Quinto conto energia: anche per la Camera è “un clamoroso passo indietro”

Anche la Camera non sembra approvare del tutto il nuovo decreto sul Quinto conto energia. Ma tra le critiche emerge anche una nota positiva. Il nuovo sistema di incentivi potrebbe favorire il riciclo dei moduli a fine vita

Quinto conto energia. Dopo il Senato, anche la Camera ha espresso il proprio disappunto sul nuovo sistema di incentivi per il fotovoltaico. La Commissione Ambiente e Lavori pubblici presieduta da Salvatore Margiotta, deputato del PD, sembra essersi opposta al conto energia in questi termini, definendolo un clamoroso passo indietro.

E a quanto pare, c’è qualcosa che accomuna tutti, associazioni, lavoratori, sindacati, Regioni: le critiche e i punti della bozza del nuovo sistema incentivante che andrebbero a scapito del settore fotovoltaico, un fiore all’occhiello dell’Italia a livello mondiale.

Le critiche della Camera sembrano dunque rifarsi a quelle già espresse in questi mesi dagli addetti ai lavori, prima tra tutte quella riguardante il registro al quale il governo vorrebbe venissero iscritti gli impianti al di sopra dei 12 kWp. Segue anche l’abolizione del Premio made in Europe riservato dai precedenti sistemi incentivanti a chi utilizzava componenti realizzate in Italia e in Europa. E per finire non sarebbe piaciuta alla Commissione Ambiente e Lavori pubblici la cancellazione dei bonus per la sostituzione le coperture in amianto con i pannelli fotovoltaici.

Secondo la Commissione, oggi lo Stato spende per il solare 5,6 miliardi di euro. Di conseguenza, se per raggiungere la grid parity la spesa fosse alzata fino a 7 miliardi di euro fino al 2030 le ricadute positive sarebbero comunque abbastanza da consentire allo Stato stesso di non tagliare drasticamente gli incentivi.

Ma in questo mare di critiche, il Quinto Conto Energia potrebbe introdurre una novità positiva: chi vorrà accedere agli incentivi al fotovoltaico col nuovo sistema dovrà aderire ad un consorzio per lo smaltimento e il riciclo dei moduli a fine vita. In questo modo, grazie a società di servizio come quella avviata nelle scorse settimane a Lecco, dove grazie all’accordo tra la Provincia, Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo), e l’azienda a capitale pubblico Silea, i cittadini potranno provvedere autonomamente alla disinstallazione dei pannelli ad uso domestico e disfarsi dei vecchi moduli in maniera gratuita.

Francesca Mancuso

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