Oggi al mondo ci sono meno di mille gorilla di montagna. La specie rishia l'estinzione, per questo l'Africa ha chiesto aiuto all'Europa per salvare gli 880 esemplari rimasti. Il presidente del Parco Nazionale del Virunga, Emmanuel De Mérode, ha chiesto al Vecchio Continente di salvare i gorilla africani, la cui fine sembra ormai segnata
Oggi al mondo ci sono meno di mille gorilla di montagna. La specie rishia l’estinzione, per questo l’Africa ha chiesto aiuto all’Europa per salvare gli 880 esemplari rimasti. Il presidente del Parco Nazionale del Virunga, Emmanuel De Mérode, ha chiesto al Vecchio Continente di salvare i gorilla africani, la cui fine sembra ormai segnata.
I ‘fortunati’ 880 gorilla sono scampati al bracconaggio e alla deforestazione selvaggia che negli ultimi anni ha decimato la specie del 75%, ma non sono ancora in salvo. A peggiorare la loro già precaria situazione è lo spettro delle perforazioni petrolifere, che incombe sul Parco Nazionale del Virunga, l’area situata tra Congo, Uganda e Ruanda dove essi vivono: alcune grandi industrie del petrolio infatti hanno già acquistato concessioni per l’esplorazione petrolifera in circa l’85% del Parco del Virunga.
Ma la scomparsa dei gorilla di montagna è frutto di anni e anni di caccia, di saccheggio del loro territorio, di deforestazione. Basti pensare che negli ultimi dieci anni è finito sotto il fuoco dei bracconieri il 75% di queste creature, la cui carne chiamata bushmeat purtroppo fa gola a molti, ma sono anche finiti al centro degli interessi del commercio illegale di prodotti derivati e della deforestazione, che ogni anno distrugge nel bacino del Congo ben 700.000 ettari di foresta.
Gli 880 superstiti attualmente sopravvivono solo in due aree, tra il Parco Nazionale del Bwindi e il Parco Nazionale del Virunga, dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ma secondo le Nazioni Unite al tasso attuale di bracconaggio e perdita di habitat, la maggior parte delle popolazioni di gorilla potrebbe sparire entro 10 anni. Per questo il 31 gennaio ci sarà un incontro a Bruxelles, a cui oltre alle autorità europee parteciperà anche il WWF Italia, in questi mesi impegnato nella campagna Green Heart of Africa per salvare il Bacino del Congo.
Alla richiesta di aiuto di De Mérode il WWF ha risposto presente, attraverso la nuova campagna Green Heart of Africa, tutta dedicato ai gorilla di montagna. Da oggi nelle stazioni delle metropolitane di Roma sono presenti i manifesti che invitano gli italiani a “votare la natura, la vera forza del cambiamento” mentre sul sito www.wwf.it/gorilla si possono sostenere le attività anti-bracconaggio grazie all’acquisto di attrezzature per i guardiacaccia, le attività di sensibilizzazione sulle popolazioni locali contro il consumo di carne di gorilla e per un turismo responsabile.
“Salvare il gorilla di montagna significa salvare il Cuore Verde dell’Africa, la sua straordinaria natura e i villaggi e le comunità che vivono nel meraviglioso Parco del Virunga – ha detto Isabella Pratesi, direttore Politiche di Conservazione Internazionali del WWF Italia, che incontrerà il direttore del Parco del Virunga a Bruxelles – Le attività esplorative ed estrattive avrebbero un impatto catastrofico sulle comunità locali e sull’ambiente. Ettari di foresta verrebbero abbattuti, le nuove strade costruite consentirebbero un ingresso facilitato ai bracconieri. Il gorilla è la scimmia geneticamente più simile a noi, il suo sguardo è magnetico e porta con sé la forza irresistibile delle nostre origini. Non possiamo permettere che scompaia per sempre. Oggi più che mai il destino del Parco e di tutti i suoi abitanti è nelle nostre mani.”
Francesca Mancuso
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