Si è chiusa nella giornata di ieri, mercoledì 14 marzo, la riunione della CITES, la conferenza sul commercio internazionale delle specie minacciate da estinzione, protrattasi per un periodo di due settimane. Sono state definite come storiche le decisioni intraprese riguardo al commercio di squali e legnami pregiati. Deludenti, invece, le prese di posizioni riguardo all’avorio.
Si è chiusa nella giornata di ieri, mercoledì 14 marzo, la riunione della CITES, la Conferenza sul commercio internazionale delle specie minacciate da estinzione, protrattasi per un periodo di due settimane. Sono state definite come storiche le decisioni intraprese riguardo al commercio di squali e legnami pregiati. Deludenti, invece, le prese di posizioni riguardo all’avorio.
La conferenza avrebbe infatti potuto costituire un’occasione decisiva per colpire duramente il commercio illegale di avorio, ma i Governi hanno deciso di esprimere un voto contrario relativamente all’imposizione di sanzioni nei confronti dei Paesi coinvolti in tali attività illecite. Le aspettative degli ambientalisti sono state profondamente deluse in tal senso, in quanto la decisione su possibili sanzioni in merito a tale pratica dovranno essere rimandate alla prossima edizione della conferenza.
Se la possibilità di sanzioni è stata negata, è stato però richiesto a Paesi come Uganda, Congo, Egitto, Nigeria, Mozambico ed Etiopia di delineare una serie di azioni da porre in essere al fine di garantire un progresso nella lotta al commercio illegale di avorio entro l’estate del 2014. Si è trattato comunque di rimandare nel tempo decisioni che avrebbero potuto essere intraprese sin da subito.
La speranza è che nel frattempo i Governi decidano di concretizzare azioni più stringenti nei confronti dei Paesi che non rispettano i limiti legati al commercio di avorio. I Governi membri della CITES si sono comunque ritrovati concordi nella necessità di organizzare campagne volte a limitare la domanda di avorio e nel dare vita a tecniche migliori per l’identificazione dell’origine dell’avorio confiscato, tramite test del Dna.
Per quanto riguarda la tutela delle specie protette di squalo, i Governi riuniti hanno ribadito la necessità di una maggiore protezione rivolta alle tre specie maggiormente in pericolo, con particolare riferimento allo squalo smeriglio, allo squalo martello ed allo squalo pinna bianca. I legnami pregiati sono protagonisti di una buona notizia, riguardante nuovi regolamenti volti alla protezione di ebano e palissandro, purtropp oggetto di disboscamento illegale e di eccessiva esportazione da parte del commercio internazionale, per la produzione di mobili, decorazioni e strumenti musicali.
Marta Albè
LEGGI anche:
Stop al commercio di avorio. L’annuncio della Thailandia alla Cites