E’ nata una nuova “app” che ha come proprio scopo principale quello di orientare i consumatori verso le aziende permettendo loro di valutarle in termini di assorbimento di denaro, decidendo di conseguenza a quali marchi affidarsi per i propri acquisti. Il progetto è sorto da un’idea di Fabrizio Politi, il quale si è occupato di analizzare la crisi economica degli ultimi anni, alla ricerca di una soluzione per modificare i flussi finanziari, affinché essi possano essere direzionati in maniera maggiormente equa.
È nata una nuova “app” che ha come proprio scopo principale quello di orientare i consumatori verso le aziende permettendo loro di valutarle in termini di assorbimento di denaro, decidendo di conseguenza a quali marchi affidarsi per i propri acquisti. Il progetto è sorto da un’idea di Fabrizio Politi, il quale si è occupato di analizzare la crisi economica degli ultimi anni, alla ricerca di una soluzione per modificare i flussi finanziari, affinché essi possano essere direzionati in maniera maggiormente equa.
Attorno all’app denominata Sixthcontinent si prevede la nascita di un social network di consumatori che saranno in grado di orientarsi nelle proprie scelte di acquisto e di consumo prendendo in stretta considerazione il rapporto tra i profitti generati dalle aziende e la ricchezza diffusa nella comunità. Più tale rapporto risulterà equilibrato, più tale azienda potrà essere ritenuta degna di fiducia.
Nel corso degli ultimi tre anni Politi si è dedicato alla compilazione di un database contenente le informazioni relative ad oltre 500 mila aziende tra le più importanti a livello internazionale ed alla messa a punto di un sistema di classificazione denominato Mo.Mo.Sy. (Moderate Monetary System). L’applicazione sarà in grado di classificare l’azienda prescelta bollandola come “verde” o “rossa” in base alla sua capacità di generare ricchezza all’interno della comunità in cui si trova collocata, contribuendo a rimettere in funzione i circuiti economici locali.
L’applicazione tiene inoltre conto degli utili netti delle aziende e del numero dei dipendenti presenti al loro interno. Il database stesso sarà aggiornabile e migliorabile direttamente da parte degli utenti, secondo una logica simile a quella dell’ “open source”. I consumatori saranno dunque parte integrante dello sviluppo del database stesso. È possibile che le aziende in questione prendano in considerazione i dati emergenti da esso e possano agire per migliorare il proprio comportamento economico?
Si tratta di una domanda che potrebbe sorgere spontanea in quei consumatori che siano orientati a favorire quelle aziende che operino in maniera economicamente equa nei confronti della comunità che le ospita. Per maggiori approfondimenti sull’utilizzo della nuova risorsa segnaliamo la prossima presentazione ad essa dedicata, che si terrà a Milano sabato 23 giugno a partire dalle ore 10.30.
Marta Albè