NO MUOS: il punto della situazione aspettando la manifestazione del 30 marzo

Fermi i lavori per la costruzione del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della Marina americana che gli Stati Uniti hanno intenzione di costruire in Sicilia, a Niscemi. La protesta delle popolazioni locali si è allargata fino ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, riuscendo almeno per il momento a convicere gli Usa a sospendere il trasporto di materiali e operai nel cantiere di contrada Ulmo, dove è in corso l’installazione di uno dei quattro terminali terrestri del Muos

Fermi i lavori per la costruzione del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della Marina americana che gli Stati Uniti hanno intenzione di costruire in Sicilia, a Niscemi. La protesta delle popolazioni locali si è allargata fino ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, riuscendo almeno per il momento a convicere gli Usa a sospendere il trasporto di materiali e operai nel cantiere di contrada Ulmo, dove è in corso l’installazione di uno dei quattro terminali terrestri del Muos.

La decisione, resa nota lo scorso 15 febbraio dal console degli Stati Uniti a Napoli, ha fatto tirare un sospirto di sollievo agli attivisti siciliani che da mesi chiedevano lo stop. Vinta la prima battaglia, ma la guerra è ancora lunga. Nonostante le azioni dei Comitati e le iniziative di mobilitazione e solidarietà da parte di tutta l’Italia, la partita è tutta da giocare. Toccherà al nuovo Governo decidere le sorti di Niscemi e della Sicilia tutta. Già, perché il Muos non riguarda solo una piccola aree. I suoi effetti nocivi sulla salute si estenderebbero per centinaia di chilometri.

A poco sono valse le rassicurazioni degli americani che con un documento hanno ribadito che il MUOS non è pericoloso per la salute. Immediata la replica da parte del comitato NO MUOS di Niscemi: “Il Muos è in costruzione all’interno di una riserva facente parte del progetto europeo Natura 2000 dove un cittadino qualunque non può costruire una semplice cancellata in cemento mentre agli Usa viene consentito un simile impianto. In secondo luogo, le 46 antenne del precedente impianto di comunicazione non verranno dismesse. Il Muos sarà un ampliamento di quel sistema di comunicazione, quindi inquinamento aggiuntivo a quello degli impianti pregressi. Si tratta di antenne che danno già notevoli problemi agli abitanti e per le quali nessuno ha mai controllato effettivamente il livello di inquinamento. Le verifiche annunciate, poi, saranno impossibili perché allo stato italiano sarà vietato entrare all’interno della base. Dunque non potrà mandare nessun tecnico a verificare l’effettiva accensione di tutte le antenne e a quale potenza funzioneranno”.

Una mobilitazione che continuerà a farsi sentire fino a quando, si legge sul sito, il Governo prendendo atto della volontà popolare non delibererà “l’annullamento di ogni autorizzazione all’installazione in Sicilia del nuovo progetto di morte, imponendo contestualmente alla Marina militare Usa di smantellare i tralicci e le infrastrutture MUOS già realizzati in dispregio delle normative ambientali e paesaggistiche relative alla riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi”.

Una guerra combattuta non solo dagli attivisti, ma anche dai giovani, dai nonni e soprattutto dalle mamme NO MUOS di Niscemi, che fin dal primo momento si sono poste a difesa della salute del territorio e del futuro dei propri figli. Uno sforzo pubblicamente riconosciuto il loro, visto che domani a Roma riceveranno il Premio Speciale Donne, Pace e Ambiente “Wangari Maathai” per il loro impegno in difesa del territorio, della pace e dei diritti. Wangari Maathai, scomparsa nel 2011, è stata una attivista africana diventata, nel 2004, la prima donna del continente africano ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per “il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della pace e dei diritti”. Come stanno facendo nel loro piccole le donne siciliane, che non sono ancora soddisfatte nonostante il piccolo risultato raggiunto.

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Il coordinamento delle mamme no Muos di Niscemi, tramite la portavoce, Concetta Gualato, ha sottolineato infatti come l’emergenza Muos, col blocco dei lavori, non rappresenti, al momento, la priorità, che invece consiste nei veleni che da oltre 20 anni, le 43 antenne in funzione, sprigionano: “A Niscemi, tumori alla tiroide, agli organi riproduttivi, e distacchi della retina in adolescenti, non possono non essere collegate all’emissione delle onde elettromagnetiche, pertanto – conclude la Gualato – lotteremo perché siano spente le 43 antenne che da 20 ci avvelenano l’esistenza”.

E si affilano le unghie sull’isola, dove si sta organizzando una mobilitazione generale. Il coordinamento regionale dei NO MUOS ha rivolto un appello per la manifestazione nazionale che si svolgerà a Niscemi sabato 30 marzo alle ore 14.30 in contrada APA, da dove un corteo sfilerà fino all’ingresso principale della base americana Muos e NRTF.

Francesca Mancuso

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