Antartide: piante “aliene” minacciano l’ecosistema locale

Piante "aliene", estranee all'habitat polare stanno mettendo in serio pericolo l'ecosistema dell'Antartide. La colpa? È dei turisti, che trasportando inconsapevolmente semi di piante nascosti negli abiti rischiano di contaminare la regione.

Quando pensiamo all’Antartico ci vengono in mente immense distese bianche di ghiaccio e neve, dove regna ancora un ecosistema incontaminato e unico nel suo genere, studiato da anni da scienziati di tutto il mondo. In realtà, il continente bianco è oggi in serio pericolo, perché minacciato dalla presenza e dalla riproduzione di piante estranee, i cui semi vengono portati dai turisti o dai ricercatori in visita in queste zone.

A rivelare questo inquietante scenario è uno studio guidato dallUniversità di Stellenbosch, in Sudafrica, realizzato da un gruppo di scienziati provenienti dall’Australia, Sudafrica, Paesi Bassi, Francia, Giappone, Regno Unito e Belgio, pubblicato anche sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas).
Nel biennio 2007-2008 gli studiosi hanno raccolto e analizzato diversi campioni di semi portati in Antartide da oltre 1000 visitatori e hanno riscontrato la presenza di circa 2.600 piante estranee all’ambiente locale, in grado di modificare profondamente l’ecosistema dell’Antartide entro il 2100.

Secondo i dati emersi dallo studio, si calcola che mediamente ogni turista in visita trasporti involontariamente una decina di semi – intrappolati in qualche modo nelle tasche delle giacche, in borse e zainetti, nei risvolti dei pantaloni – che attecchiscono facilmente nelle stagioni meno fredde.

Se pensiamo che ogni anno arrivano in questa regione oltre 33.000 turisti, è facile capire come la presenza di visitatori contribuisca in modo sensibile all’aumento di piante estranee all’ecosistema: non a caso nelle zone dove ci sono solitamente tanti turisti la diffusione di piante “clandestine” è più alta.

E la situazione preoccupa perché la nascita di piante tende a crescere progressivamente, anche nelle regioni orientali, dove le temperature sono in rialzo.

Con più di 33.000 turisti e 7000 scienziati che hanno visitato il continente nel 2007-2008, il potenziale per questi semi di stabilirsi nelle fragili aree libere dai ghiacci èsostanziale – ha fatto sapere Dana Bergstrom, l’ecologa terreste della Divisione antartica australiana – Si tratta in buona parte di specie competitive. Le piante e gli animali dell’Antartide non sono necessariamente competitivi, quindi vi è un alto rischio di perdere una preziosa biodiversita”.

Ma c’è di più, perché “più della metà delle persone esaminate avevano visitato aree di clima freddo nell’anno precedente, il che rende ancora più probabile che i semi che portavano potessero propagarsi nelle aree meno fredde dell’Antartide”.

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