#30 e lode! E' questo il nome e "l'hashtag" su Twitter col quale parte oggi la nuova petizione di #salvaiciclisti, il movimento nato sul web per aumentare la sicurezza sulle strade di tutti quelli che per spostarsi decidono di scegliere il mezzo più ecologico per antonomasia: la bicicletta.
#30 e lode! È questo il nome e “l’hashtag” su Twitter col quale parte oggi la nuova petizione di #salvaiciclisti, il movimento nato sul web per aumentare la sicurezza sulle strade di tutti quelli che per spostarsi decidono di scegliere il mezzo più ecologico per antonomasia: la bicicletta.
In Italia si calcola che sono ben 2.556 i ciclisti uccisi sulle strade italiane negli ultimi 10 anni a cui si sommano i 7.625 pedoni morti investiti. Un bilancio tragico, troppe volte determinato dall’alta velocità con cui sfrecciano le automobili anche in zone residenziali e dalla mancanza di spazi dedicati alle due ruote.
Per questo parte oggi la petizione online indirizzata “ai presidenti di Camera e Senato, al presidente della Commissione Trasporti alla Camera, Mario Valducci e, per conoscenza, ad altri parlamentari ed esponenti del panorama politico italiano per chiedere la riduzione dei limiti di velocità massima all’interno delle aree residenziali a 30 km/h ad eccezione delle arterie a scorrimento veloce”.
Come ricorderete questa era una delle prime richieste avanzate a febbraio scorso dal movimento #salvaiciclisti nato sulla scia della campagna inglese promossa dal Times Save our Cyclists nel loro manifesto e nell’iniziativa “caro sindaco“. In pochi mesi la mobilitazione è riuscita ad attirare l’attenzione di stampa e istituzioni, portando in piazza migliaia di cittadini e riuscendo ad arrivare in Parlamento con la presentazione di un progetto di legge avanzato dal senatore del Pd Francesco Ferrante.
Oggi però il movimento vuole fare appello a tutti, attraverso la sottoscrizione di una petizione online in quanto: “30 km/h significa offrire l’opportunità a chi conduce dei veicoli motorizzati di reagire prontamente ed evitare gli impatti che si possono verificare in strada: bambini che giocano, pedoni , ciclisti o anche animali che attraversano all’improvviso.”si legge sul sito del movimento che si batte per una mobilità che rimetta al centro le persone. Qui è possibile trovare anche una presentazione che include un riassunto “della letteratura scientifica disponibile, delle esperienze provenienti nel resto del mondo e una confutazione punto per punto dei soliti pregiudizi che solitamente circondano la mitigazione del traffico”.
Proprio da qui si può evincere come ogni morto costi alla società oltre 1,3 milioni di euro mentre, riducendo la velocità a 30 km/h, verrebbero a dimezzarsi il numero di morti e feriti in città e, di conseguenza anche le spese sanitarie. Di contro, i tempi di percorrenza media per gli automobilisti aumenterebbero di appena il 3%.
“Uno degli obiettivi – fanno sapere dal movimento – è instaurare un dibattito sano e scevro da pregiudizi infondati riguardo al tema della sicurezza sulle nostre strade anche in vista della Settimana Europea della Mobilità che si terrà dal 16 al 22 settembre“.
C’è inoltre da dire che proprio il limite dei 30 Km/h fa parte della sperimentazione partita a Milano in questi giorni all’interno della cerchia dei Navigli. È evidente dunque che anche il Parlamento italiano dovrà presto o tardi schierarsi.
Firmiamo tutti per favorire ulteriormente il dibattito. È possibile farlo su http://www.change.org/it/petizioni/obiettivo-30elode-riduciamo-la-velocità-sulle-strade-delle-nostre-città
Per seguire la vicenda su twitter, l’hashtag di riferimento è #30eLode