I dispositivi elettronici più sostenibili sono, purtroppo, quelli che non compriamo. Ma come fare a sapere quali marchi sono più rispettosi del pianeta rispetto ad altri? Greenpeace ha appena reso nota l'Eco-guida 2012 all'elettronica verde, che ha valutato le principali società in base all’impegno e ai progressi messi in atto su tre criteri ambientali: consumi energetici, sostenibilità dei prodotti e delle politiche aziendali
I dispositivi elettronici più sostenibili sono, purtroppo, quelli che non compriamo. Ma come fare a sapere quali marchi sono più rispettosi del pianeta rispetto ad altri? Greenpeace ha appena reso nota l’Eco-guida 2012 all’elettronica verde, che ha valutato le principali società in base all’impegno e ai progressi messi in atto su tre criteri ambientali: consumi energetici, sostenibilità dei prodotti e delle politiche aziendali.
Nessun punteggio, solo una valutatazione sulle politiche generali e sulle pratiche che le aziende hanno messo in atto nel corso dell’anno per fornire al consumatore un prodotto pià sostenibile. Purtroppo però l’industria globale, nonostante si stia impegnando, presenta ancora dei limiti legati al fatto che deve far fronte alla diffusione sempre più capillare dei dispositivi elettronici.
Proprio per questo, la velocità di raccolta dei rifiuti elettronici, i famigerati RAEE, non riesce a stare dietro al tasso di consumo, generando così quantità sempre maggiori di rifiuti tossici dallo smaltimento dei prodotti elettronici. Secondo Greenpeace, le aziende non hanno ancora risolto i problemi legati alle ingenti quantità di energia sporca utilizzata nella produzione dei dispositivi e nelle catene di fornitura, in gran parte provenienti dall’Asia orientale. Inoltre, alcune di esse non hanno ancora avviato serie politiche energetiche per abbattere le emissioni inquinanti.
Ma ecco quali sono le prime 10 aziende classificate:
1. WIPRO. La società di elettronica, che ha già partecipato all’edizione indiana della Guida, ha fatto il suo debutto nella versione internazionale dell’Eco-guida di Greenpeace con un bel primato. Wipro infatti ha mostrato di essere in testa per tutti e tre i requisiti esaminati dagli ambientalisti, riducendo le emissioni dei gas serra con i prodotti conformi o superiori agli standard energetici Energy Star. Deve però fornire informazioni aggiornate sull’uso di plastica riciclata specificando in quali prodotti viene utilizzata.
2. HP. È ancora nella fascia alta della classifica, ma ha perso la prima posizione della scorsa edizione dell’Ecoguida. Perché? A penalizzarla è stato l’uso di sostanze tossiche e gli standard energetici non pienamente soddisfacenti.
3. Nokia. La società, dopo 3 anni al primo posto, è scesa in terza posizione anche a causa del mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei gas serra. A salvarla perà è il suo ampio programma di ritiro volontario dei prodotti usati.
4. Acer. Sale Acer, che ha raggiunto il quarto posto grazie alla riduzione dei consumi energetici e alla pressione che l’azienda sta facendo per ottenere una maggiore restrizione dell’uso di composti organoalogenati.
5. Dell. È scesa al 5° posto, non tanto per le politiche aziendali ma per la valutazione non proprio soddisfacente della sostenibilità ambientale dei suoi prodotti. Dell aveva precedentemente rinviato dal 2010 al 2011 l’impegno a eliminare il cloruro di polivinile (PVC) dai suoi prodotti plastici e i ritardanti di fiamma bromurati (BFR), ma oggi non ha ancora rimosso queste sostanze chimiche da tutti i suoi prodotti.
6. Apple. Cupertino è scesa in sesta posizione, per la mancanza di trasparenza sulla comunicazione delle emissioni di gas serra, per il ridotto utilizzo di energia da fonti rinnovabili e per le mancate informazioni sulla gestione delle sostanze chimiche tossiche. Va meglio per il sistema di ritiro post-consumo e per l’uso di plastica riciclata
7. Samsung. Il colosso sudcoreano è settimo, ed è vicino a raggiungere l’obiettivo di eliminare alcune delle sostanze più pericolose dai propri prodotti. Tuttavia, anche se ci sono stati dei progressi, l’impegno copre solo alcuni gruppi di prodotti: televisori ed elettrodomestici ne sono esclusi.
8. Sony. Piazzatasi alla 8ª posizione, Sony ha perso terreno rispetto alle edizioni precedenti per il mancato prosieguo della sua politica energetica per la riduzione dei gas serra.
9. Lenovo. Progressi per Lenovo che ha ridotto i prodotti plastici privi di cloruro di polivinile (PVC) e ritardanti di fiamma bromurati (BFR) rispetto all’ultima guida, ma non ha raggiunto il suo obiettivo più ampio di eliminare queste sostanze chimiche da tutti i suoi prodotti entro la fine del 2011.
10. Philips. Buono il punteggio ottenuto da Philips per i suoi obiettivi a breve termine ossia l’aumento dell’efficienza energetica del 25% e l’incremento dell’uso delle energie rinnovabili, ma sono necessari obiettivi più ambiziosi a lungo termine, oltre il 2012.
“La prossima grande sfida ambientale per le aziende di elettronica di consumo è quella di ridurre la produzione di gas serra” ha detto in un comunicato Casey Harrell, analista IT di Greenpeace International. “I consumatori hanno dichiarato che vogliono un’elettronica più verde, il che significa prodotti che sono costruiti e alimentati con energia rinnovabile“.
Francesca Mancuso
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