Per salvare uno dei più celebri monumenti dell'India, il Taj Mahal, Agra capoluogo dell'omonimo distretto potrebbe diventare una città 'solare'. Meta di visita da parte di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, il mausoleo costruito nel 1632 dall'imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, è a rischio per colpa dell'inquinamento
Per salvare uno dei più celebri monumenti dell’India, il Taj Mahal, Agra capoluogo dell’omonimo distretto potrebbe diventare una città ‘solare’. Meta di visita da parte di tantissimi turisti provenienti da tutto il mondo, il mausoleo costruito nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, è a rischio per colpa dell’inquinamento.
Molte sono state le iniziative e i progetti per salvare il Taj, come quella del 2009 quando venne portata avanti una campagna intrapresa dallo Uttar Pradesh Forest Department e da Organic India, per piantare il Tulasi, una pianta medicinale simile al basilico tipica dell’Asia. Quest’ultima rilasciando una grande quantità di ossigeno ha sì ridotto l’impatto negativo delle emissioni industriali e delle raffinerie ma il mausoleo è ancora a rischio.
Ecco perché occorre una soluzione a lungo termine e ancora più efficace. Così si è deciso di fare di Agra una città solare. Lo Union Ministry of New and Renewable Energy di recente ha approvato un progetto per far sì che la città venga alimentata esclusivamente grazie all’energia prodotta dal sole. E a quanto pare i tempi non dovrebbero essere lunghi. Sebbene durante la riunione, svoltasi al Ministero lo scorso febbraio, non siano trapelate date, sembra che la relazione dettagliata del progetto (DPR) dovrebbe essere pronta e presto potrebbe essere inviata direttamente al Governo dell’Unione.
Agra genera purtroppo elevate concentrazioni di monossido di carbonio. Nella città e nella zona circostante vivono 5,5 milioni di persone e arrivano ogni anno 7 milioni di turisti. Necessario dunque salvaguardare il monumento simbolo del paese insieme alla salute dei suoi abitanti.
Francesca Mancuso
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