Quanto è importante avere a disposizione direttamente nell'orto o sul proprio balcone, le piante giuste da usare in cucina e non solo
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Io e Marta decidiamo di seguire un corso di “Erboristeria di base” che viene organizzato da “Orti Insorti” e tenuto dalle dott.ssa Arianna Lamberti e dalla dott.ssa Marta Di Benedetti, entrambe laureate in tecniche erboristiche. Il corso fa parte di un progetto molto più complesso del quale sia io che Marta apprendiamo felici le idee proprio durante la serata.
Arriviamo munite di carta e penna e noi, lì in prima fila, non ci perdiamo niente. Abbiamo unito i nostri appunti e deciso di presentarvi un resoconto del corso, sperando possa esservi utile.
Erboristeria, piante officinali e farmaci naturali
La storia dell’erboristeria si perde nei secoli. Fin dall’antichità, i popoli di ogni angolo del pianeta avevano compreso come le piante potessero rappresentare una risorsa curativa importante, iniziando a scoprirne, semplicemente per tentativi o guidati dall’istinto, le loro proprietà benefiche o nocive.
Il primo erbario risale al 2800 A.C. ed è stato rinvenuto in Cina. Esso riportava 366 specie di piante differenti, considerate curative e quasi “magiche”. Ora sappiamo però che l’erboristeria non è una magia e che gli estratti naturali, con le loro molecole, interagiscono con il nostro organismo, provocando effetti che possono rappresentare una cura e portare ad una vera e propria guarigione. Un passo importante per l’erboristeria avvenne grazie al medico svizzero Paracelso, che per la prima volta iniziò a considerare gli effetti delle diverse parti delle piante officinali, cioè delle loro radici e delle parti aeree (fiori, foglie, gemme, germogli e frutti).
Come le due erboriste hanno spiegato ai presenti, ciò ci ricorda che è bene, quando parliamo di piante e rimedi naturali, ricordare che il termine “naturale” non è sinonimo di “benefico”, in quanto sia le piante che i loro estratti possono presentare aspetti positivi o negativi. Esistono piante che presentano sostanze benefiche e curative e piante che contengono estratti velenosi per l’uomo, che possono risultare anche letali.
Per questo motivo è bene non improvvisarsi nella raccolta e nell’utilizzo di piante spontanee se non si è pienamente certi di ciò che si ha intenzione di raccogliere. Ecco dunque l’importanza di avere a disposizione direttamente nell’orto o sul proprio balcone, grazie a semplici vasi, le piante curative giuste. Anche nel caso degli estratti considerati in generale benefici, ad esempio degli oli essenziali, vi possono essere delle controindicazioni riguardo al dosaggio o al periodo della vita in cui ci si trova. È bene dunque prestare sempre attenzione nel loro utilizzo, oltre che nella preparazione di infusi e decotti.
Piante Officinali
Vengono denominate piante officinali quelle piante che contengono sostanze attive e che possono essere utilizzate per la preparazione di farmaci. Da esse possono essere ricavati estratti differenti, come gli oli essenziali (dalle piante aromatiche), le tinture alcoliche e gli estratti secchi racchiusi in capsule. Con foglie, fiori o radici essiccate possono essere preparate delle tisane attraverso i metodi del decotto o dell’infuso. Con il termine “droga” si intendono quelle parti della pianta che contengono il principio attivo che è possibile utilizzare a scopi curativi.
Il decotto prevede che le parti utili della pianta vengano poste in cottura insieme all’acqua. Esso viene utilizzato per quelle parti della pianta che non contengono estratti tremolabili, come radici e cortecce. L‘infuso prevede che le foglie o i fiori di una pianta (ma anche bacche essiccate o scorze dei frutti) vengano lasciate riposare per un certo periodo di tempo (che di solito varia dai 10 ai 15 minuti) in acqua portata separatamente ad ebollizione.
Per quanto riguarda i farmaci: cosa distingue un farmaco naturale da un farmaco di sintesi? Un farmaco di sintesi contiene un unico principio attivo e agisce in maniera rapida e oggettiva nei confronti del sintomo per il quale esso è stato pensato. Il farmaco naturale è un fitocomplesso, che può essere composto da più piante e presentare dunque più principi attivi in grado di agire rispetto ai diversi sintomi. I suoi effetti si esprimono in maniera più lenta rispetto a quanto avviene per il farmaco di sintesi, ma non per questo un farmaco naturale è da considerare meno efficace.
Le erboriste hanno spiegato come si tratti di una questione di scelte e esigenze personali. Se, ad esempio, si desidera che il mal di testa scompaia immediatamente, si sceglierà un farmaco di sintesi. Se invece il mal di testa è sopportabile e si desidera provare ad alleviarlo a poco a poco, magari riuscendo anche a ridurre la frequenza degli attacchi nel corso del tempo, si sceglierà un farmaco naturale.
Piante aromatiche: proprietà inaspettate tutte da scoprire!
Parlando delle piante aromatiche le due erbooriste ci hanno svelato piccoli segreti che forse molti ignorano. La caratteristica principale delle piante cosiddette aromatiche è proprio il fatto che al loro interno vi é presente l’ “essenza”, ovvero quello che comunemente chiamiamo olio essenziale: quando però questa sostanza si trova nella pianta si chiama “essenza” e solo se è stata estratta si chiama “olio essenziale”.
L’essenza è un prodotto del metabolismo secondario della pianta e quindi non è per lei un prodotto vitale, ma è comunque importante per diverse azioni, alcune delle quali per esempio possono essere quelle di interazione tra una pianta e l’altra oppure di richiamo degli insetti impollinatori, oppure ancora, avendo un’azione antifungina e battericida, sono utili alla pianta per difendersi da agenti patogeni.
L’essenza è prodotta e racchiusa da cellule specializzate per questo compito e che si possono trovare, per esempio nella menta o nella salvia, nelle foglie oppure possono essere sulla buccia dei frutti, come nel caso delle vescicole degli agrumi.
È bene subito chiarire una cosa: è importante stare attenti quando si usano gli oli essenziali perché sono un vero e proprio concertato di principio attivo; possono infatti essere usati sia per uso interno che per uso estremo, ma se si decide di farne uso interno è bene sapere che può essere pericoloso, in quanto possono essere aggressivi, ad esempio verso le mucose o l’apparato gastrointestinale, e quindi, se non è proprio estremamente necessario, è sempre bene non usarli a tale scopo.
Inoltre esistono molte piante da poter utilizzare al posto degli oli essenziali, quindi perché rischiare? Cosa diversa però è utilizzarli in “spot” come per esempio su afte o herpes e quindi in maniera localizzata. Gli oli essenziali subiscono vari metodi di distillazione ma il più comune è quello per corrente di vapore.
Quali piante tenere sul nostro balcone?
Ecco alcune piante officinali e aromatiche che è possibile coltivare in vaso in modo da avere a propria disposizione un orto ricco di rimedi naturali che possono essere messi in pratica per alleviare i disturbi più comuni. Avere a disposizione dei vasi di piante officinali o aromatiche vi permetterà di raccoglierle al momento più opportuno, di essiccarle e di utilizzarle al bisogno.
Si raccomanda l’impiego delle parti essiccate delle piante, in quando esse in infusione sprigionano meglio i propri principi benefici. Ecco una per una le piante che potreste scegliere per il vostro orto curativo, accompagnate dalle loro proprietà e utilizzi.
Piante officinali
TARASSACO – Taraxacum officinale
Il tarassaco (Taraxacum officinale) è riconoscibile per il suo fiore dal colore giallo-arancio e per il suo caratteristico frutto: il soffione, che ne permette la propagazione dei semi. Cresce spontaneamente in campi e prati, ma è necessario evitarne la raccolta lungo strade molto trafficate e inquinate. Del tarassaco si utilizzano le radici, il cui raccolto balsamico per uso officinale avviene a febbraio oppure da maggio a novembre.
Una volta raccolte, le radici devono essere essiccate al sole e conservate in barattoli di vetro o di latta. Le radici di tarassaco possono essere utilizzate in infusione per la preparazione di una tisana dall’effetto diuretico e depurativo. Nello stesso giorno può essere assunto fino ad un litro di tisana di tarassaco.
Essa è però controindicata a chi assume farmaci diuretici e può provocare reazioni indesiderate in chi soffre di allergia all’ambrosia. L’infuso può essere impiegato per uso esterno al fine di stimolare il cuoio capelluto e per combattere la forfora. Per la preparazione della tisana si impiegano 1 o 2 cucchiaini di radice di tarassaco per ogni tazza d’acqua bollente. Lasciare in infusione per 15 minuti e filtrare.
ORTICA – Urtica dioica
L’ortica (Urtica dioica) è una pianta erbacea perenne le cui foglie possono essere raccolte da aprile a settembre, durante la fioritura, utilizzando dei guanti. Il potere irritante delle foglie di ortica scompare con l’essiccazione o dopo la cottura. Le foglie devono essere lasciate essiccare all’aria ed in seguito conservate in sacchetti di plastica o di iuta.
L’ortica è considerata benefica per il suo contenuto di sali minerali e vitamina C. La tisana di ortica, che si prepara lasciando in infusione per 15 minuti tre cucchiaini di foglie essiccate e sbriciolate per tazza, è particolarmente indicata in caso di infiammazioni della prostata, per la cura delle quali può esserne consumato fino ad un litro al giorno.
La tisana di foglie di ortica essiccate può essere bevuta calda al momento, oppure assunta fredda, dopo averla preparata la sera per la mattina successiva. La stessa tisana, una volta raffreddata, è impiegabile per uso esterno come tonico per il viso per la cura della pelle grassa o mista.
LEGGI anche: Ortica: i mille benefici e come utilizzarla al meglio
AGLIO – Allium sativum
L’aglio (Allium sativum) può essere coltivato in vaso interrando i bulbilli a novembre per poterlo consumare in primavera. Deve essere raccolto quando le foglie sono quasi secche e deve essere lasciato essiccare per una settimana prima di consumarlo. L’aglio è il più potente antibatterico naturale. Abbassa il colesterolo e la pressione, oltre a fluidificare il sangue.
Bisognerebbe consumare 4 grammi di aglio crudo al giorno per poter ottenere degli effetti curativi. Il sapore dell’aglio però non è gradito a tutti. In alternativa in erboristeria può essere reperito il corrispondente estratto secco.
Il consumo di aglio è controindicato durante l’allattamento, poiché rende sgradevole il sapore del latte materno. L’aglio deve essere consumato con attenzione da chi segue cure per la pressione, il colesterolo o la fluidificazione del sangue, perché esso può potenziare l’effetto dei farmaci assunti. LEGGI anche: Come coltivare l’aglio in balcone in 6 mosse
PASSIFLORA – Passiflora incarnata
La passiflora (Passiflora incarnata) è una pianta rampicante spesso impiegata ad uso ornamentale di cui non devono essere dimenticate le proprietà benefiche. Per la preparazione di rimedi erboristici e medicinali vengono utilizzate le parti aeree della passiflora (steli, fiori, foglie e frutto). Esse vengono impiegate per la cura di ansia, angoscia e insonnia dovuta ad agitazione.
I rimedi a base di passiflora agiscono rapidamente con il loro effetto rilassante e sedativo nei confronti del sistema nervoso centrale. La tisana di passiflora viene preparata sotto forma di infuso e ne possono essere consumate due tazze al giorno.
Nelle tisane la passiflora può essere associata ad altre piante, come la melissa. L’utilizzo della tisana di passiflora e dei prodotti curativi a base della stessa è da sconsigliare in gravidanza, poiché non esistono studi che ne provino l’innocuità. La tisana viene preparata lasciando in infusione due cucchiaini per tazza di passiflora essiccata.
MELISSA – Melissa officinalis
La melissa (Melissa officinalis) è contraddistinta dal profumo di limone delle foglie fresche, che scompare però dopo l’essiccazione. Svolge un azione miorilassante sulla muscolatura liscia dell’intestino e per questo motivo viene considerata come un ottimo rimedio per chi soffre di sindrome del colon irritabile, una patologia che ha un’origine prevalentemente psicosomatica.
Le foglie di melissa essiccate (due cucchiaini per tazza) vengono utilizzate per la preparazione di una tisana, da consumare in una quantità massima di 500 ml al giorno. La melissa stimola la tiroide ed è controindicata a chi soffre di problemi di salute in merito. Il suo uso esterno avviene grazie all’estrazione dell’olio essenziale, che può essere applicato nella quantità di una goccia per la cura dell’herpes labiale.
MALVA – Malva silvestris
La malva (Malva silvestris) è una pianta officinale perenne, della quale vengono utilizzati fiori e foglie per la preparazione di rimedi erboristici. Dopo essere stata raccolta, deve essere essiccata all’ombra. La malva contiene mucillagini che la rendono adatta a proteggerci dai bruciori di stomaco e a disinfiammare l’intestino. È inoltre un lassativo molto leggero.
Le foglie e i fiori essiccati (due cucchiaini per tazza) vengono utilizzati per la preparazione di una tisana da consumare nella quantità massima di un litro al giorno. L’infuso di malva può essere utilizzato come collutorio per calmare i fastidi causati dalle gengive infiammate.
Foglie e fiori possono essere lasciati in infusione insieme ad una manciata di semi di lino per ottenere un composto mucillaginoso da utilizzare come cataplasma da applicare sul petto per la cura della tosse con l’aiuto di una garza o di un fazzoletto.
Piante aromatiche
SALVIA – Salvia officinalis
La salvia è un arbusto sempreverde con delle belle foglie verdi ricche di essenza e con piccoli fiorellini viola. La droga è rappresentata dalla foglia e dai fiori che vengono raccolti rispettivamente in aprile-luglio ed in maggio-agosto. Viene coltivata in terreni calcarei, pastosi ma sempre ben drenati. L’essiccazione deve avvenire in locali arieggiati e poi va riposta in sacchetti di carta o di tela.
Ve n’è stato fatto un grande uso tradizionale, da sempre usata per l’alitosi e per avere denti brillanti. È un battericida naturale, ha grandi proprietà digestive, tanto che una vecchia ricetta parla di un vino digestivo molto utile dopo pasti abbondanti. Si mettevano 40gr di foglie di salvia in 1lt di vino bianco e si lasciavano macerare 5 gg. La posologia era di 1 bicchierino dopo i pasti.
Ma l’uso in cucina è dunque comune, e l’uso in fitoterapia? Ad uso interno è utile per il sistema gastrointestinale; è un antispasmodico quindi agisce sulla muscolatura liscia aiutando in caso di contrazioni, stimola la produzione di bile, essendo coleretico, disintossicante del fegato e stimola anche la digestione essendo amarotonica e stimolante le secrezioni gastriche.
Ha un’azione antiigrotica in quanto diminuisce l’eccessiva sudorazione; questo è dovuto soprattutto al suo olio essenziale. Inoltre contiene anche alcune sostanze esterogeniche che la rendono perfetta in caso di “vampate da menopausa”.
L’assunzione è di 2 o 3 volte al dì come infuso (esiste anche come tintura madre o come estratto ma sono composizioni più forti). Per uso esterno, invece, l’olio essenziale può essere aggiunto ai dentifrici o ad oli base come l’olio di mandorle dolci o di argan ed è perfetto come purificante e deodorante.
Presenta controindicazioni: ne è assolutamente VIETATO L’USO IN ALLATTAMENTO PERCHÉ BLOCCA la produzione del latte ed anche in gravidanza è meglio non farne uso dato che ha molecole che sono capaci di interagire con gli ormoni femminili.
La massima attenzione è da tenere nel caso dell’uso dell’olio essenziale: solo 12 gocce per uso interno (dose che non si prende mai) è capace di dare malessere fino a dare convulsioni. Ha quindi una dose tossica piuttosto bassa.
ROSMARINO – Rosmarinus officinalis
Il rosmarino fa parte delle labiate, la sua droga sono i ramoscelli con le foglie aghiformi ed i suoi fiorellini. Cresce spontaneo nelle zone di riviera. ma si accontenta di qualsiasi clima. Le foglie vengono raccolte d’estate e l’essiccazione deve essere fatta all’ombra. Dalla pianta si estrae l’olio essenziale che viene usato anche in cucina (ma sempre con molta attenzione).
In fitoterapia è un ottimo antiossidante, agisce infatti contro i radicali liberi, è ottimo per la digestione in quanto stimola le secrezioni gastriche ed è inoltre anche un buon diuretico. Il suo uso esterno è utile in caso di cattiva circolazione, infatti stimola la circolazione tanto che una ricetta veloce per un buon olio anticellulite é: olio essenziale di rosmarino, olio essenziale di betulla in un olio base a scelta.
L’olio essenziale calma la tosse e sembra, da alcuni studi, che stimoli leggermente la memoria (al contrario della lavanda, che invece tende ad essere calmante), è quindi un perfetto olio essenziale da usare in aromaterapia durante i periodi di studio o concentrazione. Per uso esterno viene usato in impacchi per pelle grassa o per i capelli grassi, è infatti un ottimo detergente e purificante.
Controindicazioni: l’olio essenziale in aromaterapia NON VA MAI USATO IN STANZE IN CUI VI SONO NEONATI O BIMBI PICCOLI perché olio essenziali come questi, cioè balsamici, provocano spasmi muscolari. A dosi troppo elevate poi (uso interno) può provocare convulsioni e NON VA MAI USATO in gravidanza perché contenendo sostanze che possono variare flusso mestruale crea rischi inutili. (LEGGI anche: rosmarino: come coltivarlo in vaso o in giardino
MENTA – Menta piperita
La menta presenta degli stoloni e proprio grazie ad essi largamente infestante; ne esistono di tantissimi tipi ma la Menta piperita ha una concentrazione di essenza molto alta nelle foglie, la su droga infatti sono le foglie e le sommità fiorite che vengono raccolte tra luglio agosto.
Anche le i fa parte della stessa famiglia della salvia e del rosmarino, le labiate.
Ha un uso interno: agisce a livello del sistema gastrointestinale, perché aiuta la digestione e l’olio essenziale ha un’azione antispasmodica della muscolatura liscia. L’olio essenziale viene molto utilizzato nelle tisane lassative che contengono piante quali la senna o la frangola che sono un pochino irritanti della mucosa dell’intestino e quindi bloccano un po’ i movimenti intestinali; la menta invece essendo un tonico dell’intestino viene quindi affiancato a tali piante, oltre che per il fatto che ha un ottimo sapore.
Il mentolo che la menta contiene ha un‘azione tonificante, quindi è bene non bere mai tisane a base di menta poco prima di dormire se non si vuole soffrire di insonnia. Anche la menta serve come espettorante: agisce sulla tosse e come uso esterno è possibile anche in questo caso farne un olio curativo a base di un olio vegetale a scelta con l’aggiunta di olio essenziale; questo olio così ottenuto sarà utile in caso di pruriti o infiammazione della cute o ancora dermatiti.
Infine l’olio essenziale di menta è utile per lievi infiammazioni delle vie aeree; è utile quindi per fare suffumigi in quanto è un ottimo battericida e libera anche il naso essendo balsamico (porre in acqua bollente qualche goccia di olio essenziale ma attenzione a tener ben chiusi gli occhi se no bruciano!).
NON si usa sui bambini perché può creare degli spasmi. (LEGGI anche: Menta: proprietà, benefici e utilizzi)
TIMO – Thimus vulgaris
In questo caso la droga della pianta sono le foglie ed i fiori; è di origine mediterranea ed ama i terreni calcarei infatti la crescere la pianta in questo tipo di terreno permette di aumentare la concentrazione delle essenze nelle piante.
Il timo veniva usato dai greci come pianta per le malattie del petto, i romani lo usavano per vini e formaggi e come conservante degli alimenti; queste proprietà sono date dal fatto che il suo olio essenziale è un forte battericida grazie al timolo contenuto in esso. Il timo non va mai usato per uso interno, perché anche a basse dosi può dar fastidio (anche solo 2 gocce!).
Agisce, come detto, sull’apparato respiratorio e digestivo ed è espettorante e mucolitico. Blocca la tosse ed agisce sui bronchi, è perfetto quindi per le bronchiti (tisana a base di timo). Agisce bene sulla digestione, sulle gastriti e favorisce la produzione della bile. Si usa come infuso o estratto secco.
Può essere usato anche aggiunto ai dentifrici per le sue proprietà antibatteriche ed è un tonico del cuoio capelluto, stimolando la crescita del capello: basta fare delle frizioni; è perfetto insieme al rosmarino. Il timo si raccoglie tagliandolo a 5 cm dal suolo, evitando la parte legnosa (le foglie più basse sono più ricche di o.e. e questo è una particolarità perché di solito sono le foglie più nuove che sono più ricche di o.e.)
L’USO DELL’O.E. DA PROBLEMI GASTRICI E PUO’ PORTARE A INFASTIDIRE IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE AD ALTE DOSI.
LAVANDA – Lavandula officinalis
La lavanda ama molto la siccità; si utilizzano i fiori appena sbocciati. Anche questa pianta appartiene alle labiate, fiorisce a giugno e a settembre, e la sua raccolta avviene appena sbocciano i fiori. È usatissima come profumatore di cassetti ed armadi o per fare cuscini aromatici. La possiamo essiccare ponendo le spighe su un vassoio e poi attendendo che si stacchino da soli i fiorellini.
Nell’ ‘800 fino a tutto il ‘900 veniva usata per curare i nervi e le “isterie“, ancora oggi è molto usata in aromaterapia perché rilassa il sistema nervoso centrale. In uso interno non viene usata tantissima ma può comunque essere usata come sedativo aggiunta alle tisane.
Anche l’olio essenziale di lavanda è digestivo e non ha controindicazioni se non che se le dosi sono troppo alte ha l’effetto contrario, di eccitante. La pianta va bene in gravidanza e allattamento, mentre l’olio essenziale può essere usato in aromaterapia (ma non fare cuscini aromatici per bambini!). Non deve andare a contatto con la pelle dei bimbi. LEGGI anche: Lavanda: proprietà benefiche e i mille usi per la salute e la bellezza
Quindi, cosa aspettate a creare il vostro orto sul balcone erboristico?
Kia – Carmela Giambrone e Marta Albè
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