Iswa: il 70% dei rifiuti mondiali finisce ancora nelle discariche

I rifiuti urbani che finiscono delle discariche di tutto il mondo sono circa il 70%. Lo ha rivelato un nuovo studio dell'Iswa

Rifiuti, sono sempre di più. E quelli che finiscono delle discariche di tutto il mondo sono circa il 70%. È questa l’amara realtà messa in luce da uno studio realizzato dall’Iswa in occasione del congresso mondiale sui rifiuti che si sta svolgendo in questi giorni a Firenze (17-19 Settembre).

Ogni anno, a livello mondiale, vengono prodotte circa 4 miliardi di tonnellate di rifiuti. Di essi, la metà, 2 miliardi solo di rifiuti solidi urbani. E tali cifre non tenderanno a scendere, anzi. Sicuramente aumenteranno come conseguenza della crescita della popolazione globale.

Dove finiscono i rifiuti mondiali? Come anticipato, il 70% della spazzatura prodotta nelle città finisce nelle discariche, Solo l’11% viene riutilizzata per il recupero energetico mentre appena il 19% viene riciclato o gestito con trattamento meccanico e biologico. Ma non è finita qui. Entro il 2025, i rifiuti organici urbani a questi ritmi potrebbero aumentare del 40%. E in termini di emissioni di gas serra, esse incrementeranno dall’8 al 10% le emissioni di origine antropica.

E in Italia? Anche nel nostro paese le discariche sono ancora la modalità principale di smaltimento dei rifiuti. In media la spazzatura che finisce nelle discariche è in media il 50%, ma nelle regioni meridionali si arriva anche all’80%. Secondo lo studio, molte regioni italiane tra cui la Sicilia, il Molise e la Basilicata, superano l’80% dei rifiuti conferiti in discarica senza averli trattati. Il dato più grave è quello siciliano, che è arrivato fino al 93% ma solo il 28% di questi rifiuti viene sottoposto al trattamento preliminare. I dati del 2010 mostrano che i rifiuti urbani smaltiti in discarica erano circa 15 milioni di tonnellate, anche se in calo del 3,4% rispetto al 2009, soprattutto al Nord (-4,7%).

Tuttavia, tali cifre lentamente stanno scendendo sebbene gli obiettivi europei siano ancora lontani. Al 2010, il numero delle discariche che accolgono i rifiuti urbani non pericolosi era di 211, 18 in meno rispetto al 2009 con la chiusura di discariche di piccole dimensioni. Dopo l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 36/2003, che ha completamente ridisegnato il quadro impiantistico nazionale, ben 263 discariche sono state dismesse. Di esse, l’82% si trova al Sud (215), 37 al Nord e 11 al Centro.

E c’è ancora un fatto che fa discutere. Secondo l’Ue il conferimento dei rifiuti in discarica penalizza anche l’occupazione. Infatti, ogni 10.000 tonnellate di rifiuti smaltiti nelle discariche c’è un addetto. Ma se la stessa quantità di rifiuti fosse recuperata o comunque trattata col compostaggio sarebbero 10 i posti di lavoro necessari. “Il messaggio è chiaro -ha detto il presidente Iswa, David Newmantrasformare il 70% dei rifiuti avviati allo smaltimento in discarica in materia soggetta a recupero creerebbe milioni di nuovi posti di lavoro in un settore che già impiega 40 milioni di persone nel mondo. Attraverso l’attivazione di nuovi sistemi di raccolta differenziata, recupero e trasporto presso impianti dedicati, questo già significativo numero potrebbe facilmente raddoppiare”.

Che aspettiamo?

Francesca Mancuso

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