Bike-sharing: a New York il più grande del mondo. Ma vietato agli obesi

New York si prepara ad ampliare i propri servizi relative alla mobilità sostenibile grazie ad un nuovo progetto di bike sharing. Vi è però un aspetto dell’iniziativa che ha già condotto a numerose discussioni. Si tratta del divieto per gli obesi di utilizzare le biciclette in condivisione a disposizione dei cittadini.

New York si prepara ad ampliare i propri servizi relativi alla mobilità sostenibile grazie ad un nuovo progetto di bike sharing. Vi è però un aspetto dell’iniziativa che ha già condotto a numerose discussioni. Si tratta del divieto per gli obesi di utilizzare le biciclette in condivisione a disposizione dei cittadini.

Secondo quanto dichiarato all’interno del regolamento, vi è un preciso divieto legato al peso per poter accedere al servizio di bike sharing. Si tratta del limite di 117 chili. Il nuovo progetto di bike sharing newyorkese è già stato presentato come il più ampio ed articolato del mondo, eppure la limitazione legata al peso non ha mancato di aprire accese discussioni.

Utilizzare la bicicletta significa non soltanto contribuire alla riduzione dell’inquinamento, evitando l’impiego dell’auto, ma anche approfittare di una comoda occasione per mantenersi in forma. Il bike sharing potrebbe essere considerato come un vero e proprio strumento per la lotta all’obesità, dalla quale gli Stati Uniti risultano particolarmente afflitti. Appare dunque un controsenso vietare l’impiego delle bici in condivisione proprio a coloro che ne trarrebbero il maggior vantaggio dal punto di vista della forma fisica e della salute.

Si potrebbe addirittura pensare ad una vera e propria forma di discriminazione nei confronti di coloro che non possono sfoggiare un fisico esattamente longilineo. L’imposizione di un simile limite non ha mancato di dare adito a proteste da parte dei cittadini. L’imposizione del divieto è stata descritta come una decisione intrapresa per via dei limiti di sicurezza indicati da parte dei costruttori delle biciclette. I mezzi a due ruote potrebbero riuscire a sorreggere pesi maggiori, ma potrebbero purtroppo non tollerarli molto a lungo, con rischio di danni sia ad esse che ai ciclisti.

Le proteste rispetto al lancio del nuovo servizio di bike sharing non riguardano soltanto le discriminazioni nei confronti degli obesi, ma anche ulteriori aspetti più o meno discutibili. Pare che per il posizionamento dei parcheggi per le bici alcune auto dei newyorkesi siano state sottoposte a rimozione forzata.

Altre lamentele, con il rischio che vengano intraprese azioni legali, sono giunte per via di ragioni estetiche. Il posizionamento delle rastrelliere per le bici rovinerebbe infatti lo spazio circostante ad alcuni edifici di lusso di New York. Pare inoltre che alcune lamentele siano giunte da parte degli automobilisti a causa dell’eliminazione di alcuni parcheggi per auto, trasformati in stazioni per il bike sharing.

In altre città americane, tra cui Denver, il bike sharing è invece stato accolto con minor clamore e pressoché senza proteste. È probabile che il progetto newyorkese necessiti di essere migliorato, ma la speranza è che la Grande Mela possa sfruttare al meglio la propria occasione di promozione della mobilità sostenibile, proprio grazie al bike sharing, finora accolto con favore quasi in tutto il mondo.

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