I bambini sono i più colpiti dal carbone. Nel giorno in cui a Brindisi parte il processo contro i 13 dirigenti Enel della centrale Federico II, accusati di getto pericoloso di cose, danneggiamento delle colture e insudiciamento delle abitazioni, Greenpeace ha svelato il mistero dei manifesti anonimi apparsi in questi giorni negli spazi di affissione della città pugliese
I bambini sono i più colpiti dal carbone. Nel giorno in cui a Brindisi parte il processo contro i 13 dirigenti Enel della centrale Federico II, accusati di getto pericoloso di cose, danneggiamento delle colture e insudiciamento delle abitazioni, Greenpeace ha svelato il mistero dei manifesti anonimi apparsi in questi giorni negli spazi di affissione della città pugliese.
Nei manifesti si leggeva: “Sono in arrivo nuovi filtri per le centrali a carbone della tua città”. Oggi invece l’associazione ambientalista ha diffuso nuovi manifesti, questa volta firmati, che vedono come protagonisti dei bambini, le vittime principali dell’inquinamento, perché più deboli. Ed ecco che il messaggio dei manifesti precedenti, oggi è diventato: “Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…” seguito dal nome del bambino e da un’immagine a dir poco inquietante: le scure centrali a carbone accostate all’immagine dei bimbi. Perché sono proprio i più piccoli i primi a pagare per le emissioni inquinanti. Diversi studi hanno evidenziato ad esempio i danni neurologici provocati ai bambini dal mercurio che fuoriesce dalle centrali.
Chi ha avuto la possibilità di vedere da vicino i cartelloni, in calce alle foto avrà letto anche: “Deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro. Gli 84 inquinanti emessi da una centrale a carbone hanno molti effetti sui tuoi figli, ma una sola soluzione: fermare il carbone”.
È questo l’appello di Greenpeace, che attacca Enel, chiedendo un progressivo abbandono, entro il 2030, del carbone. Non sono solo gli ambientalisti a dirlo. Anche l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha segnalato che nel 2011 la centrale Enel di Brindisi è stata il sito industriale più inquinante d’Italia. Spiega Greenpeace, che secondo l’Agenzia della UE le emissioni di quell’impianto in riferimento ai dati del 2009 determinarono una mortalità prematura stimabile in 119 casi l’anno. Senza contare l’impianto di Brindisi Nord di Edipower.
“Con questa campagna intendiamo richiamare l’attenzione su un dato che non deve essere mai dimenticato: gli impatti sanitari delle centrali a carbone di Brindisi, come quelli di qualsiasi impianto alimentato con la stessa fonte, sono enormi; e la popolazione più esposta a quei mali sono i bambini, spesso colpiti dagli inquinanti ancor prima di nascere” ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Anche negli Usa, di recente, un altro spot contro il carbone dell Exxon ha visto come protagonisti i bambini. Non sarà un caso.
Francesca Mancuso
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