Svuotamento del Lago di Sauris: un deserto biologico che durera’ anni

Lo svuotamento del Lago di Sauris ha provocato un deserto biologico che durerà per anni. Questo il commento amaro di Legambiente e Wwf sulla decisione presa e attuata da Edipower. Lo svuotamento della diga, secondo la società era stato necessario per il suo funzionamento e per la sicurezza del territorio

Lo svuotamento del Lago di Sauris ha provocato un deserto biologico che durerà per anni. Questo il commento amaro di Legambiente e Wwf sulla decisione presa e attuata da Edipower sullo svuotamento della diga di Lumei, secondo la società, era stato necessario per il suo funzionamento e per la sicurezza del territorio.

Sostiene Edipower che le acque marroni e dense della diga del Lumiei di inizio mese sono state causate da portate d’acqua quattro volte superiori alla media del periodo. Esse avrebbero trascinato a valle più limo del previsto in concentrazioni molto superiori a quelle attese. Per questo Edipower ha deciso di togliere l’acqua al lago. Durante le operazioni però a farne le spese sono state numerose specie ittiche, con una moria di pesci quantificata in 75 kg.

Per rimuovere il materiale di desposito, accumulatosi vicino alle opere di presa e scarico, Edipower ha così dato luogo ad un disatro ambientale passato quasi sotto silenzio, come lamentano anche Legambiente e il Wwf: “Lo svuotamento del Lago di Sauris, secondo Edipower, si è concluso brillantemente, anzi letteralmente bruciando i tempi: 20 giorni, anziché i 60 previsti. Il successo organizzativo, però si è trasformato in un disastro ambientale cui nessuno, pare, durante la conferenza dei servizi svoltasi ieri in regione, ha saputo opporre un dubbio, una perplessità, un’obiezione; salvo il Sindaco di Preone cui va riconosciuto il merito di aver alzato la voce. Eppure siamo di fronte ad un caso analogo a quello patito dalla Val Rosandra lo scorso anno, che ha fatto sollevare i cittadini di Trieste e del Carso”.

Sulla moria di pesci Edipower avrebbe riferito che riguarderebbe quasi solo il lago: il recupero di pesce morto sarebbe di 75 kg, circa 400 esemplari, di cui il 95% cavedani e barbi ed il 5% trote fario: “Sui macroinvertebrati bentonici del torrente, organismi acquatici che sono indicatori della qualità dell’acqua e costituiscono il cibo dei pesci, operazioni come queste – ammette Edipower – ne compromettono un 90-95%, ma in qualche mese la situazione torna quella di prima“. Tuttavia, la trota fario non potrà più essere reintrodotta.

È gravissimo – tuonano le due associazioni – che a fronte di dati tecnici incontestabili, i vari uffici ministeriali e regionali non abbiano saputo nemmeno imporre un minimo di controllo, permettendo ancora di superare, di varie volte oltre l’ammissibile, i limiti di solidi sospesi nelle acque”.

Un documento della Regione Lombardia (Quaderno della ricerca n. 90 della Regione Lombardia “Definizione dell’impatto degli svasi dei bacini artificiali sull’ittiofauna e valutazione delle misure di protezione”) indica infatti come opportuni valori di solidi sospesi molto bassi rispetto a quelli misurati nel Lumiei (fino a 57 g/l, un vero budino).

Per questo le due associazioni hanno chiesto aiuto alla magistratura, affinché possa agire rapidamente per accertare lo stato dei luoghi e di quanto accaduto prima che il quadro della situazione possa mutare definitivamente. Andrebbe poi attivata la procedura governativa di stima del danno ambientale affinché che le amministrazioni locali possano essere rimborsate dei danni subiti “in termini di degrado ambientale, paesaggistico ed economico“.

Francesca Mancuso

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