Pesce, mercurio.Il mercurio presente nelle acque di mari, laghi ed oceani è invisibile ad occhio nudo e, in maniera altrettanto nascosta, va ad insinuarsi all’interno del pesce e dei prodotti ittici in generale che vengono in seguito pescati, commercializzati e portati sulle tavole in tutto il mondo. La contaminazione da mercurio di acque terrestri e pesci è da imputare alle attività umane.
Il mercurio presente nelle acque di mari, laghi ed oceani è invisibile ad occhio nudo e, in maniera altrettanto nascosta, va ad insinuarsi all’interno del pesce e dei prodotti ittici in generale che vengono in seguito pescati, commercializzati e portati sulle tavole in tutto il mondo. La contaminazione da mercurio di acque terrestri e pesci è da imputare alle attività umane.
Da alcuni dati comunicati di recente da parte della LAV, emerge come, secondo l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura (Irepa), nel 2011 in Italia siano state consumate 1 milione e 197 mila tonnellate di pesce, 19,7 kg pro capite, il 79,9% delle quali importate dall’estero, con scarsa qualità e senza tracciabilità del prodotto. Come possono dunque i consumatori di pesce essere certi che quanto acquistato non provenga da acque contaminate da mercurio?
Proprio questo mese è stato pubblicato un importante dossier in merito, dal titolo “Sources to Seafood: Mercury Pollution in the Marine Environment”, volto a determinare la presenza di mercurio nell’ambiente marino, con particolare riferimento alla Baia di San Francisco, al golfo del Messico, all’Oceano Artico, all’estuario del fiume Hudson e ad altri luoghi situati nei pressi degli Stati Uniti.
Riguardo all’inquinamento da mercurio delle acque terrestri ed alla presenza di mercurio nell’alimentazione umana attraverso il consumo di pesce, gli esperti si sono impegnati a rilevare quali siano gli effetti sulla salute. La contaminazione da mercurio delle acque terrestri è stata considerata dagli scienziati come un grave problema presente a livello mondiale. In proposito sono stati raccolti 11 documenti scientifici, i cui dati sono stati riassunti nel dossier di cui sopra.
Secondo quanto rilevato da parte degli scienziati, la presenza di mercurio negli oceani è più che raddoppiata per via delle attività umane nel corso dell’ultimo secolo. La presenza di mercurio nel pesce e nei prodotti ittici in generale resta invisibile ed appare innocua fino al momento in cui essa viene correlata a disturbi cognitivi o dello sviluppo in bambini nati da donne che vi sono state esposte.
Per tale motivo, può accadere che alle donne in gravidanza venga sconsigliato il consumo di tonno o di pesce spada, in quanto tali specie ittiche potrebbero aver subito le maggiori contaminazioni da mercurio. Raramente però viene loro comunicato da dove derivi proprio quel mercurio che dovrebbero cercare di evitare.
Secondo quanto dichiarato da parte di Celia Chen, tra gli oltre 70 scienziati che nel corso degli ultimi due anni si sono occupati della realizzazione del dossier riguardante l’inquinamento marino da mercurio, la maggior parte del mercurio presente in mare aperto proviene da emissioni inquinanti che raggiungono l’atmosfera, che a loro volta derivano dall’impiego di combustibili fossili, come il carbone. L’inquinamento da mercurio nei pressi delle coste è da imputare maggiormente ad altre attività industriali presenti nelle loro vicinanze.
Il dossier è stato compilato allo scopo di sollevare l’attenzione sulle norme di sicurezza riguardanti prodotti ittici e mercurio, non soltanto negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, in previsione di futuri accordi tra diverse nazioni in proposito. Secondo gli esperti, soltanto riducendo le emissioni inquinanti nell’atmosfera, si potrebbe evitare l’inquinamento da mercurio che affligge le acque marine e gli esseri viventi che le popolano. Al momento gli esperti si augurano che il monitoraggio relativo a inquinamento e prodotti ittici possa essere potenziato, con particolare riferimento al mercurio, dato che i suoi effetti sulla salute umana sono ormai noti.
Marta Albè
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