Un gruppo di scienziati provenienti da Austria e Giappone è artefice della messa a punto di celle solari ultrasottili, il cui spessore risulterebbe minore a quello di un capello. Esse sono state giudicate dieci volte più sottili di qualsiasi altra tecnologia solare finora esistente. La nuova invenzione potrebbe aprire la strada all’applicazione di celle solari su superfici finora impensate. Esse potrebbero entrare a fare parte facilmente di tessuti e di apparecchiature avanzate andando a formare su di esse una sorta di seconda pelle.
Un gruppo di scienziati provenienti da Austria e Giappone è artefice della messa a punto di celle solari ultrasottili, come una ragnatela, il cui spessore risulterebbe minore a quello di un capello. Esse sono state giudicate dieci volte più sottili di qualsiasi altra tecnologia solare finora esistente. La nuova invenzione potrebbe aprire la strada all’applicazione di celle solari su superfici finora impensate. Esse potrebbero entrare a fare parte facilmente di tessuti e di apparecchiature avanzate andando a formare su di esse una sorta di seconda pelle.
Il progetto è stato messo a punto congiuntamente dall’Università di Tokyo e dall’Università di Vienna, i cui ricercatori si sono rivelati in grado di mettere a punto celle solari dallo spessore inferiore a 1,9 micron. Esse sono così flessibili da poter essere arrotolate attorno ad un capello senza che si verifichi alcun danno. Nel momento in cui le celle ultrasottili vengono applicare sulla superficie di un idoneo supporto, esse rappresenterebbero solamente lo 0.25% del suo spessore totale.
A parere di Tsuyoshi Sekitani, tra i ricercatori dell’università giapponese coinvolta nel progetto, gli utenti non sarebero in grado di avvertire la presenza delle celle, per via del loro peso ultraleggero, se esse fossero applicate su dispositivi d’uso quotidiano o su tessuti utilizzati per l’abbigliamento. Tasselli composti da celle solari potrebbero essere applicate proprio sugli abiti per sfruttare la potenzialità di produrre energia mentre ci troviamo all’aria aperta. Potrebbero inoltre essere applicate a dispositivi elettronici impiegati per uso medico in sostituzione delle batterie, in modo da alleggerire il loro peso e da renderli maggiormente maneggevoli o trasportabili anche da quei pazienti che necessitano di controllare costantemente il proprio stato di salute mediante l’impiego di strumenti di monitoraggio che diventerebbero ancora più portatili.
Al momento le celle solari non hanno purtroppo ancora raggiunto l’efficienza necessaria a fornire l’energia per il funzionamento di dispositivi elettronici, ma gli esperti hanno espresso la convinzione di riuscire a renderle perfettamente funzionanti nel giro di cinque anni. Trascorso tale lasso di tempo e raggiunti i livelli di efficienza desiderati, le celle solari ultrasottili potranno essere immesse sul mercato. L’obiettivo comune dei ricercatori è di mettere a disposizione delle nostre necessità quotidiane tali nuove micro-tecnologie, in modo che il ricorso alle energie alternative possa facilmente entrare ad essere parte della nostra quotidianità, annullando le annose questioni relative all’assenza di spazi idonei all’applicazione delle celle solari, che potrebbero dunque raggiungere un’ampia diffusione nel corso del prossimo decennio.
Marta Albè