La Francia rinuncia alla Tav Torino-Lione? Secondo quanto riportato oggi dal giornale francese Le Figaro pare proprio che ci stia davvero ripensando. L'"indispensabile" linea ad alta velocità costa troppo e i cugini d'Oltralpe proprio non possano permettersela. Figurarsi noi, verrebbe da dire.
La Francia rinuncia alla Tav Torino-Lione? Secondo quanto riportato oggi dal giornale francese Le Figaro pare proprio che ci stia davvero ripensando. L'”indispensabile” linea ad alta velocità costa troppo e i cugini d’Oltralpe proprio non possano permettersela. Figurarsi noi, verrebbe da dire.
“Dieci progetti saranno riesaminati. I collegamenti Lione-Torino, Nice-Marseille e Rennes-Brest sono nel mirino“, scrive Le Figaro senza mezzi termini. A rivelarlo è stato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac, che ieri ha confermato ciò che gli esperti vanno ripetendo da tempo sulle nuove linee TGV, Train à Grande Vitesse: “lo Stato ha previsto una moltitudine di progetti senza avere all’inizio il minimo mezzo di finanziamento (…). Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune scelte“, spiega il ministro.
Il governo francese aveva infattti proposto la costruzione entro il 2020 di 14 linee ad alta velocità, con investimenti per 260 miliardi di euro che risulterebbero troppo eccessivi. Così, se tra le linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi ci sono anche la Nizza-Marsiglia e la Rennes-Brest, l’unica certezza è che non si toccano “le due linee in costruzione Tours-Bordeaux e Metz-Nancy e i due progetti che sono oggetto di un contratto firmato, Rennes-Le Mans-Montpellier e Nîmes-Montpellier“, dice Le Figaro.
Ora sarà una commissione composta da parlamentari ed esperti a decidere, stilando una classifica dei progetti in ordine di priorità. E, come riporta il quotidiano francese, l’altra linea nel mirino “è la Lione-Torino. Il suo costo (12 miliardi di euro) è tale da squalificarla. Inoltre il calo del traffico merci è sceso a 4 milioni di tonnellate sul tragitto nel 2011, contro gli 11 milioni di tonnellate di circa venti anni fa, e ciò non gioca a favore del progetto”. I Comitati No Tav lo ripetono instancabilmente da tempo immemore. Finalmente un po’ di buon senso lì dove è sempre mancato. O almeno si spera.
“Si vedrà nei prossimi giorni se davvero il Governo francese intende rimettere in discussione la scelta sul Tav“, ha detto il senatore del Pd Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente. Intanto alcune verità sono incontestabili: “quest’opera -continua il senatore- ha un costo molto elevato e riguarda una direttrice di traffico lungo la quale da 15 anni viaggiano sempre meno merci. Ciò rende evidente che se davvero si procederà col raddoppio del traforo autostradale del Frejus, che corre ad una manciata di km dal previsto tunnel ferroviario, la Torino–Lione diventerebbe una voragine finanziaria“. Dunque si faccia definitivamente chiarezza.
Roberta Ragni