"Farina pericolosa per la salute". Questo il titolo dell’inchiesta firmata da Luigi Pelazza andata in onda ieri sera su “Le Iene”, che ha puntato i riflettori sulla diffusa abitudine di non procedere alla pulizia periodica dei silos contenenti farine e grano, necessaria per evitare la formazione di muffe e batteri pericolosi. Lo dimostrano chiaramente le immagini, girate sia in provincia di Parma che nel sud Italia, e la testimonianza di un operaio addetto alla sanificazione.
“Farina pericolosa per la salute”. Questo il titolo dell’inchiesta firmata da Luigi Pelazza andata in onda ieri sera su “Le Iene”, che ha puntato i riflettori sulla diffusa abitudine di non procedere alla pulizia periodica dei silos contenenti farine e grano, necessaria per evitare la formazione di muffe e batteri pericolosi. Lo dimostrano chiaramente le immagini, girate sia in provincia di Parma che nel sud Italia, e la testimonianza di un operaio addetto alla sanificazione.
“Sono 20 anni che lavoro nei mulini ne ho visti parecchi e devo dire che tutti sono più o meno nella nostra situazione, se non peggio. Qui di controlli non ne abbiamo mai avuti“, racconta l’operaio. Anche al Dipartimento di Sanità Pubblica di Parma, che dovrebbe controllare tutti i mulini della zona, dove la Iena Pelazza non trova nessun certificato sulla sanificazioni dei mulini, ammettono che si fanno pochi controlli. Pelazza prova anche a rivolgersi direttamente a 8 aziende, chiedendo loro di mostrargli i certificati di sanificazione. Chiaramente, l’inviato non riceve alcun tipo di documento, anche se i silos dovrebbero essere puliti ogni anno per legge.
I rischi legati a questa inadempienza, però, sono davvero alti. Le analisi effettuate su alcune croste trovate in un silos hanno rivelato la presenza di micro tossine dannose per la salute, annoverate tra i più potenti cancerogeni conosciuti fino a ora. I ricercatori hanno individuato anche il desossini- valenolo, una sostanza che produce sintomi come vomito, diarrea e gastroenteriti. Tutti composti pericolosissimi che rischiano di finire all’interno della pasta e del pane che portiamo sulle nostre tavole.
Ma che cos’è esattamente la pulizia dei silos? Come si legge sul sito dell’azienda BECAITALY, che opera dal 2000 nel campo della disinfezione e della disinfestazione industriale e civile, si tratta di “un processo per massimizzare l’efficienza di silos di stoccaggio che contengono grandi moli di polveri“. Nei silos, infatti, il materiale è rifornito dalla cima e rimosso dal fondo. Il libero scorrimento dei materiali immagazzinati è essenziale e determinante nell’efficienza di un silo. Lo scopo dell’efficienza del silo è di far sì che il materiale più vecchio sia utilizzato per primo e non contamini il nuovo e più fresco materiale.
Sono due i principali problemi: il rat holing, o rat hole, cioè quando le polveri aderiscono alle pareti dei silos, e il bridging, che avviene quando il materiale si blocca alla base del silo. “Una volta eseguita la pulizia del silos è consigliabile effettuare una disinfestazione completa dello stesso per prevenire / sanare infestazioni presenti o possibili“, scrive ancora BECAITALY. Nei mulini possono essere presenti, infatti, tutte le principali specie di muridi (ratti e topi). Ma anche blatte e scarafaggi, una delle più gravi minacce per l’industria alimentare, lepidotteri come tignole e altri piralidi, coleotteri (punteruoli, triboli, anobidi e tenebrionidi) e acari.
Nell’ambito dei mulini e nella filiera dei prodotti derivati della farina, sono 4 o 5 le specie che maggiormente possono creare problemi: Acarus siro o acaro della farina, Acarus immobilis, Glycyphagus domesticus, Lepidoglyphus destructor, Gohieria fusca. Resta da chiedersi, quindi, se i silos immortalati dalle immagini di Pelazza, che secondo le testimonianze non vengono puliti anche per periodi di tempo lunghissimi, persino per decenni, non forniscano anche le condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione di questi “infettanti”.
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Roberta Ragni
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