L'Ue ha approvato lo scorso mercoledì la nuova politica agricola, la PAC. Meno burocratica e più equa per gli agricoltori, in loro aiuto per far fronte alle situazioni di crisi. Tutti buoni propositi, ma le associazioni ambientaliste pur avendo tirato un sospiro di sollievo per via della cancellazione di alcuni punti, non vedono di buon occhio la nuova strategia votata dal Parlamento Ue, che costituirà la base dei negoziati nell’ambito del Consiglio Europeo nei prossimi mesi
Via libera alla PAC. L’Ue ha approvato lo scorso mercoledì la nuova politica agricola. Meno burocratica e più equa per gli agricoltori, in loro aiuto per far fronte alle situazioni di crisi. Tutti buoni propositi, ma le associazioni ambientaliste pur avendo tirato un sospiro di sollievo per via della cancellazione di alcuni punti, non vedono di buon occhio la nuova strategia votata dal Parlamento Ue, che costituirà la base dei negoziati nell’ambito del Consiglio Europeo nei prossimi mesi.
La nuova Pac sarà la prima politica di riforma agricola dell’Ue definita dal Parlamento in qualità di co-legislatore degli Stati membri. La nuova politica promette di essere più green, più equa e maggiormente in grado di garantire la sicurezza alimentare. Come?
Innanzitutto con un finanziamento più equo e trasparente per gli agricoltori. Spiega l’Ue che le differenze tra gli Stati membri nei livelli di finanziamento per gli agricoltori dovrebbero essere in questo modo ridotte dalla nuova Pac. Nessuno degli agricoltori dei vari stati riceverà meno del 65% della media europea. Il Parlamento ha anche votato a favore della pubblicazione dei beneficiari di finanziamenti agricoli nell’Unione e ha inserito un elenco di proprietari terrieri, che dovrebbero essere automaticamente esclusi da questo finanziamento, a meno che dimostrino che l’agricoltura sia una quota sostanziale del loro reddito. Un esempio? Aeroporti e società sportive.
Più soldi per i piccoli agricoltori giovani. Secondo la nuova riforma, i giovani agricoltori devono ottenere il 25% di aiuti per un massimo di 100 ettari. Al contrario, dovrebbero essere meno gli aiuti per i grossi agricoltori. Tuttavia, ciò non si applicherà alle cooperative.
I deputati sono d’accordo anche sul fatto che il 30% dei bilanci nazionali per i pagamenti diretti dovrebbero essere subordinati al rispetto delle misure di greening obbligatorie, ma queste ultime devono essere rese più flessibili e graduali. Le tre misure principali sono la diversificazione delle colture, il mantenimento dei prati permanenti e dei pascoli e la creazione di “aree ecologicamente mirate”.
Latte, zucchero e vino. Al fine di garantire che la scadenza delle quote latte non comporti una grave crisi nel settore lattiero-caseario, i deputati hanno optato per la concessione di aiuti per almeno tre mesi destinati ai produttori di latte che volontariamente hanno tagliato la produzione del 5%. Inoltre il Parlamento ha posto il veto ai piani sulla scadenza nel 2015 delle quote dello zucchero, in modo da consentire ai produttori di barbabietole di prepararsi alla liberalizzazione del settore nel 2020. I diritti di piantare la vite dovrebbero essere prorogati fino al 2030.
Inoltre, gli eurodeputati hanno sottolineato la necessità di ridurre la burocrazia e garantire che le sanzioni per le regole violate siano proporzionate: “Abbiamo bisogno di ridurre il tempo speso dagli agricoltori per le scartoffie”, ha detto Giovanni La Via, relatore per il regolamento relativo a finanziamento, gestione e monitoraggio.
La forma finale della nuova politica agricola dell’UE sarà comunque decisa dal Parlamento, dai ministri delle politiche agricole degli stati membri e dalla Commissione europea durante tre negoziati che dovrebbero iniziare tra la fine di marzo e i primi di aprile.
Ma non tutti sono soddisfatti della nuova PAC. Sebbene il Parlamento abbia bloccato alcuni dei provvedimenti più discussi che la Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale aveva cercato di far passare, non è riuscito a realizzare le riforme necessarie per avere una PAC realmente più verde e capace di proteggere la natura, premiare l’agricoltura più sostenibile e mantenere vitali le zone rurali. Questo il commento delle 14 associazioni italiane che sostengono la campagna per la riforma della PAC. La portavoce Maria Grazia Mammuccini ha dichiarato: “Il voto di oggi è deludente per quelli che come noi chiedono una profonda riforma della politica agricola. Tuttavia, è positivo che l’assemblea plenaria del Parlamento europeo abbia bloccato i peggiori aspetti della proposta della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, compresi i doppi sussidi illegali e la cancellazione dalla condizionalità di metà dei requisiti esistenti in materia di ambiente e di salute pubblica”.
Ma non basta. Secondo le associazioni nella Pac non sarebbero state inserite adeguate misure per premiare le pratiche agricole veramente sostenibili come l’agricoltura biologica e biodinamica: “Ancora una volta si è persa un’occasione strategica per una vera riforma della Pac in grado di dare un contributo al superamento della crisi economica e ambientale che stiamo vivendo”.
Francesca Mancuso
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