Equiseto: la coda cavallina, l’alleato per le vostre ossa

La Coda Cavallina è un ottimo alleato per le vostre ossa! Ebbene si! Si chiama proprio così questa pianta : Coda di cavallo (dal latino equi=cavallo crine=coda), conosciuta anche come Equiseto (Equisetum arvense) e dalle sue caratteristiche fisiche, si capisce bene il perché. Non ha né fiori né semi e i suoi rami sottili assomigliano ai crini dei cavalli.

La Coda Cavallina è un ottimo alleato per le vostre ossa! Ebbene si! Si chiama proprio così questa pianta : Coda di cavallo (dal latino equi=cavallo crine=coda), conosciuta anche come Equiseto (Equisetum arvense) e dalle sue caratteristiche fisiche, si capisce bene il perché. Non ha né fiori né semi e i suoi rami sottili assomigliano ai crini dei cavalli.

Fa parte della famiglia delle Equisetaceae. I suoi usi curativi risalgono ai tempi greco-romani quando veniva già usata per curare i problemi renali.

La sua azione diuretica è riconosciuta nella medicina moderna anche per le infezioni del tratto urinario: l’erba favorisce l’escrezione di urina.

La sua proprietà principale è il suo alto contenuto di silice, elemento indispensabile per la sintesi delle fibre di collagene presente nella cartilagine. La carenza di silicio nell’organismo infatti causa una riduzione del collagene che tiene insieme le molecole della nostra cartilagine. Un basso tasso di silicio causa la demineralizzazione dell’osso e di conseguenza l‘osteoporosi, per questo l’equiseto può essere un valido aiuto per la salute delle ossa e per curare anche unghia e capelli.

Questa pianta ha anche un alto contenuto di carbonato di calcio, solfato di potassio, magnesio, ferro, manganese, da qui la sua ottima azione remineralizzante.

È vero allora che la coda cavallina mantiene le nostra ossa robuste più che con il calcio del latte?

Sembrerebbe proprio di sì come conferma una dichiarazione sul Newsweek di Walter Willet, capo della Scuola di Salute Pubblica dell’Università di Harvard. La ragione starebbe nel rapporto tra il calcio e l’aumento di acidità provocato dalla digestione delle proteine animali, come rivela uno studio tedesco

pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition . Per resistere alla rarefazione delle ossa quindi… equiseto per forza!

Anche se per uno scheletro in salute dovrete valutare bene insieme al vostro medico i fattori alimentari, comportamentali, ormonali e legati al sistema immunitario oltre ad una sana attività fisica, dal jogging al nuoto purché regolare e moderato.

E con l’aiuto di un buon erborista potete scegliere di assumere l’equiseto in opercoli (da reperire anche qui), in tintura madre (1 – 4 ml, 3 volte al giorno) oppure optare per una buona tisana due volte al giorno. Per fare un ottimo decotto fate bollire per una decina di minuti 20 g di foglie essiccate di equiseto, potete utilizzarlo anche per uso esterno facendo impacchi e lavaggi su piaghe o afte.

Ovviamente fate attenzione alla posologia ed evitatene l’assunzione per usi prolungati controllando bene le controindicazioni soprattutto se avete patologie particolari o assumete farmaci.

Michela Silvestri

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