Bici batte auto. Ancora una volta. Con la due ruote ecologica si arriva molto prima a destinazione, soprattutto in città, dove è facile imbattersi in ingorghi e rallentamenti. Lo sa bene Catherine Baucom, chirurgo esperta di tumore al seno del BRASS Surgery Center, in Louisiana che martedì scorso è stata costretta a usare la bicicletta rosa di una bambina di 8 anni per correre in ospedale, dopo essere rimasta bloccata in un traffico da incubo dopo un grave incidente
Bici batte auto. Ancora una volta. Con la due ruote ecologica si arriva molto prima a destinazione, soprattutto in città, dove è facile imbattersi in ingorghi e rallentamenti. Lo sa bene Catherine Baucom, chirurgo esperta di tumore al seno del BRASS Surgery Center, in Louisiana che martedì scorso è stata costretta a usare la bicicletta rosa di una bambina di 8 anni per correre in ospedale, dopo essere rimasta bloccata in un traffico da incubo dopo un grave incidente.
La dottoressa Baucom stava tentando disperatamente di raggiungere i suoi pazienti a bordo della sua auto, ma, dopo essere rimasta oltre un’ora e mezzo ferma, con l’autostrada chiusa alla circolazione, ha deciso di passare all’azione. Ha telefonato a un suo amico che viveva a pochi isolati di distanza, alla ricerca di una migliore alternativa come mezzo di trasporto per superare il resto dei pendolari in coda. Brian Barnett aveva una bicicletta. Sì, ma era quella piccola e rosa della figlia di 8 anni.
La dottoressa non si è scomposta: ha impugnato il manico e, protetta da un casco da principessa Disney per completare il pink look, ha iniziato a pedalare sul mini mezzo, anche se alta 1.80. Con le ginocchia che le arrivavano all’altezza del petto, la Baucom è andata più veloce rispetto alle automobili ferme sulla strada, guidando follemente fino a un checkpoint della polizia. “Probabilmente hanno pensato che fossi una matta. Gli ho detto: sono arrivata fin qui e ha funzionato, mi può far passare?“, racconta Catherine.
Con altri cinque miglia da percorrere, un agente di polizia le ha offerto un passaggio e il tragitto è proseguito nuovamente in auto. “Molti dei nostri pazienti sono donne che vengono da fuori città. Sono molto nervose, per motivi diversi. Così mi sentivo in dovere di andare subito di loro, perché avevano bisogno di me“, ha detto la dottoressa che, con la sua piccola bici rosa presa in prestito a una bimba ha battuto le inquinanti auto. Quanto avrebbe fatto ancor prima se avesse usato, magari quotidianamente, una classica bici da adulto?
Roberta Ragni