Fukushima. Il Giappone si prepara alla realizzazione del più grande parco eolico del mondo, che troverà spazio non lontano da Fukushima. Si tratta di un importante dimostrazione da parte del Paese del Sol Levante, per quanto concerne il progressivo distacco dal nucleare a favore delle fonti rinnovabili, con particolare riferimento all’energia fornita dal vento.
Il Giappone si prepara alla realizzazione del più grande parco eolico del mondo, che troverà spazio non lontano da Fukushima. Si tratta di un importante dimostrazione da parte del Paese del Sol Levante, per quanto concerne il progressivo distacco dal nucleare a favore delle fonti rinnovabili, con particolare riferimento all’energia fornita dal vento.
Il progetto giapponese consiste nella costruzione, entro il 2020, di 143 turbine eoliche su piattaforme, che saranno collocate ad una distanza di 16 chilometri dalle coste di Fukushima. Il parco eolico, una volta completato, potrà generare una parte dell’energia necessaria alla nazione, dopo la decisione di spegnere 54 reattori nucleari a seguito di quanto avvenuto alla centrale nucleare di Fukushima-Daiichi. Soltanto due reattori nucleari in Giappone sarebbero al momento stati riportati al funzionamento.
La costruzione del parco eolico offshore è legata alla volontà di Fukushima di diventare completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, basandosi esclusivamente sul ricorso ad energie rinnovabili, un piano che diverrà realtà anche grazie all’affiancamento del parco eolico con il più grande parco solare della nazione, la cui costruzione è già stata prevista.
La realizzazione del parco eolico offshore giapponese inizierà con la costruzione di una turbina di 200 metri di altezza, da 2 megawatt. Se l’esperimento avrà successo, essa verrà affiancata da altre turbine, fino al completamento del parco eolico. Takeshi Ishihara, esperto dell’Università di Tokyo, sostiene che il progetto è stato realizzato prendendo in considerazione situazioni estreme come uno tsunami o un terremoto, a cui le turbine potranno resistere.
Marta Albè