Mobilità sostenibile che stenta a decollare insieme al trasporto pubblico, ma al tempo stesso migliore gestione delle acque reflue e aumento della raccolta differenziata. Queste le principali novità emerse dal nuovo dossier speciale “Trasformazioni Urbane” che anticipa l'edizione di Ecosistema Urbano, il dossier di Legambiente, che dal 1994 analizza le eco-performance dei comuni capoluogo di provincia. Giunto quest'anno alla sua 20esima edizione, il rapporto è stato presentato oggi a Milano
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Mobilità sostenibile che stenta a decollare insieme al trasporto pubblico, ma al tempo stesso migliore gestione delle acque reflue e aumento della raccolta differenziata. Queste le principali novità emerse dal nuovo dossier speciale “Trasformazioni Urbane” che anticipa l’edizione di Ecosistema Urbano, il dossier di Legambiente, che dal 1994 analizza le eco-performance dei comuni capoluogo di provincia. Giunto quest’anno alla sua 20esima edizione, il rapporto è stato presentato oggi a Milano.
Leggeri progressi nella capacità di depurare i reflui, passata dal 70% medio del 1993 al 90% del 2011, oppure nella raccolta differenziata, passata dal 4,4% medio del 1993 al 37,9% del 2011. Ma passi avanti “da lumaca” se si considera il verde urbano cresciuto dal 1993 al 2011 di soli 2 metri quadrati per abitante. Fino ad arrivare ai problemi irrisolti e in fase di stallo già da tempo, che riguardano la mobilità alternativa e il trasporto pubblico, che in Italia non decolla e perde ogni anno passeggeri. Basti pensare che nel 1194 erano 97 i viaggi sui bus per abitante effettuati ogni anno, ma dieci anni dopo, nel 2003 erano 80 e nel 2011 solo 83. A testimonianza della crescita costante dell’utilizzo dell’auto, con le conseguenze sull’ambiente che tutti conosciamo.
I dati. Il rapporto sul ventennale di Ecosistema Urbano ha confrontato i dati 2003-2011 delle 15 città italiane (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona) con più di 200mila abitanti e che insieme hanno una popolazione pari a un sesto di quella complessiva del Paese.
Trasporto Pubblico
Uno dei problemi più grossi emersi dal dossier riguarda la stasi del trasporto pubblico, che affronta una grave crisi. Pochi i miglioramenti registrati in questi anni, con l’aumento dell’uso dell’auto privata. Tra le grandi città, se Roma nel 2003 vantava 499 viaggi per abitante all’anno, oggi è arrivata appena a 519 viaggi/ab./anno, così come Milano che da 404 viaggi/ab./anno del 2003, si attesta oggi a 456 viaggi/ab./anno. Scendono invece i numeri di Catania, Palermo e Trieste, al contrario di Firenze e Padova. Tra le piccole città, Siena, che dal 2003 è prima nella classifica di Ecosistema Urbano nel settore dei trasporti pubblici, ha addirittura registrato un calo passando dai 238 viaggi per abitante all’anno del 2003 ai 212 viaggi del 2011. In generale, il tasso di motorizzazione è rimasto stabile nel tempo: era di 60 auto ogni 100 abitanti nel 1993 e nel 2011 era di 63,8.
Isole pedonali e piste ciclabili
Altre note dolenti. Nel 2003 erano 85 i capoluoghi che adottavano le isoli pedonali e avevano un’estensione media di 0,20 metri quadrati per abitante. Oggi ad averne istituita almeno una sono 98 capoluoghi esaminati su 104 mentre l’estensione è cresciuta di poco, 0,34 metri quadrati per abitante. Neanche le piste ciclabili ci salvano, nonostante la leggera crescita degli ultimi anni che non è bastata a metterci in pari con l’Europa. Basti pensare che tre sole città europee (Helsinki con 1.500 km, Stoccolma e Hannover con 750 ciascuna) eguagliano i 104 capoluoghi italiani. Tra le quindici città prese in esame da segnalare la crescita di Milano, Torino e Padova.
Polveri sottili
Per quanto riguarda il valore di Pm10, le 15 città campione hanno fatto registrare un andamento altalenante, con Milano e Torino sempre in testa nel superamento della media dei 40 mg/mc attestandosi oltre i 50 mg/mc di media. Bene invece Bari, Bologna, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Venezia e Verona che migliorano costantemente abbassando i valori medi annui.
Consumi idrici e depurazione dei reflui
Questa la vera buona notizia. Nei capoluoghi esaminati è stato notato un miglioramento positivo e costante con un abbassamento del consumo medio per abitante al giorno di acqua potabile, soprattutto a Genova, Napoli, Venezia e Verona. Non va altrettanto bene a Catania e Messina, dove i cittadini hanno progressivamente aumentato il consumo di acqua potabile medio giornaliero. Piccolo miglioramento anche sul fronte del trattamento delle acque reflue: se nel 2003 erano 10 i capoluoghi di provincia che dichiaravano di depurare meno del 50% dei reflui e 38 quelli che avviavano al depuratore più del 95% delle acque nere; nel 2011 sono 6 le città che dichiarano di avviare al depuratore meno del 50% delle acque di fogna e 47 i capoluoghi che sono in grado di servire con il depuratore più del 95% degli abitanti. In testa Milano e Padova con i miglioramenti più evidenti.
Produzione rifiuti urbani e raccolta differenziata
La produzione dei rifiuti, complice anche la crisi, è scesa ma la raccolta differenziata è in crescita. Nel 2003 era al 18,3%, ma oggi si attesta su una media di 37,9%. Resta però ancora da centrare l’obbiettivo normativo del 60%, fissato per il 2011. Nessuna delle 15 città esaminate lo ha raggiunto, ma quella che vi si è avvicinata di più è stata Verona (52,7%). Male in Sicilia con Catania, Messina e Palermo ai livelli minimi.
“Il rilancio del trasporto pubblico – spiega Mirko Laurenti, responsabile rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente – sarà la principale sfida che le amministrazioni dovranno affrontare. Ripensare il sistema della mobilità urbana vuol dire pensare a reti integrate fatte di corsie preferenziali per i mezzi pubblici, ma anche di percorsi pedonali-ciclabili chiusi al transito delle auto. Significa dunque immaginare delle nuove città ridisegnando l’attuale modello urbano, guardando davvero verso quelle Smart Cities che, nel nostro Paese, sono ancora lontane. E la manifestazione di #Mobilità Nuova, in programma domani nel capoluogo lombardo, va in questa direzione e dimostra che da parte dei cittadini, dei tanti pedoni, pedali e pendolari, c’è la voglia di raccogliere questa sfida ribadendo a Governo e amministratori locali la necessità di incentivare il settore del trasporto urbano sostenendo, attraverso scelte strategiche, le persone che ogni giorno si muovono usando i mezzi urbani, la bici o le proprie gambe e dando a chi usa l’auto l’opportunità di scegliere un’alternativa più efficiente, sicura ed economica“.
Francesca Mancuso
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