La mia vacanza-studio all'insegna della sostenibilità ha visto come protagonista un piccolo stato dell'Africa centro-meridionale. Sono giunta in Malawi grazie ad una borsa di studio universitaria che mi ha permesso di svolgere sul posto le ricerche per la mia tesi di laurea.
La mia vacanza-studio all’insegna della sostenibilità ha visto come protagonista un piccolo stato dell’Africa centro-meridionale. Sono giunta in Malawi grazie ad una borsa di studio universitaria che mi ha permesso di svolgere sul posto le ricerche per la mia tesi di laurea.
Ho avuto pertanto la bellissima opportunità di conoscere e vivere in prima persona il lavoro del Progetto Paw (Project African Wilderness) che mira a recuperare e salvaguardare la riserva di Mwabvi inserendola in un piano di sviluppo eco-turistico.
Ad accogliermi alla base di Chipembere, ho trovato la famiglia Kerr, composta da: Barry, esperto di conservazione del territorio, Adele che si occupa della parte riguardante il marketing e le loro figlie Courtney e Kristen. Questo luogo si raggiunge solo con il fuoristrada, percorrendo sentieri sterrati in mezzo alla vegetazione selvaggia e attraverso sperduti villaggi dove i bambini euforici, mi salutavano capanna dopo capanna.
Vicini di casa
La base è composta di poche costruzioni e un accogliente dormitorio per i volontari come me con circa quattordici comodi posti letto. Mi trovavo distante anni luce dalla civilizzazione, dal caos assordante della modernità e da ogni cosa futile di cui sentiamo il bisogno incessante, ma di cui potremmo fare volentieri a meno.
La bellezza di questo posto non è d’impatto immediato, né non ti sconvolge all’istante; è una bellezza differente, da contemplare adagio e senza fretta; ciò che mi ha affascinato della Riserva è stata l’opportunità di assaporare la quiete di uno spazio incontaminato e sapere che probabilmente tutto ciò è rimasto immutato nei secoli e ogni persona che vi giunge ha l’immensa fortuna di ammirarne l’essenza primordiale.
Canto di benvenuto
Tra le attività che ho potuto osservare e documentare vi è quella di sostegno a favore degli orfani dei villaggi che circondano la riserva; il progetto Paw, infatti, non si esaurisce nella tutela dell’ambiente, ma interviene anche a livello umanitario laddove ci siano bambini che a causa della perdita dei genitori si trovino in difficoltà. L’aspetto educazionale e di sostegno alle popolazioni è molto importante al fine di proteggere il territorio; solo insegnando a esse quali benefici si ricavino dalla conservazione del territorio in cui vivono, si può assicurare un futuro ai loro figli e una totale salvaguardia della preziosa flora e fauna locali.
Elefantino che passeggia nel nostro campeggio
Nella Riserva inoltre è in fase di completamento un’area camping e lodges, in cui i visitatori possono sostare, nel pieno rispetto del territorio e contribuire pertanto a un possibile sviluppo eco-turistico della zona. Nella costruzione di queste aree è stato coinvolto personale locale, in modo da portare dei benefici non solo alle loro famiglie, ma anche ai membri dei loro villaggi, grazie alla diffusione del sapere che accumulano in questa esperienza di lavoro. Grazie alle mie ricerche ho capito il meccanismo che sta alla base dell’organizzazione che porta avanti questo progetto e ho trovato tutto ciò molto utile al fine dei miei studi, poiché leggere le nozioni sui libri, è semplice e occupa poco tempo; ma recarsi sul posto, osservando e documentando con attenzione queste attività, è un’esperienza che ti arricchisce e ti fa assaporare il vero profumo di questa terra e ogni singolo minuto che le hai dedicato.
bambini nelle piantagioni di tè
Ho lasciato Chipembere con molta tristezza, ma felice allo stesso tempo, per l’enorme soddisfazione e arricchimento personale che quest’avventura mi ha lasciato dentro l’anima. Ma non finisce qui. Per conoscere più a fondo l’Africa, i suoi usi e costumi e per vivere in prima persona una vacanza eco-sostenibile, ho deciso di intraprendere una spedizione tra Malawi e Zambia con Stefano e Francesca dell’operatore turistico Africawildtruck, uno dei maggiori sostenitori del Progetto PAW.
Tramonto africano
Quello che ho visto e vissuto non è spiegabile a parole, ma ci proverò elencando le meraviglie che mi sono trovata davanti: la natura selvaggia e incontaminata, la savana infinita che si estendeva davanti ai miei occhi, la gente che non ha reali motivi per cui ridere ma è spesso felice e cordiale, i giochi con i bambini in cui mi divertivo quasi più io che loro, l’incontro con animali visti solo in televisione o sui libri, la jeep impantanata nel nulla e i leoni a pochi metri da noi che ci osservavano famelici, dormire sotto le stelle nel totale buio della notte, gli elefanti che passeggiavano tranquilli nel nostro campeggio come semplici animali da compagnia, un ippopotamo che durante la notte è inciampato goffamente nelle nostre tende, le malefiche iene che sbranavano un’antilope appena fregata a un leopardo, una scimmia che mi porgeva la zampa per fare amicizia, i safari notturni per vedere i predatori in azione, le nuotate al lago con i cavalloni e il rischio che giungessero i coccodrilli, l‘incontro con i lavoratori locali in immense e verdissime piantagioni di the, la prima pioggia della stagione e la rarissima grandine, il canto di tre donne sconosciute sotto la bufera per darci il benvenuto nella loro terra, la mia raccolta d’insetti verdi nella foresta per socializzare con i bambini, le visite ai villaggi più sperduti per conoscerne la popolazione, i viaggi infiniti in truck in mezzo al nulla.
Mercato Locale
Africwildtruck è l’esempio di come una vacanza può essere memorabile seppur rinunciando a tutte quelle piccole comodità che consideriamo indispensabili, ma di cui possiamo fare tranquillamente a meno. L’aria condizionata non occorre quando si viaggia con i finestrini aperti, l’elettricità è utilissima, ma a volte la sua mancanza ci fa apprezzare meglio l’intimità di certi momenti; alloggiare in hotel è comodo, ma dormire in tenda sotto l’infinità del cielo è emozionante; comprare i prodotti locali è un modo per entrare in contatto con una determinata popolazione e capirne meglio gli usi e i costumi dando una mano all’economia del posto e infine il cellulare senza campo è una preziosa opportunità per ammirare con più calma il paesaggio circostante assaporandone ogni scorcio. Tutto ciò ha contribuito a rendere meraviglioso il mio viaggio in Africa; ogni volta che penserò a questo mese passato nel continente nero, non potrò che rallegrarmi e riscaldarmi il cuore con inestimabili ricordi.
Valentina Meloni
Il racconto fa parte dell’iniziativa “Turisti per scelta…(green)“