Nel 2035 le fonti rinnovabili supereranno il carbone, ma oggi gli aiuti economici a favore delle fonti fossili sono superiori a quelli destinati all'energia pulita. La buona e la cattiva notizia giungono dall'Agenzia internazionale per l'energia che ieri a Londra ha presentato l'edizione 2012 del World Energy Outlook
Nel 2035 le fonti rinnovabili supereranno il carbone, ma oggi gli aiuti economici a favore delle fonti fossili sono superiori a quelli destinati all’energia pulita. La buona e la cattiva notizia giungono dall’Agenzia internazionale per l’energia che ieri a Londra ha presentato l’edizione 2012 del World Energy Outlook (WEO).
La mappa globale dell’energia sta cambiando in modo drammatico. A modificare il quadro geopolitico sono soprattutto gli Stati Uniti che tra qualche anno supereranno i paesi arabi per la produzione di petrolio. Secondo il WEO, la straordinaria crescita di petrolio e di gas naturale negli States porterà ad un cambiamento di rotta dei flussi energetici globali. Nel nuovo scenario politico disegnato dal dossier, gli Stati Uniti diventeranno il primo paese esportatore di gas naturale entro il 2020 e saranno quasi del tutto autosufficienti dal punto di vista energetico entro il 2035.
Il 2035, data fatidica per l’energia. Tra 23 anni, infatti, quella prodotta dalle fonti rinnovabili supererà l’energia prodotta dalle fonti fossili. Ma già tra tre anni, nel 2015 le rinnovabili diventeranno la seconda più grande fonte di produzione di energia elettrica. Un costante aumento dell’energia idroelettrica e la rapida espansione dell’eolico e del solare hanno cementato la posizione delle energie rinnovabili nel panorama globale. Entro il 2035, le rinnovabili rappresenteranno un terzo della produzione totale di elettricità. Il solare cresce più rapidamente rispetto a qualsiasi altra tecnologia rinnovabile.
Il rapido aumento delle energie rinnovabili però deve essere supportato da sussidi. Gli 88 miliardi di dollari investiti a livello mondiale nel 2011 non saranno sufficienti. Nel 2011, le sovvenzioni (anche per i biocarburanti) sono state dunque pari a 88 miliardi di dollari, ma per raggiungere i risultati sperati fino al 2035 dovranno ammontare a 4.800 miliardi di dollari. Purtroppo però più della metà di questi sussidi sono già stati impegnati per i progetti esistenti o per raggiungere gli obiettivi del 2020. Peccato però che gli aiuti a sostegno delle fonti fossili siano sei volte superiori a quelli per le energie pulite.
Ma le cattive notizie non sono finite. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, sebbene le ambizioni sull’atomo siano stati ridimensionate parecchio dopo l’incidente di Fukushima, la produzione di energia nucleare è ancora destinata ad aumentare, guidata da Cina, Corea, India e Russia.
“La nostra analisi mostra che, in assenza di una spinta politica concertata, i due terzi del potenziale economicamente conveniente per migliorare l’efficienza energetica rimarrà non realizzato fino al 2035”, ha detto Fatih Birol, capo economista dell’IEA e autore principale del WEO.
Il futuro dell’energia nuota ancora in acque torbide, nere come il petrolio.
Francesca Mancuso
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