Sequenziato il genoma del pesco. Un consorzio internazionale, The International Peach Genome Initiative (IPGI), ha pubblicato sulla rivista Nature Genetics la sequenza completa del genoma del Prunus persica, grazie al progetto DRUPOMICS. L’utilizzo di particolari metodologie di sequenziamento e di materiali appropriati ha consentito all'IPGI di ottenere una sequenza di alta qualità di cui il 99,3% è posizionata sui cromosomi della specie.
Sequenziato il genoma del pesco. Un consorzio internazionale, “The International Peach Genome Initiative (IPGI)”, ha pubblicato sulla rivista Nature Genetics la sequenza completa del genoma del Prunus persica, grazie al progetto DRUPOMICS, nato in Italia nel 2005, ma realizzato anche grazie alla partecipazione di istituzioni cilene, spagnole e francesi.
L’utilizzo di particolari metodologie di sequenziamento e di materiali appropriati ha consentito all’IPGI di ottenere una sequenza di alta qualità di cui il 99,3% è posizionata sui cromosomi della specie. Lo studio fornisce una dettagliata panoramica delle regioni funzionali del genoma del pesco individuando 27.852 geni, tra i 230 milioni di nucleotidi (1/3 di quelli del melo e 1/13 di quello dell’uomo), che ora forniranno indicazioni importanti per aumentare la qualità e la resistenza alle malattie di un frutto di cui l’Italia è secondo produttore mondiale. Tra questi, 672 geni correlati non solo ai caratteri di qualità (maturazione, aroma, contenuto zuccherino), ma anche alla forma della pianta e del frutto.
La compagine di ricerca italiana ha lavorato all’interno del progetto “Sequenziamento del genoma del pesco ed utilizzo della sequenza in programmi di miglioramento della qualità del frutto del pesco e della resistenza alle malattie”, finanziato dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, coordinato da Ignazio Verde del Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma e formato da ricercatori dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine, del Parco Tecnologico Padano di Lodi, dell’Università di Udine, dell’Università di Bologna, dell’Università di Milano e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, contribuendo al raggiungimento di questo prestigioso traguardo.
“Avendo recentemente completato con successo lo studio di un temibile parassita del kiwi, il CRA è oggi in grado di annunciare un altro grande successo della propria ricerca: la decodifica del genoma del pesco che darà ricadute nella gestione delle produzioni peschicole in condizioni ambientali e climatiche fortemente dipendenti dal cambiamento climatico in corso“, dichiara il Presidente del Consiglio della Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura Prof. Giuseppe Alonzo.
Ignazio Verde, ricercatore del CRA e primo firmatario del lavoro, aggiunge: “la disponibilità della sequenza genomica della specie rappresenta una pietra miliare per gli studi di genetica applicata. L’ampia panoramica dei geni e dei marcatori molecolari individuati renderà possibile l’utilizzo su larga scala della selezione assistita con marcatori – conclude Verde – al fine di ottenere varietà migliorate nelle loro caratteristiche qualitative, con proprietà benefiche alla salute dell’uomo, per la loro adattabilità ai cambiamenti climatici e per la resistenza ai principali parassiti della specie con costi ridotti e in tempi più brevi”.
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Roberta Ragni