Green Economy: il manifesto. Da Clini la proposta degli Stati Generali

Ieri il Ministro dell'Ambiente Clini ha incontrato gli imprenditori italiani per discutere di Green Economy anche in vista della Conferenza di Rio

Green Economy. Si è svolto ieri a Roma il convegno “La green economy come chiave per affrontare la crisi italiana“, tra il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e gli imprenditori italiani dell’economia verde. Tra i temi più dibattuti l’energia, i rifiuti, l’eco-sviluppo.

All’interno del convegno si è svolto anche un “eco-question time“, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e coordinato dal Presidente Edo Ronchi, in cui gli esperti del settore hanno posto alcune domande sui settori chiave dello sviluppo in senso sostenibile del nostro Paese: dalla raccolta differenziata al Sud alla promozione dei prodotti ricavati dal riciclo dei rifiuti, dalla gestione dei Raee (i rifiuti degli apparecchi elettrici ed elettronici) alla luce della nuova direttiva europea all’incentivazione dell’idroelettrico e dell’eolico, dalla regolazione dei servizi ambientali locali alla diffusione della mobilità elettrica.

L’incontro è stato anche un’occasione di approfondimento della sostenibilità in vista della Conferenza Rio+20 che si svolgerà dal 20 al 22 giugno prossimo a Rio de Janeiro.

Manifesto per un futuro sostenibile per l’Italia, sette punti per “affrontare la crisi economica e sociale insieme a quella ecologica, riqualificando il nostro sviluppo nella direzione di una green economy”. Ed ecco in sintesi i contenuti del manifesto, affrontati anche durante il convegno.

1. Necessità per l’Italia di una nuova strategia energetica basata su nuove misure per l’efficienza e il risparmio di energia. Questo programma deve fissare precisi obiettivi e promuovere azioni efficaci in diversi settori: dalla riqualificazione energetica degli edifici esistenti alla realizzazione di nuovi edifici a “consumi zero o quasi zero”; da una mobilità urbana più sostenibile a mezzi di trasporto a bassi consumi; dalla promozione della mobilità ciclopedonale allo spostamento di traffico su ferro, su mezzi collettivi e sul cabotaggio.

2. L’Italia può ancora collocarsi fra i leader mondiali delle energie rinnovabili. Occorre fare in fretta anche attraverso l’approvazione di sistemi di incentivazione e valorizzando il patrimonio di esperienza e capacità della nostra industria manifatturiera. L’Italia, Paese povero di energia di origine fossile, ha un’occasione storica per sviluppare l’utilizzo delle sue diffuse fonti rinnovabili superando lo stesso obiettivo europeo del 2020.

3. L’Italia deve diventare un campione mondiale dell’uso efficiente delle risorse e del riciclo. Secondo il manifesto, in Italia, Paese tradizionalmente povero di materie prime, non è più accettabile che la produzione di rifiuti cresca più del reddito e dei consumi. Ecco perché vanno varate delle misure di prevenzione della produzione di rifiuti. Occorre in sostanza diffondere sull’intero territorio nazionale le migliori pratiche di raccolta differenziata, estendendola anche alla frazione organica, ma anche promuovere le migliori tecniche di riciclo e il mercato dei prodotti riciclati, anche per realizzare l’obiettivo europeo di avviare al riciclo almeno il 50% dei rifiuti urbani e il 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione.

4. L’Italia deve meglio tutelare e meglio valorizzare il suo patrimonio culturale e naturale che è fra i più ricchi e importanti del mondo. Tale patrimonio ha anche una grande importanza per le attività economiche ad esso connesse: dal turismo alla filiera agroalimentare; dalle risorse idriche alla promozione del made in Italy. Ma la tutela deve andare anche in direzione del recupero del patrimonio esistente, accelerando le bonifiche e il riutilizzo dei siti contaminati e promuovendo la manutenzione e la prevenzione dei rischi di dissesto idrogeologico.

5. L’Italia deve puntare su un’elevata qualità ecologica. Oltre a far bene all’ambiente, l’elevata qualità ecologica dei beni e dei servizi risponde alla domanda di un numero crescente di consumatori consapevoli e migliora la competitività sui mercati.

6. L’Italia deve rilanciare il protagonismo delle sue città, grandi e piccole. Secondo qunto recita il manifesto, le comunità locali sono state i laboratori più capaci di comportamenti innovativi, basati sulla responsabilità, la creatività e lo spirito d’iniziativa e in molti casi sono riuscite a produrre e mantenere qualità elevate, sia ambientali, sia economiche e sociali. Questa tendenza è confermata, per esempio, dai comuni Italiani che, nel numero più elevato d’Europa, hanno aderito al Patto europeo dei sindaci, adottando piani di politiche e misure impegnative per ridurre le emissioni di gas di serra.

7. All’Italia serve maggiore consapevolezza e capacità di individuare un percorso di cambiamento e di sviluppo. Fondamentale in tal senso sarebbe un innovativo progetto di sviluppo per supeare la crisi. In tal senso, l’innovazione e la conversione ecologica potrebbero essere la chiave di volta e potrebbero contribuire non solo a tutelare l’ambiente ma anche a produrre occupazione e dare nuova linfa all’economia.

Proprio nella crisi internazionale del 2008-2009 – ha detto Ronchi – si è fatta strada l’idea di un global green New Deal, di un nuovo patto globale capace di affrontare, contestualmente, sia la crisi climatica ed ecologica, sia la recessione mondiale con un processo di riforma dello sviluppo chiamato green economy“.

Tutto ciò che può essere funzionale a individuare strade alternative per la crescita del Paese e sviluppare la produzione di energia pulita, avrà l’appoggio della nostra Associazione e dei suoi iscritti” ha dichiarato il Presidente di ANTER (Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili) Antonio Rainone “soprattutto in un momento come quello attuale in cui il comparto rappresenta una reale via italiana per uscire dalla crisi. Per il comparto green è stimata una crescita che lo porterà dai circa 100mila addetti attuali ai 250mila previsti per il 2020, mentre entro il 2015 il solo fotovoltaico passerà dai 20mila addetti di oggi ad oltre 40mila.”

E questo sarebbe solo l’inizio. La Green Economy potrebbe davvero cambiare le sorti del nostro Paese, e non solo da un punto di vista ambientale. Ma la strada da fare è ancora molto lunga, lo ha confermato lo stesso Clini. E intanto il ritardometro continua a ricordarci che siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi sulla promozione delle fonti rinnovabili.

Francesca Mancuso

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