Secondo l'ex Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, il Quinto conto energia l'abbassamento della quota degli incentivi era inevitabile
Quinto conto energia. Il provvedimento sul fotovoltaico rischia di mettere in ginocchio il settore. Gli incentivi, dal Primo conto energia ad oggi, sono andati a decrescere. E le aziende temono che la nuova normativa possa penalizzarle, azzerando i concreti passi avanti compiuti in questi anni.
I timori riguardano il fatto che i tagli iniziali sugli incentivi sono del 30%, ma gradualmente potrebbero arrivare anche al 50%. Sulla questione è intervenuto l’ex Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che nel corso di un’intervista rilasciata a LeggiOggi sulle riforme del Governo Monti ne ha appoggiato le scelte riguardo ai due decreti sulle energie rinnovabili.
Secondo la Prestigiacomo infatti la scelta di abbassare la quota di incentivi ha delle motivazioni ben precise, che non hanno lo scopo di danneggiare il settore: “Come sempre in questi casi c’è un pezzo di sistema industriale che critica il peso delle rinnovabili in bolletta energetica e il comparto del fotovoltaico che lancia l’sos paventando la crisi del settore. La realtà è che le rinnovabili sono l’unico settore produttivo che non ha conosciuto crisi in questi anni e ha continuato a crescere. I costi degli impianti sono fortemente calati, la revisione al ribasso degli incentivi è inevitabile”. “L’obiettivo – ricorda- non dev’essere quello di mantenere posizioni di vantaggio ma piuttosto di raggiungere al più presto quella ‘grid parity’ che consentirà alle rinnovabili di competere alla pari sul mercato dell’energia“.
E Averaldo Farri, consigliere delegato Power-One, dopo aver lanciato un appello al Ministro Passera, chiedendo di rimediare alle decisioni prese, ha profetizzato che “il Quinto conto energia presenta elementi di estrema criticità e, nonostante le rassicurazioni che provengono dal Ministero per lo Sviluppo economico, causerà serie conseguenze per le industrie e per tutti gli operatori del settore fotovoltaico italiano“. Il numero uno di Power One ha lamentato il fatto che le richieste inviate da più parti siano rimaste inascoltate: “Il Ministero avrebbe dovuto ascoltare chi ha saputo investire in Italia ed ha difeso occupazione e crescita nel nostro Paese” dice.
Intanto manca poco più di un mese alla fatidica data del 27 agosto. E il contatore del Gse segna un totale di 6.079.622.081 di euro investiti dal primo conto energia ad oggi.