Sopraelevate per le biciclette, un sogno realizzabile? Sono numerosi i designer e i progettisti che nel mondo cercano di dare forma a percorsi dedicati esclusivamente ai ciclisti, che possano porli completamente al riparo dal traffico e permettere loro di attraversare le città con maggiore rapidità.
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Sopraelevate per le biciclette, un sogno realizzabile? Sono numerosi i designer e i progettisti che nel mondo cercano di dare forma a percorsi dedicati esclusivamente ai ciclisti, che possano porli completamente al riparo dal traffico e permettere loro di attraversare le città con maggiore rapidità.
Osservando i progetti di coloro che vorrebbero dare vita a una sopraelevata per ciclisti a Londra o a Toronto si ha l’impressione che essi non possano che rivelarsi utopici e quasi irrealizzabili. È sufficiente approfondire l’argomento, però, per rendersi conto di come l’umanità avesse dato loro vita più di 100 anni fa, con il boom dell’utilizzo delle biciclette, purtroppo sostituite nel giro di pochi decenni dal rombo delle automobili. Viaggiare all’indietro nel tempo è impossibile, ma non lo è provare a pensare a percorsi più sicuri per i ciclisti. Ecco alcuni dei progetti più interessanti nel mondo.
B1 Veloway, Melbourne
B1 Veloway è il nome di una sopraelevata per biciclette la cui realizzazione è stata proposta a Melbourne, in Australia. Essa seguirebbe il percorso di una linea ferroviaria attualmente esistente, scorrendole accanto in completa sicurezza. È stato stimato che la sua realizzazione potrebbe comportare un costo complessivo di 20 milioni di dollari australiani. La sua eventuale costruzione sarebbe ben accolta da coloro che supportano la mobilità sostenibile, in quanto essa renderebbe la città all’avanguardia sotto tale aspetto. Essa permetterebbe ai ciclisti di Melbourne di attraversare la città evitando completamente il traffico automobilistico. Da parte di altri l’idea della sopraelevata per biciclette è stata accolta in maniera più tiepida, in quanto, a loro parere, per rendere le strade cittadine più vivibili per i ciclisti bisognerebbe prima di tutto agire al loro interno senza trovare scorciatoie.
Skycycle, Londra
Una proposta appositamente dedicata ai ciclisti non manca per quanto riguarda la metropoli londinese. Essa è stata ideata da parte dell’architetto Sam Martin, che ha deciso di smettere di pedalare per le strade di Londra considerando il traffico lungo di esse come eccessivamente pericoloso per i ciclisti. Così è nata l’idea di realizzare delle corsie sopraelevate per le biciclette da disporre lungo la città. Non sappiamo se un progetto simile potrà mai essere realizzato, ma per molti esso rappresenta l’unica possibilità di salvezza per i ciclisti a Londra. Nella capitale britannica le piste ciclabili non mancano; il vero problema è che, a detta dei cittadini, esse vengono utilizzate per scopi completamente diversi, ad esempio come parcheggi o zone di sosta, in maniera simile a ciò che avviene purtroppo anche in Italia. Il nuovo sistema di sopraelevate potrebbe permettere ai ciclisti di pedalare da un capo all’altro della città senza rischiare di scontrarsi con autobus o automobili, con conseguenze che potrebbero rivelarsi mortali.
Velo-City, Toronto
Chris Hardwicke, architetto di Toronto, ritiene che i ciclisti abbiano il diritto di poter circolare protetti sia dal traffico che dal gelo dell’inverno e dalle precipitazioni piovose e nevose. Ha quindi pensato di progettare un sistema di sopraelevate protette che attraversino la suia città creando una mappa molto simile a quelle che vengono utilizzate per raffigurare le linee di collegamento delle metropolitane. Si tratterebbe di un sistema di vie di comunicazione completamente libero da inquinamento e del tutto riparato dal traffico automobilistico, che potrebbe spingere molte più persone a servirsi della bicicletta. Basterebbe agire partendo dalle piste ciclabili già esistenti, che durante l’inverno a Toronto non si trasformano in nient’altro se non in spazi per accumulare la neve caduta sulle carreggiate. Un’utopia non poi così irrealizzabile?
Greenway Bike Trail, Minneapolis
Finalmente possiamo parlare di una pista ciclabile di grandi dimensioni già esistente. La Greenway Bike Trail si trova nella città di Minneapolis e la attraversa completamente da est a ovest. Ad est parte dal fiume Mississippi ed in seguito si sposta verso Lake Street e Lake Avenue per giungere fino a Choen Avenue. Il percorso è stato realizzato per favorire gli spostamenti in bicicletta e la mobilità sostenibile in città. Si trova in posizione sopraelevata rispetto al traffico per gran parte del proprio tragitto. Gli stessi cittadini si stanno attivando per proteggerla e per migliorarla, organizzando eventi su due ruote, cene tra ciclisti e raccolte fondi. Il percorso verde di Minneapolis è amatissimo da coloro che si muovono sulle due ruote e che si oppongono ad un suo possibile degrado, tanto da aver dato vita alla Midtown Greenway Coalition.
Cycleway, California
Si tratta di un progetto di cui purtroppo dobbiamo parlare al passato, poiché fu presto soppiantato dapprima dalla costruzione di ferrovie e dall’impiego di treni ed in seguito dall’arrivo delle automobili. Parliamo della California Cycleway, una sopraelevata per biciclette che rappresentava esattamente l’insieme di tutte quelle idee in proposito che, a causa dell’elevata urbanizzazione, ad architetti e progettisti appaiono ormai quasi impossibili da realizzare. La sua costruzione ebbe inizio nel 1899. La sopraelevata ciclabile in legno fu aperta all’utilizzo da parte dei ciclisti a partire dal 1° gennaio del 1900. Attraverso di essa era possibile compiere un percorso di 2 chilometri. Il suo progetto originario dava la possibilità a quattro ciclisti di procedere fianco a fianco lungo di essa. Purtroppo la passione dei californiani per la bicicletta si spense tanto in fretta che la pista sopraelevata per biciclette venne presto abbandonata e di conseguenza non vennero mai eseguite le opere di ampliamento progettate inizialmente.
Voi cosa ne pensate di questi progetti? Potrebbero davvero incentivare l’uso della bici in città? Il gioco varrebbe la candela? Anzi…il pedale?