di Samso non la pensano così.

Gli autori dicono: ” Good things to do è per noi una piccola finestra sul futuro, il racconto di un posto speciale che potrebbe divenire un esempio di sviluppo eco-sostenibile senza fronzoli, efficace ed economicamente vantaggioso

Vedendolo, infatti, possiamo renderci facilmente conto che, benché il mondo non sia unicamente popolato da persone interessate all’ ecosostenibilità bensì da persone che guardano l’economia, questo non deve per forza essere un limite, ma, se sfruttato nel modo giusto, può diventare un’opportunità.

Sembra molto strano a dirsi ma, come ci viene spiegato, se ci fermiamo un attimo a pensare, tutto diventa più chiaro: “se vogliamo fare qualcosa per combattere il global warming dobbiamo certamente essere più consapevoli e responsabili, ma dobbiamo anche renderci conto che ci sarà sempre qualcuno che non sarà guidato dalla voglia di salvare il pianeta ma dalla voglia di guadagnare. Quindi creare progetti che interessino gli investitori, che permettano uno sviluppo dell’economia e che, allo stesso tempo, siano sostenibili sembra essere la scelta migliore per affrontare il problema.”

Questa é solo una piccola goccia del mare di Samso e del suo progetto eolico.

locandina good

La frase più significativa che possiamo cogliere? “se si sceglie di usare risorse di energia locali questo permetterà una migliore connessione con lo stesso consumo, in altre parole, più avvicini le persone a quest’argomento e più saranno le responsabilità che si assumeranno” niente di più vero.

L’energia infatti sembra essere irreale, mentre, invece, è la cosa più reale che esista, almeno tanto quanto il suo smisurato consumo e la sua basilare necessità.

Ma il progetto che ci viene raccontato a Samso non si limita all’eolico, coinvolge anche l’uso di biomassa, essendo luogo di contadini. Anche in questo caso il segreto é l’autosufficienza: l’intera biomassa presente proviene dall’isola. Tre chilogrammi di paglia danno la stessa quantità di energia di 1 kg di petrolio ma la paglia é meno costosa e può essere prodotta localmente. Ecco un buon modo per unire persone ed energia.

Il viaggio prosegue fino a Hjortshoj, un piccolo villaggio “popolato da persone attente all’ambiente”, come ci viene deliziosamente raccontato, luogo dove possiamo scoprire il forno finlandese e la meravigliosa smoothie bike.

cycle smoothies

Ciò che ci viene insegnata in ” Good things to do” é una lezione molto forte: “Tutto il mondo deve essere pronto al cambiamento ma la Danimarca può essere il punto di partenza…ecco perché questa é “Good things to do”!

La Danimarca: 100% sostenibile entro il 2030, questa é la meta e la partenza é già ottima.

Kia- Carmela Giambrone

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