Le proteine contenute nella soia potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella riduzione dell'accumulo di trigliceridi nel fegato, con particolare riferimento a coloro che si trovano in una condizione di obesità. I grassi vengono metabolizzati dal fegato ma, nelle persone obese, il trasporto di essi verso i tessuti adiposi può rallentare a tal punto da generare pericolosi accumuli a livello di tale organo, tanto da comprometterne il corretto funzionamento.
Le proteine contenute nella soia potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella riduzione dell’accumulo di trigliceridi nel fegato, con particolare riferimento a coloro che si trovano in una condizione di obesità. I grassi vengono metabolizzati dal fegato ma, nelle persone obese, il trasporto di essi verso i tessuti adiposi può rallentare a tal punto da generare pericolosi accumuli a livello di tale organo, tanto da comprometterne il corretto funzionamento.
Secondo alcuni ricercatori della Illinois University, la soia sarebbe in grado di aiutare il fegato a ritornare ad un funzionamento almeno parzialmente normale. All’interno di esso i grassi non dovrebbero mai accumularsi, ma ciò può accadere nel caso l’organismo ne sia sovraccaricato. Secondo il professor Hong Chen, docente di scienze alimentari e nutrizione umana, un terzo degli americani soffrirebbe del problema, spesso a propria insaputa, con il rischio che il fegato possa cedere da un momento all’altro.
I ricercatori hanno individuato come l’assunzione di soia e di alimenti a base di soia, come il tofu o il latte vegetale, possa alleggerire la condizione di stress e di sovraccarico a cui il fegato è sottoposto. In base a test di laboratorio è stato ipotizzato che l’integrazione alimentare di soia sia in grado di agire efficacemente nella riduzione degli accumuli di trigliceridi a livello del fegato.
Da i successivi studi in provetta è stato rilevato come la soia possa interagire positivamente nel rendere più leggero il lavoro di smaltimento dei grassi da parte del fegato, in quanto le proteine della soia sarebbero in grado di ripristinare una via di segnalazione cruciale nel metabolismo dei grassi effettuato da parte di tale organo. La nuova scoperta, visti gli incoraggianti risultati ottenuti, è stata presentata ufficialmente dagli esperti in occasione dell’ Experimental Biology Meeting di San Diego.
Marta Albè