Tornare indietro nel tempo, nella storia del nostro pianeta si può. Dalla collaborazione tra Google, la Nasa e la US Geological Survey è stato possibile ricreare più di un quarto di secolo di immagini della Terra prese dallo spazio, assemblate per la prima volta in una esperienza interattiva “time-lapse”
Tornare indietro nel tempo, nella storia del nostro pianeta si può. Dalla collaborazione tra Google, la Nasa e la US Geological Survey è stato possibile ricreare più di un quarto di secolo di immagini della Terra prese dallo spazio, assemblate per la prima volta in una esperienza interattiva “time-lapse”.
Le immagini sono state raccolte nel quadro della missione congiunta Landsat. I satelliti hanno osservato la terra dallo spazio dal 1970, con tutte le immagini inviate sulla Terra e archiviate dall’Usgs.
Com’è cambiato il nostro pianeta negli ultimi anni? Basta guardare le immagini per scoprirlo e per ottenere una straordinaria prospettiva storica delle modifiche apportate alla superficie della Terra dallo scorrere del tempo, dando vita al quadro più completo del nostro pianeta mai messo a disposizione del pubblico.
Costruito da milioni di immagini satellitari e migliaia di miliardi di pixel, le nuove mappe spaziali permettono di esplorare questa immensa cartina mondiale all’interno del Timelaps Project. Il periodo è quello che va dal 1984 al 2012. Dalle ricostruzione è possibile notare ad esempio il germogliare della vegetazione nelle isole artificiali Palm di Dubai.
Ma quello che il progetto ha mostrato non riguarda solo le meraviglie del pianeta. I satelliti, ahinoi, hanno monitorato e documentato eventi come il ritiro del ghiacciaio Columbia in Alaska, la deforestazione dell’Amazzonia brasiliana e la crescita urbana di Las Vegas durante questi 28 anni.
Oltre a mostrare il pianeta in una prospettiva a noi sconosciuta, lo scopo del progetto è soprattutto quello di aiutare gli specialisti nella gestione alimentare del mondo, dell’acqua, delle foreste e delle altre risorse naturali, per far fronte alla crescita della popolazione mondiale. Le immagini contengono dati raccolti in diversi punti lungo lo spettro della luce visibile e invisibile. Di conseguenza, esse possono mostrare dove la vegetazione è fiorente e dove invece c’è siccità, dove gli incendi boschivi sono un un pericolo costante e dove l’erosione ha alterato coste o corsi fluviali.
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Francesca Mancuso
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